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Mercato NBA, Marcus Smart "ferito e disgustato" dal comportamento di Danny Ainge

NBA

La guardia dei Boston Celtics, attualmente sul mercato come restricted free agent, non ha ricevuto neanche un'offerta di rinnovo da parte della sua squadra, e in particolare dal GM Danny Ainge. "Un comportamento che lo ha ferito e disgustato", ha commentato una fonte vicina al giocatore

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Dopo i botti di inizio mercato, negli ultimi giorni la situazione in NBA sembra procedere con una calma apparente, anche perché i nomi più grossi rimasti sono più o meno tutti dei restricted free agent. Con poco spazio salariale in giro e il coltello dalla parte del manico per le squadre che li detengono (data la possibilità di pareggiare qualsiasi offerta), non è semplice capire chi offrirà per chi – e per questo si finisce in una sorta di stallo. Tra questi giocatori ricade anche Marcus Smart, che dopo aver dichiarato pubblicamente di essere un giocatore da almeno 14-15 milioni di dollari, è stato lasciato da solo, senza ricevere neanche una chiamata dai Boston Celtics. “Ama i Celtics, ma i grilli che sta sentendo [ovverosia il silenzio da parte dei biancoverdi, ndr] lo hanno ferito e disgustato” ha dichiarato una fonte anonima a lui vicina che ha parlato con il Boston Herald per smuovere le acque. E considerando che Dante Exum, un giocatore che da quando è entrato in NBA ha dimostrato molto meno di lui, ha ricevuto un triennale da 33 milioni di dollari complessivi. “Ma non è tanto quello a infastidire Marcus, quanto il fatto che non abbia avuto alcuna comunicazione con Danny” ha spiegato la fonte. “Pensava che ci sarebbe stato qualche tipo di accordo di tre o quattro anni giusto per far vedere che erano interessati, ma l’unica offerta che ha ricevuto è la qualifying offer e non c’è stata alcuna conversazione da quando si è aperta la free agency”. Il contratto a cui fa riferimento, la qualifying offer, è un accordo “ponte” di un anno che permette alla squadra di detenere i diritti del giocatore e quindi di pareggiare qualsiasi offerta, ma allo stesso tempo permette al free agent di avere una “rete di salvataggio” nel caso in cui non arrivino offerte migliori sul mercato, diventando unrestricted un anno dopo. “Se quella è l’indicazione che gli stanno dando, allora lui è pronto a giocarsi il suo anno e a ripresentarsi tra un anno sul mercato. Ma i Celtics non ci fanno una bella figura: come successo con Isaiah Thomas un anno fa, Marcus ha giocato su un infortunio e ha fatto di tutto per tornare in tempo per i playoff. Ci mette tutto il suo cuore ogni singolo giorno per quella squadra: per questo è ferito e disgustato per come stanno andando le cose. Ma sapete cos’altro? Ormai l’ha superata, bisogna andare avanti”.

Ainge non parla, la partita a scacchi continua

Sarà, ma la free agency è pur sempre e solo all’inizio: può darsi che i Celtics stiano aspettando di capire quali sono le possibilità più grosse sul mercato (Kawhi Leonard?) prima di procedere con il piano B, oppure stanno semplicemente lasciando Smart senza alcuna offerta per guadagnare un vantaggio in sede di contrattazione. Anche solo qualche milione risparmiato significa diminuire la luxury tax a fine anno, oltre che nel caso rendere più scambiabile il contratto di Smart se le opportunità dovessero richiederlo: come sempre accade con Ainge (che ha preferito non parlare nel pezzo), il business viene prima di qualsiasi altra cosa e non gli interessa quali altri accordi sono già stati sottoscritti da altre parti. Può anche essere, peraltro, che delle negoziazioni ci siano state (nel pezzo viene detto che le comunicazioni si sono interrotte qualche giorno prima della free agency) e che semplicemente l’accordo proposto dai Celtics non sia piaciuto a Smart, portandolo a cercare di mettere pressione ai biancoverdi attraverso la stampa. Sarà una partita a scacchi che andrà avanti ancora per qualche tempo: il vantaggio rimane sempre