Allenamenti improbabili, frasi motivazionali fuori luogo e un solo e unico Re incontrastato dell’estate: in questo 2018 i giocatori NBA hanno tirato fuori il meglio del loro repertorio su Instagram
A un primo sguardo, i giocatori NBA sono l’unica categoria ad avere le ferie più lunghe degli insegnanti. Alcuni sono già in vacanza a metà aprile, i più bravi resistono fino a fine giugno, ma tutti inesorabilmente si lanciano in un’estate senza fine. Infatti la stagione regolare riparte a fine settembre, lasciando tra i tre e i cinque mesi per viaggi e follie varie.
Ovviamente l’off-season non è solo un momento di svago, ma un periodo durante il quale ogni giocatore dà il massimo negli allenamenti individuali per presentarsi ai nastri di partenza con un qualche vantaggio competitivo in più rispetto all’anno precedente. Si dice che ogni campione che si rispetti torni dalle vacanze con un movimento in più e con qualche difetto in meno. Quindi è più che normale vedere centinaia di foto di corpi al lavoro, con la palla in mano o dietro un macchinario ad alzare il loro peso in ghisa. Dopo il duro lavoro in palestra, però, c’è anche il giusto divertimento e voli intercontinentali verso gli angoli più inaccessibili del globo, per staccare la spina e ricaricare le batterie consumate dalle infinite partite stagionali.
Se non avete avuto il tempo o la voglia di seguirli durante la lunga estate, non c’è problema: abbiamo setacciato per voi i vari profili Instagram, raccogliendo gli scatti più improbabili, le vacanze più invidiabili, gli scenari perfetti per incorniciare un ricordo, perché ormai metà del gusto della vacanza è fare invidia a tutti gli altri. Ecco quindi un album fotografico da sfogliare se volete sapere che fine abbiano fatto i vostri protagonisti preferiti o se semplicemente vi mancano da morire come a noi.
Miglior foto fitness
Come detto sopra, l’estate è il momento giusto per chiudersi in palestra e mettere giù un piano di allenamenti non inficiati da continue partite e trasferimenti. C’è chi prende questo periodo con grande serietà e si presenta ai nastri di partenza teso come una corda di violino e chi invece si concede qualche JustEat di troppo. In questo caso però meglio non mettere certe foto su Instagram (vero John Wall?).
ENES KANTER
C’è qualcosa in Enes Kanter che non ti permette mai di tifare sempre e solo per lui. Nonostante la lotta contro Erdogan, la bromance con Steven Adams, la costante presenza social, rimane una costante ambiguità nello sviluppo del suo personaggio pubblico che lascia spesso sospettosi. Il motivo sono anche queste foto da Jersey Shore, in cui l’ironia sembra solo un modo per prendersi ulteriormente sul serio.
MYLES TURNER E DOMANTAS SABONIS
Avete presente quando su Facebook incappate in foto delle vostre compagne del liceo con le quali avete perso tutti i contatti e ve le ritrovate insaccate dentro nastri oro-arancio pronte a librarsi nell’aria? Ecco.
KELLY OUBRE
Qualcuno sa perché “Tsunami Papi” si allena ad agosto con i beanie da settimana bianca? Rispondete grazie.
MARKELLE FULTZ
Ogni immagine di Markelle Fultz in palestra è stata osservata, scansionata e analizzata da ogni singolo abitante di Philadelphia tanto da rendere attuale Nietzsche quando diceva che non esistono fatti, ma solo interpretazioni. Fultz ha davvero imparato a tirare in un’estate come in un film di formazione adolescenziale? Drew Hanlen è lo yoda di questa generazione di rookie? Vi prometto che risponderò quanto prima a tutte queste domande.
LEBRON JAMES
Alla fine nessuno ha la costanza, la dedizione e la voglia di perdersi il sole estivo chiuso dentro una palestra al solo scopo di diventare più forte ogni anno che passa. Come esplicita nella descrizione, dall’essere scelto a diventare il “Chosen One” c’è di mezzo un mare di sudore, fatica e rinunce. Ad esempio quella alla caccia al titolo per andare a vivere a L.A..
Miglior altro sport
L’off-season è anche il periodo perfetto per dedicarsi agli altri sport che sono stati sacrificati sull’altare del professionismo cestistico. Ma il semplice fatto che molti giocatori abbiano scelto la palla da basket come compagna per la vita non significa che d’estate non si possano concedere delle sacrosante scappatelle.
CHRIS PAUL
CP3 è tanto feroce sul campo quanto tenerone fuori, dove si dedica spesso ad iniziative benefiche, in particolar modo verso i ragazzi. Qui si fa impallinare dai pulcini di una squadra locale, preparandosi a quello che potrebbe succedere nelle Finali a ovest contro i Golden State Warriors.
