In attesa della chiusura ufficiale del contratto con i Thunder, l'ex All-Star dei Knicks si sta già muovendo alla ricerca della sua nuova squadra, a partire dai Rockets "incontrati" in maniera informale da uno dei suoi agenti durante la Summer League
OKC-ANTHONY, DIVORZIO VICINO: I THUNDER RISPARMIANO 100 MILIONI
L’inizio di luglio è un periodo di transizione in NBA, tra il mercato che di giorno in giorno cambia le composizioni dei vari roster e la Summer League che diventa il primo banco di prova per giovani più o meno promettenti. Due momenti in apparenza distanti, ma che in realtà si parlano e si contaminano molto più di quanto sembra. L’ultimo esempio di come si faccia mercato anche a bordocampo durante le amichevoli di fine stagione è quanto accaduto nelle scorse ore a Las Vegas. Bay Frazier, uomo forte del gruppo che segue gli interessi di Carmelo Anthony, è stato pizzicato durante la gara tra Houston Rockets e Golden State Warriors, seduto di fianco a buona parte dello stato maggiore dei texani. Lui, Mike D’Antoni, il proprietario Tillman Fertitta, John Lucas II e Chris Paul sono rimasti a lungo a parlare e confrontarsi. Soprattutto CP3, fresco di rinnovo multimilionario, si è sbilanciato durante l’amichevole conversazione (durata quasi tutto il primo tempo della sfida), facendo da sponsor al suo amico di una vita, ormai ai ferri corti con gli Oklahoma City Thunder. In attesa di capire se per Anthony converrà procedere con il buyout, oppure muoversi via trade (dall’altra parte c’è anche la necessità di OKC di liberare spazio e ridurre l’imponente monte salari), i Rockets stanno iniziando a segnare il terreno, felici di poter eventualmente mettere le mani su un tiratore e realizzatore di razza come l’ex All-Star dei Knicks. Houston infatti ha perso per strada una pedina fondamentale come Trevor Ariza, convinto dai 15 milioni di buoni motivi messi sul piatto dai Phoenix Suns, difensore e tiratore in grado di allargare il campo. Anthony invece non fa di certo della protezione del ferro la sua dote principale, spesso disfuzionale quando è costretto a vedersela con avversari che cercano di sfruttare le sue debolezze. Per questo il suo eventuale inserimento in squadra sarebbe tutt’altro che scontato, fatto salva la metà campo offensiva in cui, in un sistema come quello dei Rockets, può diventare letale anche grazie agli assist dell’amico CP3. Dopo aver fatto di tutto per convincere la dirigenza a prenderlo, sarà compito dello stesso Paul non fargli fare brutta figura.