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NBA, i Philadelphia Sixers ci ricascano: ancora problemi con un account Twitter

NBA

Dopo il caso Colangelo che ha portato alle dimissioni del GM di Philadelphia la scorsa primavera, nuova polemica in casa 76ers a causa delle affermazioni razziste sui social network pronunciate dal padre del nuovo arrivato Mike Muscala

BUFERA COLANGELO: 5 ACCOUNT FAKE PER ATTACCARE I SIXERS

A Philadelphia la lezione non sembrano averla imparata. Non è bastata la bufera che ha travolto Bryan Colangelo quattro mesi fa, deus ex machina di cinque profili falsi che su Twitter in maniera anonima difendevano l’operato della dirigenza e attaccavano giocatori e personaggi noti del mondo NBA. I Sixers infatti nelle ultime ore sono tornati al centro del dibattito sempre a causa di un discutibile account social, anche se questa volta non sono stati rivelati segreti aziendali o strategie impostate dalla società. No, il colpevole è Bob Muscala, il padre del nuovo arrivato Mike via Atlanta in una trade che ha coinvolto anche gli Oklahoma City Thunder. Dal profilo “MuskieBobber”, riconducibile come confermato dai Sixers a Muscala, sono stati inviati diversi tweet polemici, discutibili e chiaramente a sfondo razziale sulla questione Jimmy Butler-Minnesota Timberwolves. L’account è stato cancellato, ma le tracce online sono inevitabilmente rimaste, come dimostrano alcuni screen espliciti in cui si commenta il tira e molla tra l’ex giocatore dei Bulls e la franchigia di Minneapolis. Linkando un articolo in cui, prendendo spunto dallo show in allenamento messo in piedi da Butler, si faceva riferimento ad atteggiamenti simili tenuti in passato dai vari Michael Jordan e Kobe Bryant, il commento del padre di Muscala è stato “questa è egomania, la malattia mentale tipica degli afro-americani”. Uno dei tanti attacchi a sfondo razziale che corredavano il profilo che ha messo in forte imbarazzato i Sixers. Elton Brand, il nuovo GM dei Sixers, ha sottolineato nel comunicato ufficiale della società la totale estraneità ai fatti: “Oggi sono venuto a conoscenza dei post inappropriati e offensivi pubblicati da Bob Muscala, il padre di Mike Muscala: sono inaccettabili e non rispecchiano in alcun modo i sentimenti e il pensiero della nostra organizzazione. Conosco Mike sin dalla sua stagione da rookie nel 2013/14 quando siamo stati compagni di squadra e sono sicuro che quelle sono idee che non rispecchiano il suo modo di vedere le cose. Mike è sempre stato un ambasciatore del gioco, consapevole di dover usare le sue piattaforme di comunicazione per fare il bene della comunità. Ha tutto il supporto da parte della franchigia”.

Le scuse di Muscala a compagni e avversari: "Parole che non mi rappresentano"

L’account di Bob Muscala era seguito da qualche cronista di Atlanta, oltre a essere stato taggato anche da alcune radio locali di Philadelphia su Twitter per pubblicizzare la sua presenza in trasmissione. Difficile quindi credere che quelle parole non fossero riconducibili a lui, tanto che lo stesso Muscala ha pubblicato un comunicato per rimediare: “Prima di tutto voglio chiedere scusa per i commenti offensivi scritti da mio padre sui social network. Frasi inappropriate che non raccontano la mia persona. Devo chiedere scusa anche ai Sixers e ai miei colleghi in NBA per tutto ciò che quelle parole hanno causato. Ho apprezzato tantissimo la professionalità e il supporto che Elton Brand e la franchigia hanno manifestato nei miei confronti”. Tutto rientrato, o quasi, senza dimenticare la bacchettata finale del GM dei Sixers: “Questa situazione deve ricordare ai nostri giocatori, allenatori e a tutto lo staff dell’impatto – nel bene o nel male – che possono avere i social media. Sfrutteremo questo dibattito per rivedere, monitorare e regolare l’utilizzo dei social network all’interno della nostra organizzazione”. Sembra proprio essere giunto il momento di farlo.