Pochi giorni d'allenamento, qualche confronto e tante dichiarazioni davanti le telecamere: il n°23 giallo-viola sta prendendo le misure a un roster molto particolare e certamente diverso da quelli di cui si è circondato in passato
L’inizio di luglio appare ormai lontano nella memoria di molti, figurarsi in quella di chi da quel momento ha dovuto nuovamente caricarsi le aspettative di tutto il mondo NBA sulle spalle dopo aver scelto di indossare una delle maglie più pesanti dell’intera Lega. La curiosità in quei giorni però si spostò rapidamente da LeBron James ai suoi nuovi compagni di squadra: un gruppo giovane e di talento, in rampa di lancio e pronto ad abbeverarsi alla fonte di consigli che il n°23 dispenserà in spogliatoio. A loro poi nel giro di poche ore si è aggiunta una lunga lista di free agent, non sempre in buoni rapporti con LeBron in passato e dalla complicata gestione in spogliatoio. Scelte che non sembravano tenere conto del fatto che in gruppo adesso ci fosse James (e tutto ciò che ne consegue in termini di “peso” sulle decisioni della franchigia): Lance Stephenson, Rajon Rondo, Michael Beasley e tanti altri che hanno fatto sobbalzare gli appassionati. “Come diavolo conviveranno nello stesso spogliatoio?”. Beh, da tre giorni hanno iniziato a farlo e, almeno a parole, ogni possibile polemica è stata spenta sul nascere. Per questo diventa interessante mettere insieme tutte le dichiarazioni rilasciate da James nelle ultime ore, in cui racconta cosa pensa dei suoi nuovi compagni. L’ultimo commento è stato quello per Lance Stephenson: “Amo Lance (sì, lo ha detto davvero). Come ho già detto più volte, è uno di quelli disposti ad andare contro un muro per qualunque dei suoi compagni”. Polemiche? Tutto dimenticato, così come quando si parla di Rondo. Nessun riferimento al passato coi Celtics: “È un grande amante della sfida, uno che gode della competizione e ti rende la vita impossibile”. L’importante quindi era superare la barricata, passare dall’altra parte e averli al proprio fianco; il tutto assieme a un gruppo di giovani di prospettiva su cui LeBron non ha dubbi. Lonzo: “Credo fortemente che sia destinato a fare grandi cose”. Ingram: “Guardate bene: è la prossima stella pronta a nascere nella Lega”. Kuzma: “La chiamata migliore dell’ultimo Draft”. Mettiamola così: se James dimostrerà delle capacità di previsione comparabili a quelle tecnico/atletiche che mette in mostra sul parquet, i suoi Lakers avranno un futuro costellato di successi. Tanto, se le cose dovessero andare male, le colpe ricadranno sempre su di lui - di certo per una previsione sbagliata.