
Dagli esordi in Italia con la maglia di Reggio Calabria all'ultima gara contro i Golden State Warriors lo scorso 24 aprile. In mezzo una carriera da Hall of Fame durata 23 anni: da ripercorrere in tutti i suoi momenti più significativi

TUTTO MANU | Una carriera lunga 23 anni, 16 trascorsi nella NBA, tutti con la maglia dei San Antonio Spurs. Tante vittorie, tanti momenti indimenticabili: i 4 anelli vinti in nero-argento, il premio di sesto uomo dell’anno vinto nel 2008, le due apparizioni all’All-Star Game. E poi le imprese in ambito internazionale, dagli inizi in Italia all’oro olimpico (battendo proprio la nazionale azzurra) con la maglia dell’Argentina nel 2004 ad Atene. Ecco i momenti più belli della carriera di Manu Ginobili

VIOLA REGGIO CALABRIA (1998-2000) | Gioca 35 partite al suo primo anno in Italia, in serie A2 con Reggio Calabria, sfiorando i 18 punti a partita. Si dichiara per il Draft di quell’anno (1999) e viene scelto dai San Antonio Spurs al secondo giro, con la scelta n°57. Resta però a Reggio Calabria per una seconda stagione, stavolta in A1: va vicino a trascinare la Viola in semifinale scudetto e dimostra di non risentire per nulla del cambio di categoria, confermando cifre vicinissime ai 18 punti a sera.

VIRTUS BOLOGNA (2000-2002) | I successi a Reggio Calabria gli valgono la maglia della Virtus Bologna, con la quale in due anni vince praticamente tutto: uno scudetto (nel 2001, nel derby di finale contro la Fortitudo), due Coppe Italia e l’Eurolega conquistata battendo il Tau Vitoria nella quinta e decisiva partita, quando viene nominato anche MVP. Segna 16 punti di media al suo primo anno in maglia Virtus, quasi 20 nel secondo. È pronto per sbarcare nella NBA.

MONDIALI 2002 | Il Mondiale di Indianapolis regala a Ginobili un argento dolce-amaro. Dolce perché la sua Argentina elimina Brasile e poi la Germania dell’MVP Dirk Nowitzki per arrivare a giocarsi l’oro contro la Jugoslavia, ma proprio nella semifinale il giocatore ex-Bologna si fa male alla caviglia ed è costretto a saltare la finalissima, che l’Argentina finisce per perdere solo all’overtime. C’è comunque una medaglia d’argento da festeggiare e mettere in bacheca.

LO SBARCO IN NBA | Dopo quattro anni in Italia e l’avventura ai Mondiali conclusa con l’argento – tre anni dopo essere stato scelto al Draft NBA – Manu Ginobili decide di sbarcare nella NBA, con i San Antonio Spurs.

L’ESORDIO NBA, CONTRO KOBE BRYANT | Il 29 ottobre 2002 è la data del debutto NBA di Manu Ginobili: esce dalla panchina, gioca venti minuti e segna 7 punti, cui aggiunge anche 4 recuperi. Di fronte i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant, che segna 27 punti ma non riesce a evitare la sconfitta gialloviola contro gli Spurs: l’esordio di Manu è bagnato da una vittoria.

LA PRIMA PARTITA DI PLAYOFF | Il suo esordio nei playoff è una sconfitta, in overtime contro Phoenix al primo turno dei playoff della Western Conference 2003. Tira 2/9 e segna 11 punti, ma 26 punti di Stephon Marbury guidano Phoenix alla sorprendente vittoria esterna. La serie va sul 2-2 prima che gli Spurs vincano le ultime due partite necessarie a superare il turno.

LE PRIME FINALI NBA, NEL 2003 CONTRO I NETS | Prime finali e subito primo titolo NBA per Manu: trenta minuti di media sul parquet, le ultime tre chiuse anche in doppia cifra di media

IL PRIMO TITOLO NBA | Un successo condiviso con Tim Duncan e Tony Parker; la prima pietra angolare nella carriera di un trio che ha fatto la storia delle ultime due decadi in NBA

OLIMPIADI 2004, LA VITTORIA CONTRO GLI USA | Da quando gli USA hanno ‘sdoganato’ il Dream Team alle Olimpiadi, la sua Argentina è stata l’unica a batterli e impedirgli di conquistare la medaglia d’oro olimpica. Una semifinale storica conquistata contro i vari Duncan, Iverson, James e Marbury e chiusa con 29 punti segnati in faccia ai migliori

OLIMPIADI 2044, LA FINALE CONTRO L’ITALIA | La nazionale azzurra si gioca l’incredibile chance di mettersi al collo un oro olimpico ma le speranze italiane si scontrano contro l’Argentina della “generacion dorada”: non bastano i 12 punti a testa di Gianmarco Pozzecco e di Matteo Soragna e i 10 di Rombaldoni: l’Italia deve arrendersi a Ginobili & company ma festeggia un argento che vale quasi un oro.

LA MEDAGLIA D’ORO OLIMPICA | Ginobili chiude la partita di finale con 16 punti, 6 assist e 6 rimbalzi, 25 li aggiunge Scola e 17 Montecchia. È forse il trionfo più bello della carriera di Ginobili, perché arriva con la maglia della sua nazionale e con un gruppo di compagni che prima di tutto sono amici, e con i quali ha condiviso mille avventure.

48 PUNTI CONTRO I SUNS, IL SUO CAREER HIGH | Contro Phoenix San Antonio la spunta solo dopo un tempo supplementare: servono tutti i 48 punti di un pazzesco Ginobili, che tira 16/22 dal campo con 5/7 dalla lunga distanza e 11/12 dalla lunetta. Ci aggiunge 6 assist e 5 rimbalzi, trascinando i suoi al successo in quella che rimane la sua miglior performance realizzativa in 16 stagioni NBA.

