Compagni (tra cui Belinelli), ex compagni (Ginobili) e avversari si stringono attorno alla point guard di San Antonio, che per colpa dell'infortunio al ginocchio dovrà saltare tutta la stagione. Ecco come cambiano le cose in Texas senza il n°5 al comando
INFORTUNIO AL CROCIATO ANTERIORE: STAGIONE FINITA PER MURRAY?
“Sono pronto a essere il leader di questa squadra. Sono nato leader”. Dejounte Murray si era presentato così al via della stagione, la sua terza nella lega ma la prima senza più l’ombra (comunque ingombrante) di Tony Parker. Era pronto a dimostrare finalmente tutto il suo talento, quello che gli è servito per convincere coach Popovich ad affidargli le chiavi della squadra (preferendolo proprio al francese) già a metà dello scorso campionato. E ora, di colpo, tutti i propositi per la grande annata della point guard degli Spurs sono svaniti, crollati insieme al suo ginocchio destro, che ha ceduto in una penetrazione come mille altre effettuata in una gara di preseason contro Houston. Un infortunio bruttissimo – la rottura dei legamenti crociati anteriori – subìto da un giocatore giovanissimo (solo 22 anni) già capace di farsi amare da compagni e avversari, in tutta la lega. Lo dimostrano le parole di vicinanza e affetto arrivate a commento della notizia da ogni angolo della NBA. Uno dei primi è stato LeBron James, che con Murray condivide l’agente, il suo amico Rich Paul: “Ho avuto paura che fosse un brutto infortunio appena ho visto le immagini. F**k man! Fratellino, tornerai più forte, più rapido, più veloce e più atletico di prima. Devi solo restare paziente e fiducioso per tutto il periodo della riabilitazione: piccoli passi indietro generano grandi ritorni. Sai come metterti in contatto con me, sai dove trovarmi se hai bisogno. Ti voglio bene fratellino!!”, il messaggio del n°23 gialloviola affidato a Instagram. Messaggi simili rivolti al n°5 nero-argento sono arrivati anche da altri avversari, come Steph Curry (“Le mie preghiere per Dejounte Murray! Hai davanti una lunga carriera – resta positivo, affronta con decisione e concentrazione la tua riabilitazione. Ti voglio bene”) o Donovan Mitchell (“Prego per un tuo veloce recupero, fratello. Guarisci in fretta”), ma ovviamente sono stati amici, compagni ed ex compagni di squadra quelli che gli si sono stretti più vicini. Tutta quella che Pau Gasol – con un hashtag aggiunto al suo messaggio su Twitter – chiama #SpursFamily si stringe attorno a Murray, da Manu Ginobili all’ex Kyle Anderson passando anche per le parole di Marco Belinelli (“Tornerai più forte di prima”), ma ovviamente uno dei primi commenti all’infortunio arriva da Jamal Crawford, il giocatore che ha cresciuto cestisticamente un quattordicenne Murray nei tornei estivi di Seattle: “So che può sembrare una pazzia, ma tu sei costruito per reggere una cosa del genere. Niente è stato facile nella tua vita ma SENZA DUBBIO guarderai indietro e vedrai questo infortunio solo come un piccolo ostacolo sulla tua strada. Ti voglio bene Dejounte Murray”.
Murray fuori: cosa cambia per San Antonio
In una stagione già epocale per cambiamenti all’ombra dell’Alamo, l’infortunio a Murray è una tegola pesantissima sulle ambizioni dei nero-argento: la soluzione più logica per rimpiazzarlo dovrebbe essere la promozione in quintetto di Patty Mills, forse più realizzatore che regista ma costretto a questo punto a fare di necessità virtù. La presenza in campo dell’australiano, miglior tiratore da fuori, può allargare maggiormente il campo in attacco per creare spazi a DeRozan e Aldridge, ma in difesa l’apporto di Murray – votato nel secondo miglior quintetto difensivo lo scorso anno – verrà sicuramente a mancare (impietosa la differenza nel defensive rating: 107.7 punti concessi per 100 possessi con Mills in campo, 96.8 con Murray). Con Mills titolare, il posto da back up a cascata dovrebbe ricadere sulle spalle di Derrick White, che Popovich ha apertamente lodato ma che rimane con poca o nulla esperienza a questi livelli. Reduce da un’ottima summer league in maglia Spurs, sarà lui (eventualmente insieme a Bryn Forbes) a “occupare” i minuti lasciati da Mills ma è difficile pensare che la combo Mills-White possa portare sul tavolo quanto atteso da una stella in rampa di lancio come Murray. Ecco allora che le speranze playoff di San Antonio – per una 22^stagione consecutiva in postseason, risultato che eguaglierebbe un record NBA – subiscono così un brutto colpo, sulla scia anche degli sconvolgimenti estivi al roster, in una Western Conference da tutti considerata super competitiva. Perché gli Spurs compiano l’ennesimo miracolo, ci vorrà tutto il genio tattico di Popovich (e Messina) e una grande annata da DeMar DeRozan: guai a dare gli Spurs morti prima del tempo, ma quest’anno l’impresa appare davvero dura.