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NBA, Steph Curry fa 51 in tre quarti con 11 triple, Golden State domina Washington

NBA

Il n°30 degli Warriors viene messo a sedere da coach Kerr per tutto il quarto quarto e si ferma a -2 triple dal suo stesso record NBA e a -3 punti dal suo massimo in carriera. Kevin Durant aggiunge 30 punti con 13/18 al tiro

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Fino al 26-22 del primo quarto quella tra Golden Stare e Washington è una partita tutto sommato normale. Poi diventa lo show personale di Stephen Wendell Curry III. Il n°30 degli Warriors entra in the zone e segna 6 canestri consecutivi (con 4/4 da tre punti) cui aggiunge due liberi: sono 18 dei 23 punti che l point guard di coach Kerr mette a segno nel solo primo quarto, e che portano i padroni di casa in vantaggio di 11 punti, 44-33 (i californiani chiudono la frazione con 46 punti a tabellone). Segue un secondo periodo tutto sommato tranquillo, in cui Curry aggiunge 8 punti e porta il suo totale già oltre i trenta (31), con Golden State che va all’intervallo a quota 80 e un vantaggio che però gli Wizards riescono a contenere sotto la doppia cifra (-9). In uscita dal riposo lungo Curry ha di nuovo la mano caldissima: in un terzo periodo da 20 punti sgancia altre cinque triple, portando il suo totale dalla lunga distanza a 11/16 e il suo totale a quota 51. Il n°30 di Golden State diventa solo il quarto giocatore negli ultimi dieci anni di NBA a superare quota 50 nei primi tre quarti di una partita, raggiungendo in questa speciale classifica il suo compagno Klay Thompson e le due superstar oggi a Houston Carmelo Anthony e James Harden. Curry diventa anche il primo giocatore nella storia della lega a raggiungere la doppia cifra (10 gare) per numero di partite chiuse con almeno 10 triple a segno: è ancora dell’altro “Splash Brother” Klay Thompson – a pari merito con J.R. Smith – il secondo posto in questa graduatoria, ma a quota tre partite (nessun altro giocatore ne ha più di una). Quando suona la sirena del terzo quarto il vantaggio degli Warriors è già comodo (115-97) e la superiorità verso i malcapitati Wizards sembra consigliare Steve Kerr a non rischiare la sua superstar in un ultimo quarto con ogni probabilità ininfluente ai fini del risultato. Curry è a -2 triple dall’eguagliare il suo stesso record stabilito a inizio novembre 2016 contro New Orleans (13/17 per 47 punti) e a soli 3 punti dal pareggiare il suo celebre career-high messo a segno sul parquet del Madison Square Garden nel febbraio del 2013 (e proprio New York è la prossima destinazione di un caldissimo Curry, che con i suoi Warriors è chiamato ad affrontare i Knicks venerdì notte). Traguardi importanti davvero a portata di mano, soprattutto in una serata magica come quella della Oracla, ma coach Kerr non si fa ingolosire, e la sua All-Star trascorre tutti gli ultimi 12 minuti della partita con la tuta indosso e il sorriso sul volto, dialogando e scherzando con i suoi compagni di squadra. Anche questi sono i Golden State Warriors tre volte campioni nelle ultime quattro stagioni, una squadra dove i record personali – come era già successo in passato con Klay Thompson – vengono sempre dopo il bene della squadra, che chiude la pratica Washington con un comodo 144-122, segnato anche dai 30 punti con 13/18 al tiro, oltre a 8 rimbalzi e 7 assist, di un super-efficiente Kevin Durant.