La point guard degli Wizards ha chiamato la sua estate 2018 "l'estate della separazione": "Perché voglio separarmi dal resto della competizione, visto non c'è nessuno come me". E confessa di non aver gradito per niente il ranking di ESPN, che lo ha messo al n°32
IL DEBUTTO DI LEBRON JAMES CON LA MAGLIA DEI LOS ANGELES LAKERS
John Wall è stato prima scelta assoluta al Draft 2010, MVP al rookie challenge l’anno dopo durante il weekend delle stelle e poi cinque volte All-Star. Eppure, come succede a tutti i campioni che vivono per la competizione, una cosa in estate non gli è andata giù: la point guard degli Wizards è stato declassato in 32^ posizione nel ranking dei giocatori NBA redatto da ESPN. “Per questo ho definito quest’estate ‘L’estate della separazione’. Devo separarmi dal resto della competizione – ha raccontato in una bella intervista al sito The Athletic – far capire la differenza che c’è tra me e gli altri”, dice Wall. Che simili a sé proprio non riesce a trovare nessun altro giocatore nella lega: “In un’epoca in cui tutti vengono paragonati a tutti, io sono orgoglioso di sentirmi il primo e unico John Wall”. Che al via della stagione 2018-19 ha un obiettivo molto chiaro in testa, per lui e per i suoi Wizards: “Voglio almeno 50 vittorie e uno dei primi due posti nella Eastern Conference: voglio raggiungere almeno la finale a Est”. Non parla di titolo l’ex giocatore di Kentucky, e non a caso: “Certo, l’obiettivo finale della mia carriera è quello: da ragazzino sognavo di giocare anche solo una partita nella NBA; poi sono scelto al Draft, sono diventato il simbolo di una franchigia, non potrei veramente chiedere di più. Sento di aver centrato ogni obiettivo che potevo avere, tranne quello di mettermi al dito un anello. Ma non considererò questo campionato un fallimento se non dovessimo vincere il titolo, perché per vincerlo c’è bisogno di fare un passo alla volta e noi alcuni step dobbiamo ancora compierli. Per questo prima voglio concentrarmi sull’arrivare in finale di conference, e provare a vincerla”. Per farlo gli Wizards in estate hanno detto addio a Marcin Gortat rimpiazzandolo con Dwight Howard, una mossa che ha fatto molto discutere per via della reputazione piuttosto sospetta – soprattutto fuori dal campo – del giocatore conosciuto come “Superman”. “Non voglio credere a quello che si dice in giro, il mio approccio è sempre quello di scoprire di persona come sono le persone. E Dwight mi ha promesso di voler cambiare questa sua reputazione, quella di essere sempre un giocherellone, uno che non prende sul serio la pallacanestro, perché è il primo a non esserne contento. Perfetto, ora me lo deve dimostrare”.
“La mia storia al cinema? Voglio Denzel Washington”
Insieme all’arrivo di Howard, secondo Wall l’aspetto più incoraggiante dell’estate degli Wizards è stato “la capacità del nostro management di dare più profondità alla squadra. Ci mancava qualità dalla panchina, gli anni scorsi, e così noi titolari spesso dovevamo restare in campo 40-45 minuti a sera. Da metà stagione in poi la stanchezza si sente, indipendentemente che tu sia in forma o no”. Ora, anche grazie all’esempio dei successi delle altre squadre cittadine (i Capitals campioni in NHL, le Mystics capaci di arrivare in finale WNBA) John Wall vede più vicino il momento in cui anche gli Wizards potranno far festeggiare i propri tifosi. “Vederli vincere quando nessuno se lo aspettava è stato ancora più bello: è come se avessero sfondato una porta per noi, ora è il nostro turno”. Per farlo Washington dovrà superare una competizione di assoluto livello, a partire da quei Boston Celtics guidati da un’altra point guard esplosiva come Kyrie Irving. “Proprio l’altro giorno ho visto Uncle Drew al cinema, è molto divertente. Ci sono rimasto un po’ male che non mi abbiano chiesto di farne parte, perché il mio stile di gioco è decisamente Uncle Drew, ma scherzi a parte il film è divertente e mi ha fatto ridere un sacco. Kyrie è un ottimo attore, ma tra i personaggi più divertenti c’è anche quello di Shaq”. E il n°2 degli Wizards ha le idee abbastanza chiare anche su un eventuale interprete per il ruolo di protagonista in un film intitolato “La storia di John Wall”: “Sarebbe un film di azione, non si discute. Per cui vorrei che a far la mia parte ci fosse uno come Bruce Willis. Dite che non si può, che non sarebbe credibile? Allora Denzel”. Washington: un nome che ritorna nel destino di John Wall.