DONOVAN MITCHELL
Mitchell fino al liceo non aveva ancora deciso se dedicarsi al basket o al baseball. Alla fine molto probabilmente ha fatto la scelta migliore, ma non dimentica mai la sua altra passione, come dimostra il numero di maglia che usa a Utah, omaggio alla carriera nelle Minors di Michael Jordan. Il manico da battitore a Donovan è rimasto intatto, tanto che appena scende in campo in una partita all’Università di Houston si spara un fuoricampo bellissimo. Forse avrà pensato che la pallina fosse Ben Simmons.
JOEL EMBIID
Le leggende narrano di come Embiid, prima di incontrare Luc Mbah a Moute, non sapesse neanche cosa fosse una palla da basket e l’unica sua passione fosse il calcio. E infatti quando è tornato quest’estate nel suo paese natio non ha perso tempo e si è lanciato in una partita su un campo inclinato alla Holly & Benji. Addirittura, contro qualsiasi precauzione dello staff medico dei Sixers, si è lanciato in una pregevole rovesciata.
PAUL GEORGE
Quando George ha scelto di rimanere a Oklahoma smentendo tutte le voci che lo volevano già in volo per Los Angeles sponda Lakers, si è capito che evidentemente non era rimasto ipnotizzato dalle mille luci della Città degli Angeli. E in effetti non sembra il tipo da vita mondana, come dimostra il fatto che sono due anni che organizza un torneo di pesca sportiva. Però, almeno in segno di rispetto verso i tifosi dei Lakers, potrebbe evitare di organizzarlo in un lago appena fuori Los Angeles.
GIANNIS ANTETOKOUNMPO
Giannis, Thanasis e Alexandros tornano da divinità nella loro Atene guidando oltre 25.000 persone per le strade dell’Acropoli in una cinque chilometri. Una corsetta per aiutare i bambini di Kivotos Tou Kosmou, che in greco significa “l’Arca del Mondo” e salva dalla strada le madri e i figli in condizioni d’indigenza. Un luogo simile a quello che ha accolto gli Antetokounbros e gli ha consentito di diventare multimilionari attraverso lo sport. Una fortuna che ora stanno restituendo una falcata chilometrica dopo l’altra.
Miglior vacanza sponsor
Firmare un contratto con uno sponsor tecnico non significa solo ricevere assegni pieni di zeri, ma anche accettare di indossare qualsiasi tipo di calzatura ti venga proposta e passare gran parte delle proprie vacanze in qualche strano posto del mondo ad incontrare folle adoranti che prima di quel momento ti avevano visto solo in televisione o sul pc.
RUSSELL WESTBROOK
Il tour di Westbrook in giro per il mondo lo ha portato ovviamente anche a Pechino, la vera capitale del basket americano in off-season. In questo carrello di immagini West ripercorre un’iconografia ben consolidata, fatta di scatti simmetrici, bambini cavie ed esibizioni sul parquet. Quella che preferisco però è la terza, dove inscena un remake del video di Jamie XX, Gosh.
KLAY THOMPSON
In altri anni non avrebbe avuto rivali: i momenti migliori di “China Klay” sono da mettere dentro delle sonde e lanciare nello spazio nel caso in cui gli alieni volessero mai sapere quali forme di vita si aggirano sulla Terra. Quest’anno purtroppo non ci ha regalato le magie delle scorse estati, ma questa istantanea catturata dal profilo ufficiale di Anta ci riporta agli antichi fasti: Klay impanicato perché sta perdendo una sfida arcade contro una cinese di mezza età come manifesto politico di un’epoca più semplice, quando le estati erano solo videogiochi a cabina, ghiaccioli con il manico di liquirizia e falò sulla spiaggia.
BISMACK BIYOMBO
Più adulto invece l’impegno di Biyombo, che è andato fino a Parigi per partecipare come ospite d’onore al torneo di street basketball più cool del vecchio continente. Speriamo che quelli del Quai54 gli abbiano regalato anche il paio di Jordan di quest’anno perché erano molto belle.
FRANK KAMINSKY
Ok, questa non è davvero una vacanza sponsorizzata, ma in un mondo migliore HBO avrebbe pagato la famiglia Kaminski per andare a farsi i selfie a Dubrovnik sulle mura fortificate di King’s Landing. La terza foto è anche un enorme spoiler dell’ottava stagione: non dite che non vi avevamo avvertiti.
MARC GASOL
Il più piccolo dei fratelli Gasol ha scelto la sponsorizzazione più sottile, quasi invisibile se non fosse per i caschetti rossi di Open Arms. Mentre noi ci facevamo i mojiti in spiaggia a petto nudo, cercando di rimorchiare con Takagi & Ketra, Gasol salvava vite nel Mediterraneo, facendoci sentire ancora più piccoli di quello che siamo dopo una puntata di Bojack Horseman.
