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Kevin Durant: “Io miglior difensore NBA? Non mi votano perché mi odiano"

NBA

L'MVP delle ultime due finali NBA si sfoga a una radio di San Francisco: "Sono orgoglioso dei miglioramenti che ho fatto in difesa, ma nessuno mi voterà mai per Difensore dell'Anno, neppure se fossi molto più forte di tutti. Il perché? Ovvio: mi odiano"

LE PAROLE DI KEVIN DURANT A SKY SPORT DURANTE LE ULTIME FINALI NBA

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Tra le pieghe dei primi giorni della nuova stagione, con i Golden State Warriors al lavoro per inseguire il sogno del threepeat, Kevin Durant ha subito attirato l’attenzione su di sé per alcune dichiarazioni rilasciate a una radio della Bay Area, 95.7 The Game, sulla scarsa considerazione attorno al suo nome quando c’è da valutare il suo apporto difensivo e prendere eventualmente in considerazione una sua candidatura al titolo di difensore dell’anno NBA. “Lo sapete benissimo che non mi daranno mai il premio di miglior difensore della lega”, ha affermato il n°35 degli Warriors ai microfoni della radio locale. Spiegando: “Dovrei essere clamorosamente meglio di chiunque altro per costringerli a prendermi in considerazione. Il perché? Ovviamente è una forma di odio nei miei confronti, non apprezzano minimamente le caratteristiche del mio gioco. Ma lo capisco, so benissimo da dove viene [questo tipo di odio], quello che abbiamo creato qui alla Oracle Arena terrorizza chiunque sia lì fuori”. Un approccio da “solo-contro-tutti” che probabilmente riflette l’atteggiamento di tutti gli Warriors in questa nuova annata da campioni in carica, alla ricerca continua di nuove motivazioni per poter mantenere alta la tensione. “Io sono orgoglioso dei miglioramenti che ho dimostrato in questo aspetto del mio gioco, perché volevo che la squadra potesse fidarsi di me nell’affidarmi qualsiasi tipo di avversario”, racconta l’MVP delle ultime due finali NBA. “Ma il discorso dei premi per me ormai è chiuso, morto e sepolto: un conto alle finali, ma per la regular season sono sicuro che non mi prenderanno neppure in considerazione, specialmente finché gioco qui agli Warriors”. Uno sfogo le cui motivazioni sono tutt’altro che campate per aria: il nome di Durant fino alla scorsa stagione non è mai comparso tra quelli dei giocatori capaci di attrarre alcuna preferenza nei voti per il premio di difensore dell’anno, mentre lo scorso maggio – mentre il centro degli Utah Jazz Rudy Gobert trionfava collezionando 466 punti complessivi – l’ala di Golden State di classificava al nono posto con solo 7 punti (due dei 101 giornalisti interpellati lo hanno votato come secondo miglior difensore NBA, uno come terzo). E per uno con lo spirito competitivo di Durant questo suona come un affronto non da poco.