Episodio curioso durante il debutto di Carmelo Anthony con gli Houston Rockets: invece di prendersi un tiro da tre, il numero 7 ha messo palla per terra e ha tentato una conclusione da due punti – notoriamente un tiro che i texani evitano di provare. Pur mandandola a segno, si è girato sorridendo verso la panchina e ha detto: "Colpa mia"
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A Houston, si sa, i tiri da due punti presi fuori dall’area vengono evitati come la peste. Negli ultimi sei anni i Rockets si sono sempre confermati come la squadra che tenta meno tiri dalla media distanza di tutta la NBA, chiudendo invece al primo posto per triple tentate a partita in quattro delle ultime sei stagioni (nelle altre due sono arrivati secondi). Insomma, la scelta è chiara: da lontano si tira dietro la linea, altrimenti non si tira proprio. Peccato che il nuovo arrivato, Carmelo Anthony, abbia costruito buona parte della sua carriera come attaccante sul palleggio-arresto-tiro da due punti, esattamente il tiro che Houston – seguendo i dettami del General Manager Daryl Morey resi ancora più stringenti da Mike D’Antoni – non vuole prendere. Alla prima partita di preseason di Anthony, allora, il "taboo dei long 2" ha dato vita a un siparietto curioso: Carmelo Anthony ha ricevuto un passaggio dal suo amico fraterno Chris Paul fuori dalla linea dei tre punti ma, vedendosi marcato, ha rinunciato alla tripla per mettere palla per terra. Dopo un palleggio per smarcarsi, Anthony si è alzato per il tiro da due punti, smarcato per quanto matematicamente conveniente. Una volta che lo ha mandato a segno, il numero 7 si è girato verso la panchina di Mike D’Antoni con un sorriso dicendo "My bad", colpa mia, prendendosi la responsabilità per essere andato contro i dettami della squadra. Poco male: il suo debutto – bagnato con una vittoria dei texani per 131-115 contro Memphis – lo ha visto chiudere con 13 punti e 4 rimbalzi, con 4 tiri a segno sugli 8 tentati. L’unico canestro a non arrivare con i piedi dietro la linea da tre? Proprio il "long 2" della discordia. "Ho guardato verso la panchina e ho pensato di scusarmi" ha detto sorridendo dopo la partita. "Sono quello che sono: se sono libero, mi prendo quel tiro. Non ci si può sempre accontentare del tiro da tre: a volte bisogna preferire il tiro aperto". Una scappatella ogni tanto alla fine non può fare tutti questi danni.