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NBA, l’ex Chase Budinger cambia vita: passa al beach volley e punta alle Olimpiadi

NBA
Chase Budinger alla gara delle schiacciate 2012 (foto Getty)
chasebudinger

L'ex giocatore NBA a 30 anni ha deciso di mollare la carriera nella pallacanestro e dedicarsi a tempo pieno alla sua passione giovanile, la pallavolo. L'obiettivo è partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020 insieme a Sean Rosenthal, che ha già due giochi olimpici alle spalle. Questa è la storia della sua decisione

Al McDonald’s All-American del 2006, tradizionale evento in cui si mettono in mostra i migliori liceali d’America, a portare a casa il premio di MVP della partita furono in due: il primo lo conoscete bene, visto che si è portato a casa gli ultimi due titoli di MVP delle Finals, vale a dire Kevin Durant; l’altro, invece, è sparito dai radar della lega di Adam Silver ormai da qualche tempo, e si chiama Chase Budinger. Probabilmente vi ricordate di lui per due caratteristiche peculiari: il look con capelli biondi e barba rossa, e le strepitose doti di saltatore che lo avevano anche portato a disputare la gara delle schiacciate nel 2012, chiudendone una volando sopra il rapper P-Diddy con tanto di cappellino all’indietro come Woody Harrelson nell’indimenticabile film White Men Can’t Jump. Quello fu forse il punto più alto – o quantomeno il più famoso – di una carriera per altri versi dimenticabile che è deragliata dopo i primi infortuni alle ginocchia, sottoponendosi alla riparazione del menisco nel 2012 e ad un’operazione in artroscopia l’anno dopo che ha deteriorato il suo atletismo. I tentativi successivi di rientrare in campo con la maglia dei Minnesota Timberwolves (quella in cui ha disputato più partite in NBA insieme alle 210 in maglia Houston Rockets), degli Indiana Pacers e dei Phoenix Suns non hanno però avuto successo e negli ultimi anni Budinger si è ritrovato a dover emigrare in Europa per continuare la sua carriera, disputando la stagione 2016-17 con la maglia del Baskonia Vitoria (insieme ad Andrea Bargnani). Budinger però per sua stessa ammissione non si è ambientato bene alla pallacanestro europea soprattutto per la lontananza da casa che gli impediva di avere rapporti con i suoi familiari, e per questo nell’ultimo anno ha deciso di cambiare totalmente vita tornando ad un suo vecchio amore: la pallavolo.

Una passione (e un talento) che nascono da lontano

Budinger, infatti, è sempre cresciuto giocando due sport come i suoi fratelli: da una parte il basket, cominciato all’età di 6 anni, e dall’altra la pallavolo, cominciata cinque anni dopo. Al liceo ha avuto talmente tanto successo da meritarsi la nomina come Mizuno National Player of the Year della rivista Volleyball Magazine nel 2006, a testimoniare che il talento c’era anche in quello sport sin dalla precoce età. Le due università losangelene che lo avevano corteggiato, UCLA e USC, gli avevano addirittura proposto una doppia borsa di studio sia per il basket che per la pallavolo, ma al tempo Budinger decise di concentrarsi solo sulla pallacanestro andando ad Arizona. “Il mio pensiero al tempo era che avrei sempre fatto in tempo a tornare alla pallavolo, perciò ho preferito vedere fino a dove mi avrebbe portato il basket” ha spiegato lui in un lungo articolo su Sports Illustrated in cui ha raccontato la sua decisione. Budinger, infatti, non ha mai abbandonato la sua vecchia passione, continuando a giocare a beach volley durante l’estate con un gruppo di amici per mantenersi in forma senza pesare troppo sulle sue giunture. In una di quelle occasioni sulla spiaggia di Hermosa Beach ha incontrato il professionista Sean Rosenthal, che nel 2008 e nel 2012 aveva rappresentato gli Stati Uniti alle Olimpiadi insieme al suo ex partner Jake Gibb.

La nuova partnership con Rosenthal: l’obiettivo è Tokyo 2020

I due sono sempre rimasti in contatto da lì in poi e l’idea di giocare insieme una volta conclusa la carriera nel basket di Budinger aleggiava già da qualche anno, anche se forse nessuno dei due si aspettava che sarebbe arrivata così presto visto che l’ex Rocket ha compiuto da poco 30 anni. “Sean mi ha chiamato chiedendomi dov’ero a livello di testa in quel momento e se c’era anche solo una remota possibilità di giocare insieme” ha raccontato Budinger. “Ci siamo incontrati per un caffè e gli ho confessato che non ero sicuro se continuare a giocare lontano da casa o se fare il passaggio al beach volley. Lui mi ha proposto di fare qualche settimana di allenamenti insieme e a quel punto mi sono deciso: ‘OK, andiamo in fondo con la pallavolo, sono pronto a smettere con il basket. Andiamo’”. Una scelta rischiosa tanto per lui (che ha rinunciato ai guadagni di un giocatore di pallacanestro professionista) quanto per il 38enne Rosenthal, scegliendo un partner senza alcun passato da professionista: “Ho voluto rischiare perché avevo già giocato con chiunque avrei potuto scegliere al suo posto, perciò ho voluto fare una scommessa a basso rischio e ad alto rendimento” ha spiegato Rosenthal. “Non pensavo che cominciando con lui avrei perso molto di più rispetto a uno qualsiasi degli altri partner che avrei potuto scegliere. Ritengo che nel momento in cui riusciremo a trovare la giusta chimica, la giusta fiducia l’uno nell’altro e l’abitudine ai ritmi del beach volley ai livelli più alti, potremo fare bene. So che sembra molto, ma può farcela: a livello di capacità ne è assolutamente in grado”.

I primi risultati sono stati altalenanti, ma entrambi sono consapevoli che per raggiungere l’obiettivo dichiarato – le Olimpiadi di Tokyo 2020 – ci sarà moltissimo lavoro da fare, anche perché ci sarà spazio solo per un’altra coppia oltre a Phil Dalhausser e Nick Lucena, quasi sicuri di far parte della spedizione nipponica. La competizione sarà feroce, ma non è mai stato un problema: “Partiamo da lontanissimo e abbiamo poche chance, ma l’obiettivo sono le Olimpiadi. Nel momento stesso in cui ho cambiato sport, mi sono detto che voglio partecipare ai giochi olimpici nel corso della mia vita. Per ora, però, andiamo avanti un giorno e un torneo alla volta”. Chissà che i capelli rossi di Chase Budinger non tornino sui vostri teleschermi di questi tempi tra due anni.