Miglior vacanza introspettiva
La vacanza introspettiva non è una vera vacanza. È un viaggio, un itinerario, un percorso in cui la metà non è un luogo geografico ben specificato, bensì si snoda dentro l’interiorità stessa dell’avventuriero, verso la scoperta di sé. Come scriveva Saramago: “Il viaggiatore non è un turista, è un viaggiatore. C’è una grande differenza. Viaggiare significa scoprire, il resto significa semplicemente trovare”. Ecco quindi tanti novelli Alexander Supertramp che si concedono due settimane di pura avventura prima di tornare al grigio delle loro vite. Anche i giocatori NBA, quando i loro impegni glielo permettono, cercano di ritagliarsi sempre il tempo per far un salto in qualche foresta vergine per le foto da giocarsi con le inspirational quotes. Tanto in un epoca nella quale un Milano-Bangkok costa come un Sushi Fusion, tutti possono far finta di andare a tessere le mappe con Boetti in Afghanistan.
MILES PLUMLEE
Miles Plumlee al Burning Man è il trionfo del camp, piuttosto che del camping. Non c’è nulla di autentico nelle sue foto: il suo corpo scolpito dall’esibizionismo stride con un raduno di freaks nel deserto, i suoi vestiti finto hobo comprati per l’occasione provocano solo irritazione per l’appropriazione culturale effettuata dal più inutile dei Plumlee. Ovviamente le citazioni poetiche abbondano.
DEVIN BOOKER/D'ANGELO RUSSELL
I due grandi amici fin dai tempi del liceo quest’estate sono andati a fare la vacanza che fanno tutti quelli che si sono appena salvati dall’esame di maturità: le isole greche. Qui sono in una delle tappe più gettonate per chi vuole sfasciarsi tra le vestigia egee, Mykonos, ritratti in una posa da Outkast periodo Stankonia: Devin in primo piano sulle scale di pietra con le sneakers rosa di Tyler, The Creator, D’Angelo appoggiato in completo bianco Santorini. Il mixtape è in uscita.
JIMMY BUTLER
Tutta la retorica started from the bottom di Butler fa a cazzotti con il suo Instagram, pieno di foto da chi sembra esser nato nella ricchezza più lucente. Ci sono quelle dove sboccia con Mark Wahlberg, quelle in cui palleggia con Neymar o quelle tratte da un editoriale di Vogue a tema “Chiamami con il tuo nome”. Ho scelto questa dove si inventa un salto alla Gene Kelly su una uggiosa strada toscana, probabilmente ancora alterato da una degustazione di Sassicaia. Tutto #findingmyself, possibilmente lontano da Minneapolis.
SERGE IBAKA
Serge Ibaka ha scelto invece la vacanza salmone, a risalire controcorrente verso le proprie origini fino al fiume Congo. A Brazzaville il lungo dei Raptors ha inaugurato la sua fondazione ed è andato a pagaiare con i pescatori locali. Il risultato è però straniante, con Ibaka che sembra vittima di un effetto ottico che lo fa diventare enorme e mette in scala tutto il panorama circostante. Come se fosse uscito da Wakanda per portare aiuto a tutto il mondo africano.
JOAKIM NOAH
Bisogna dare atto a Noah di essere stato il giocatore ad aver interpretato concept con la maggior aderenza e dedizione. Il video in cui compare, con la bandana e la barba decolorata dal sole, perso in una specie di giungla sudamericana che nasconde una cascata dalla quale si intuisce che un suo amico vorrebbe lanciarsi, nonostante Joakim glielo sconsigli, è già un paradigma dell’audiovisivo contemporaneo. Qualcosa che Malick cerca da anni di filmare invano, quella che Deleuze definiva un’immagine-cristallo: nonostante la bellezza del video, esistono molti tifosi dei Knicks che sperano che Joakim faccia la stessa fine dei dinosauri di Tree of Life.
Miglior momento artistico
Come ben sapete i giocatori NBA non sono dei droidi protocollari, ma hanno anche altri interessi, molti dei quali in campi artistici e creativi. E qual è il momento migliore per dare sfogo alle proprie passioni se non gli afosi mesi estivi?
JABARI PARKER
La prima foto postata da Jabari una volta tornato nella sua città natale di Chicago lo ritrae di schiena mentre si immerge nelle trame e nei colori di una tela di Jackson Pollock. O forse è solo la radiografia del suo crociato anteriore.
KYRIE IRVING
Prima di tornare a New York da free agent nella prossima estate (spoiler), Kyrie ci è tornato da attore per girare la versione cinematografica dello spot della Pepsi che lo ha trasformato in un’icona pop. Interpretando Uncle Drew, Kyrie ha 1) ingigantito il suo star power; 2) capito quanto è difficile vincere a New York, che sia al parco o al Madison Square Garden; 3) imparato a camminare sopra le macchine come in un video dei REM.