LA PRIMA APPARIZIONE ALL’ALL-STAR GAME | Si gioca a Denver, Colorado e in uscita dalla panchina per una Western Conference che vanta un quintetto con Tracy McGrady, Kobe Bryant, Kevin Garnett, Tim Duncan e Yao Ming c’è anche Manu Ginobili, al suo esordio tra le “stelle” NBA. L’argentino si prende sei tiri e segna 8 punti, ma l’Ovest perde la sfida contro la Eastern Conference guidata dall’MVP Allen Iverson.

DI NUOVO IN FINALE NBA, CONTRO I PISTONS NEL 2005 | San Antonio mette in fila Denver, Seattle e Phoenix per tornare in finale NBA dopo il trionfo del 2003. In finale ci sono i Detroit Pistons, che trascinano gli Spurs a sette gare, dando davvero filo da torcere ai texani. E nella settima e decisiva sfida, accanto ai 25 punti di Tim Duncan risaltano i 23 dell’argentino (con 8/13 al tiro), che mette la sua firma sul secondo titolo NBA della sua carriera.

IL SECONDO TITOLO NBA | Solo un Duncan che viaggia a più di 20 punti e 14 rimbalzi di media toglie a Ginobili il premio di MVP delle finali 2005: il n°20 degli Spurs chiude le sette sfide contro Detroit con 18.7 punti a sera, quasi 6 rimbalzi, 4 assist e 1.3 recuperi di media, elemento fondamentale per coach Popovich per arrivare all’anello 2005.

ANCORA IN FINALE NBA, CONTRO CLEVELAND NEL 2007 | Ginobili e gli Spurs si scontrano in finale NBA contro James e i Cavs dopo aver travolto sulla strada per l’anello Nuggets, Suns e Jazz. Alla terza finale in cinque anni, San Antonio tiene a battesimo sul palcoscenico più prestigioso LeBron James, che trascina a lottare per l’anello una squadra “improbabile”.

IL TERZO TITOLO NBA | Non c’è molta storia tra una squadra di veterani come gli Spurs, completa ed esperta, e i giovani Cavs guidati da LeBron: un secco 4-0 per i texani, che festeggiano il terzo titolo del millennio con Tony Parker MVP ma con l’argentino ancora una volta protagonista. Ginobili chiude le 4 gare di finale con quasi 18 punti e 6 rimbalzi di media.

UNA SFIDA EPICA CONTRO LEBRON JAMES | Nell’ultima gara prima del break per l’All-Star Game, gli Spurs fanno visita alla Q Arena, a casa di un LeBron James ispiratissimo. Il n°23 chiude con 39 punti, 9 assist e 6 rimbalzi ma trova chi fa meglio di lui: è Manu Ginobili, che si ferma a due punti dal suo career high segnando 46 punti con 15/20 al tiro e 8/11 da tre punti. “È stato incredibile”, dice James del suo avversario di serata.

MIGLIOR SESTO UOMO NBA NEL 2008 | La sublimazione del concetto di sesto uomo, un leader e talento unico disposto a uscire dal quintetto titolare (rinunciando a parte del successo personale) per mettersi a disposizione della squadra. Quella stagione arrivarono però anche un bel po’ di canestri: 19.5 punti di media (massimo in carriera), 4.5 assist e 4.8 rimbalzi. Cifre mai più replicate in carriera

OLIMPIADI 2008 INFORTUNIO | Ginobili non giocò la finale per il 3° posto a causa di un infortunio alla caviglia subìto in semifinale, ma guidò da protagonista la selezione in tutte le altre sfide del torneo olimpico

BRONZO OLIMPIADI 2008 | Dopo l’oro 2004 arriva un’altra medaglia per una nazionale che grazie a lui (e a un gruppo unico di talenti), riesce a battere la Lituania e prendersi un’altra medaglia olimpica

LA SECONDA CONVOCAZIONE ALL’ALL-STAR GAME 2011 | Per uno come lui non un evento da festeggiare, ma il meritato riconoscimento di una carriera in cui ha spesso lasciato spazio ai compagni, senza badare alle statistiche e privilegiando le giocate vincenti (che non finiscono nel boxscore a fine gara)

QUINTA FINALE NBA, CONTRO GLI SPURS NEL 2014 | Dopo le prestazioni in chiaroscuro contro gli Heat di 12 mesi prima, l’argentino (e tutta San Antonio) si prendono un’enorme rivincita contro Miami, anche grazie a un paio di zampate del n°21. L’urlo “Ginobili al ferro” è uno dei più grandi highlights della sua carriera

VENDETTA, DOLCE VENDETTA: IL QUARTO TITOLO NBA | Dopo l’unico passaggio a vuoto in finale, arriva il quarto titolo che mette il sigillo vincente forse sulla più bella versione degli Spurs targati Duncan-Parker-Ginobili. Una squadra divertente, in anticipo rispetto ai tempi per stile di gioco, capacità di allargare il campo e performare a un ritmo diverso dagli altri

L’ULTIMA PARTITA NBA | 24 aprile 2018: una data che resterà nella storia del Gioco come l’ultimo giorno in cui Manu Ginobili ha calcato un parquet NBA. Ventiquattro minuti in campo (entrando come al solito a gara in corso): dieci punti, sette assist e cinque rimbalzi in una gara-5 contro gli Warriors in cui a guidarlo dalla panchina c’era Ettore Messina. Il cerchio che si chiude dopo 23 anni di carriera