Prima partita in maglia Raptors per Kawhi Leonard, che torna sul parquet a nove mesi di distanza dall'ultima gara giocata con gli Spurs: 12 punti nel successo di Toronto contro Portland. Minnesota - sempre senza Jimmy Butler - batte Golden State. Vittorie agevoli per Dallas e Utah
GLI HIGHLIGHTS DELLE GARE DELLA NOTTE
Toronto Raptors-Portland Trail Blazers 122-104
Alla Rogers Arena di Vancouver sono bastati pochi possessi del nuovo n°2 in maglia Raptors per far venire gli occhi a cuoricino a tanti tifosi canadesi. Kawhi Leonard torna sul parquet dopo un’eternità per un All-Star come lui: più di otto mesi senza scendere in campo, architettando e portando a termine nel frattempo una storica rottura con gli Spurs. “Credo che tutti abbiano visto quanto fosse ancora arrugginito Leonard – sottolinea Nick Nurse, anche lui all’esordio da capo allenatore – ma è chiaro sin da adesso il livello e la qualità che porta in dote con sé. È un dono per tutti quelli che dovranno ruotargli attorno e sfruttare il suo talento”. Alla sirena finale sono 12 punti e soprattutto 19 minuti di impegno; gli stessi di Kyle Lowry che mette a referto tre punti in più. Il miglior realizzatore della sfida però è Jonas Valanciunas che chiude con 17 punti in uscita dalla panchina. Dall’altra parte invece coach Stotts riparte dalle sue certezze, al termine di un’estate che non ha portato in dote grosse rivoluzioni. Lillard-McCollum-Nurkic continuano a essere la spina dorsale a cui affidarsi, a prescindere dal risultato di un’amichevole mai in discussione negli ultimi 20 minuti e guidata con tranquillità dai canadesi nel secondo tempo.
Golden State Warriors-Minnesota Timberwolves 110-114
Inizia con una sconfitta la nuova stagione dei Golden State Warriors, battuti in casa nel rush finale da quattro punti di Luol Deng negli ultimi tre minuti; unico a muovere la retina e in grado di approfittare della carenza offensiva delle riserve dei campioni in carica. Di Jimmy Butler neanche l’ombra, quindi tocca a Towns e Wiggins (entrambi in doppia cifra) trascinare i compagni. I migliori realizzatori in casa T’wolves però sono Jeff Teague (17 punti con il 50% dal campo) e il redivivo Derrick Rose, pronto all’ennesimo tentativo di rilancio della sua carriera. Dall’altra parte nulla di preoccupante per Steve Kerr, che si gode uno Steph Curry ispirato a inizio gara (quattro triple arrivano nel solo primo quarto) e da 21 punti in 20 minuti. Stesso minutaggio per Kevin Durant e Klay Thompson, che mettono a referto rispettivamente 16 e 17 punti, combinando per altri cinque canestri dalla lunga distanza in totale. “Fantastico”, il commento dell’allenatore degli Warriors, sicuro come gli scorsi anni del quartetto di All-Star titolare e pronto a sperimentare per riempire lo spot sotto canestro. DeMarcus Cousins infatti è ancora lontano dal rientro e molti puntano a prendersi quei minuti: Jordan Bell, in uscita dalla panchina, è stato il più efficace con 10 punti e sette rimbalzi in 16 minuti, ma non sarà certo una partita di preseason a guidare le scelte di Kerr durante la stagione.
Dallas Mavericks-Beijing Ducks 116-63
Oltre 18mila spettatori all’American Airlines Center di Dallas, tutti curiosi di vedere per la prima volta la nuova versione dei Mavericks e soprattutto per osservare da vicino Luka Doncic. La point guard slovena viene schierata come ala piccola in quintetto da coach Carlisle, al fianco di Dennis Smith Jr. e Wesley Matthews, restando sul parquet per 30 minuti (il giocatore più utilizzato) e chiudendo la non competitiva con 16 punti, 5/7 al tiro e lampi che lasciano ben sperare i tifosi che lo hanno già accolto come un beniamino da coccolare. Esordio in maglia Mavs anche per DeAndre Jordan, che chiude con nove punti, otto rimbalzi e ben quattro assist (di certo non la specialità della casa), in una sfida in cui Dallas non ha fatto scendere in campo né Harrison Barnes, né Dirk Nowitzki; tenuti a riposo in vista di impegni più complicati. Questo contro la squadra cinese finisce dopo poco più di un quarto d'ora, quando il divario in campo diventa evidente anche sul tabellone, nonostante i Mavericks diano fondo alla panchina facendo entrare sul parquet tutti i giovani e i prospetti che si stanno allenando in Texas in queste settimane di preparazione.
Utah Jazz-Perth Wildcats 130-72
Dilagano gli Utah Jazz in casa contro la squadra australiana costretta al ruolo di vittima sacrificale nella sfida d’esordio stagionale dei mormoni: il gruppo di Perth ci mette quasi cinque minuti per trovare per la prima volta il fondo della retina, sprofondando sul 15-0 in apertura che segna la partita e toglie ogni sembianza di competitività a un testa a testa che difficilmente avrebbe garantito spettacolo. Grayson Allen, alla prima con la maglia Jazz, ne mette 19 in uscita dalla panchina, mentre il quintetto schierato da coach Snyder è quello che ha convinto qualche mese nella serie playoff vinta contro i Thunder. Gobert chiude con 14 punti e nove rimbalzi, Mitchell con nove punti e dieci tiri tentati, Rubio con cinque assist e un paio di canestri. Un roster pronto a ripartire dunque dalle sue certezze, in attesa di incrociare avversari ben più complicati del Perth Wildcats, con tutto il rispetto.