DAMIAN LILLARD
“Dame Dolla” invece ha passato la sua estate a sganciare bombe. Che fossero notizie rubate a Wojnarowski o tracce del suo nuovo disco, Lillard non si è fermato un momento, forse anche per paura che Jrue Holiday gli saltasse addosso da un momento all’altro. Con queste abili mosse estive la stella dei Trail Blazers si è così garantito un solido futuro nell’industria dell’intrattenimento, anche se Portland non superasse mai più il primo turno dei playoff.
LONZO BALL
Dame non è l’unico playmaker della costa ovest ad aver messo il proprio volto in cima alle colline di Los Angeles. Lonzo Ball lanciando il suo singolo BITF, dove rappa cose tipo “people hating on the brand, three B's, never sorry”, ha scolpito il suo personale Mount Rushmore con Melo, LiAngelo, LaVar e il suo produttore DMO. “Get your merch, get your merch”.
JAYLEN BROWN
Jaylen Brown è una delle figure più interessanti tra quelle arrivate in NBA negli ultimi anni, come dimostra in questo questo breve commercial. “Non sono sicuro di quale sia la percezione di Jaylen Brown” dice scendendo le scale prima di salutare dei giocatori di scacchi, mimare dei palleggi incrociati per poi sedersi su un pianoforte a mezza coda lasciato chissà perché in una palestra vuota. “Don't do no yoga, don't do pilates, Just play piano and stick to karate”, Jaylen.
King of Summer
Nessuno di questi però ha minimamente sfiorato il misticismo delle vacanze di Carmelo Anthony, ormai decollato verso l’iperuranio dell’esperienza estiva. Non è un caso se le versioni migliori di Anthony si sono sempre rivelate durante la stagione più bella di tutte: Olympic Melo era incastonato durante la manifestazione sportiva più importante al mondo, che non a caso si svolge in pieno agosto; Hoodie Melo invece impazzava in tutti i campetti e le palestre aperte la scorsa estate, vestito come una vedova islamica. Ovviamente nessuno dei suoi Dopplerganger è vissuto più di un’amore estivo e, come hanno imparato a loro spese lo scorso anno in Oklahoma, credere che possa durare di più aumenta solo il rimpianto.
Nonostante tutto gli Houston Rockets hanno deciso di andare all-in su un giocatore che ai playoff ha fatto segnare un notevole -10 di plus/minus e che ha passato tutta l’estate cercando in ogni modo di non toccare un pallone da basket. Ricapitoliamo l’estate infinita di Melo:
- verso fine Aprile i Thunder vengono eliminati da un rookie e lui capisce che è la sua grande occasione per vivere la vida loca. Quindi fa giusto un salto a controllare la sua squadra giovanile di basket a New York e a metà giugno è già a Parigi a farsi versare bicchieri di rosso per strada.
- Poi tappa veloce in hotel, prima di andare tutto camo alle sfilate di Valentino con Harden e P.J. Tucker e poi via verso il Sudafrica per inaugurare il primo campo a suo nome nel continente nero. Visto che ci si trova, non se lo fa ripetere due volte e si lancia in un Safari durante il quale può sfoggiare un altro pattern camouflage, per i quali - abbiamo capito - va molto goloso.
- Seduto sul cassero della sua goletta, Melo indica selvaggina a caso mentre spiega in nota come il non sapere dove sta andando lo ispiri a viaggiare. Quindi, senza alcuna idea di cosa stia facendo, eccolo che riemerge in Qatar mentre distribuisce sigari a dozzine, in quello che lui definisce un weekend “alla Melo”. E sempre mentre è ospite presso gli sceicchi, scatta la foto dell’estate.
Vestito da Imam ma facendo un gesto fraintendibile con gli indici e i pollici, Melo appare come in quelle rare foto dei radicalizzati dall’Isis: un ponte tra oriente e occidente ma con gli occhiali da sole che sembrano aggiunti con un filtro di Instagram. Per fortuna il Qatar non è stato inserito da Donald Trump nella lista degli Stati Canaglia e Melo è potuto tornare a casa, nella sua New York, dove ha aperto un pop-up shop durante la settimana della moda del suo brand, Melo Made. Ovviamente si è presentato vestito tutto camo sotto il cappotto. Come il personaggio di John Cheever, Melo ha attraversato il globo passando da una piscina all’altra, da un bicchiere di Bordeaux ad un cubano fino ad arrivare nella sua nuova casa in Texas.
Togliti di mezzo Tommaso Paradiso: il Re dell’estate è Carmelo Anthony.