Please select your default edition
Your default site has been set

Belinelli a Sky: "Spurs, che strano tornare a San Antonio senza Manu"

NBA

Pietro Colnago

Pronto a ritornare agli Spurs e per la prima volta dopo tanti anni lontano dal ritiro dell'Italia, il nuovo n°18 di San Antonio ci racconta le sue sensazioni a poco più di un mese dall'inizio della stagione: "In Texas si gioca sempre per vincere, anche senza Duncan e Ginobili"

Per la prima volta nella sua carriera Marco Belinelli torna su una strada che ha già percorso, un sentiero che è già stato tracciato, una squadra con cui ha già giocato: i San Antonio Spurs. Cambia il numero: aveva il 3 quando ha vinto il titolo, ora avrà il 18 (“per vincerlo con un numero diverso”, dice lui). Sarà una squadra diversa rispetto al passato, perché i grandi senatori non ci sono più e anche a lui verrà chiesto un contributo ulteriore: “Mi hanno voluto per dare un contributo importante fin da subito. Non so sarà in quintetto o dalla panchina, tanto per me la cosa importante è giocare e fare le cose che servono alla squadra”. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui a margine dell'evento milanese organizzato per presentare l'uscita del gioco di NBA 2K19.

Una San Antonio molto diversa da quella di qualche anno fa…

"Già entrare nello spogliatoio sarà particolare: io ero seduto in mezzo tra Ginobili e Duncan, e non ritroverò nessuno dei due. Manu soprattutto mi ha dato tantissimo, aiutandomi nei primi giorni a San Antonio per capire il sistema e mi è sempre stato vicino. Poi io e lui giocavamo veramente bene assieme quando eravamo in campo, una cosa molto importante".

Senza la loro esperienza, quali sono gli obiettivi degli Spurs?

"Magari non partiamo come favoriti, ma è sempre stato così nella storia dei San Antonio Spurs. Negli ultimi 20 anni hanno sempre cercato di vincere il titolo NBA tutti gli anni, e questo è importante per fare una buona stagione. Ovviamente non sarà facile anche per le avversarie fortissime della Western Conference: LeBron James è andato ai Lakers, DeMarcus Cousins è andato a Golden State, il livello è molto alto".

LeBron, ennesimo cliente scomodo a Ovest.

"È un giocatore fortissimo, dominante: se non sbaglio è sempre andato in finale NBA negli ultimi otto anni. Quest’anno coi Lakers avrà una squadra diversa rispetto al passato: ha giocatori di talento, ma sarà difficile per lui vincere un titolo da subito. In questi quattro anni di contratto che ha firmato però almeno uno o due li porterà in città".

Per te invece, dopo tanti anni in azzurro, niente ritiro con la Nazionale.

"In tutti questi anni in cui ho fatto parte della Nazionale, anche se non sono arrivati risultati positivi, alla fine portare quella maglia ed essere parte di quel gruppo è una descrizione indescrivibile. Mi manca, ma per tanti motivi e per come si sono organizzate le cose con la FIBA è difficile, però sicuramente sono vicino alla squadra. Andrò a trovare i ragazzi a Bologna quando tornerò da San Antonio e spero veramente che possano qualificarsi per i Mondiali. Li vedo molto uniti, ci sono tanti giocatori che hanno voglia di vincere e di dimostrare cosa sanno fare: posso solo augurargli il meglio e dire loro che li seguirò da lontano".