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NBA Finals, Draymond Green e i falli tecnici: andava espulso nel primo quarto?

NBA

Il n°23 degli Warriors è andato a contatto ripetutamente con Tristan Thompson, sanzionato con un fallo tecnico dopo meno di sette minuti di gioco. A seguito di quello, una veemente protesta ha rischiato di compromettere la sua partita, ma gli arbitri hanno preferito evitare di fargli terminare la gara con 40 minuti d’anticipo

È la domanda che in molti (tifosi Cavaliers e non solo) si sono posti guardando la partita e quello che con il senno di poi è stato uno dei tanti momenti chiave del match: ma Draymond Green meritava o no il secondo tecnico (e la conseguente espulsione) dopo le proteste plateali e reiterate nel primo quarto di gara-3? Un episodio che vale la pena ricostruire andando con ordine, anche se superato da decine di altre azioni chiave arrivate nel corso del match. Cleveland è con le spalle al muro già prima della palla a due, costretta a vincere per pensare di rilanciare le proprie ambizioni e darsi una chance di successo in questa serie. E i Cavaliers anche per questo dimostrano di essere pronti e reattivi sin dalle primissime battute: i padroni di casa partono meglio degli avversari, trovano canestri importanti dall’arco e James può concedersi il lusso per qualche minuto di armare la mano dei compagni e compiere giocate senza senso per tempismo e bellezza per iscriversi alla partita. Momento di massima difficoltà e sofferenza per gli Warriors, non nuovi a situazioni del genere, che vanno subito in apnea e in cui Draymond Green perde la lucidità e la testa. La scintilla scoppia come al solito con Tristan Thompson, con cui ormai la battaglia va avanti da anni, non solo dal faccia a faccia di qualche giorno fa in gara-1. Gli arbitri ci mettono dunque meno di sette minuti a fischiare il tecnico a Green, seguito poi da una chiamata analoga per il lungo dei Cavaliers. Nulla di nuovo sotto il sole insomma, se non fosse che neanche un minuto più tardi la battaglia si sposta sotto l’altro canestro, quello difeso da Golden State. James attacca in isolamento in post-basso spalle a canestro Andre Iguodala, arriva sul fondo e viene raddoppiato proprio da Green. LeBron riesce in qualche modo a servire Thompson in area, che cincischia un po’ con la ricezione ben sporcata proprio da Green, il quale però si vede fischiare contro un fallo ingeneroso dopo una buona difesa. Il n°23 è convinto che la chiamata sia sbagliata e non fa nulla per nasconderlo, iniziando a urlare come un pazzo andando in giro per tutto il campo. Un comportamento che va chiaramente oltre quanto consentito dal regolamento, come sottolineato dal pubblico della Quicken Loans Arena che invita gli arbitri a fischiare il secondo tecnico nel giro di poche azioni e con 40 minuti ancora da giocare. Una decisione che potrebbe cambiare il corso della sfida, un momento surreale in cui tutti restano in attesa di un verdetto che alla fine assolve Green, che può proseguire così la sua gara. Uno dei tanti passaggi delicati di una sfida vinta con merito dagli Warriors, ma che sarebbe potuta andare in maniera profondamente diversa.