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NBA, i risultati della notte: LeBron vince la prima coi Lakers, Raptors e Bucks non si fermano

NBA

I giallo-viola battono i Suns a domicilio e regalano il primo sorriso a James, Toronto fa 5-0 in stagione grazie ai 35 punti del nuovo arrivato Kawhi Leonard. Sfida a colpi di triple doppie tra Simmons e Antetokounmpo, con i Bucks che restano imbattuti. Il racconto di tutte le altre partite della notte NBA 

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE NBA

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Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 113-131

Sarà stata la minaccia che Kobe Bryant ha pronunciato nelle scorse ore (“Aspetto che vadano sotto 0-5 e poi magari vedo di ritornare a giocare”), ma LeBron James non ha voluto correre il rischio e finalmente al quarto tentativo è riuscito a prendersi la prima vittoria in carriera in maglia Lakers. Battuti a domicilio i Phoenix Suns, sotto ben oltre la doppia cifra dopo un travolgente secondo quarto degli ospiti (44-24 il parziale) e incapaci di riportarsi a contatto. LeBron sfiora la 74esima tripla doppia in carriera (19 punti, 10 assist, 7 rimbalzi), ma nel finale preferisce saggiamente tirare il fiato e non forzare la mano a caccia di record (prima di questa notte, James era stato il giocatore a essere rimasto sul parquet più a lungo di tutta la Lega nelle prime tre partite della stagione). Una scossa offensiva in casa Lakers arrivata anche grazie al contributo di Lance Stephenson, autore di 12 punti con 6/7 dal campo prima dell’intervallo lungo e miglior realizzatore giallo-viola alla sirena finale con 23, otto rimbalzi e otto assist. Gli ospiti devono ancora fare a meno di Rondo e Ingram e coach Walton preferisce cambiare ancora il quintetto, lasciando Caldwell-Pope a riposo e lanciando Josh Hart tra i primi cinque. La prima gara in questa regular season disputata con la divisa “purple” dai Lakers, l'occasione per regalare uno scatto a suo modo storico con un LeBron vestito della maglia più iconica della NBA. A fare da spettatori nell’altra metà campo restano i deludenti Suns, guidati come al solito in questo inizio dai 23 punti di Booker (andato molto vicino all’essere il primo giocatore di Phoenix a segnarne almeno 25 in ognuna della prime quattro partite di regular season e costretto a uscire a causa di un problema alla coscia) e dai 22 con 11 rimbalzi di Deandre Ayton - abile a mettere a referto numeri che ancora non permettono ai Suns di portare a casa successi.

Toronto Raptors-Minnesota Timberwolves 112-105

La miglior partita a livello realizzativo in questo avvio di stagione firmata da Kawhi Leonard basta e avanza ai Raptors per non arrestare la loro corsa e portarsi sul 5-0 (favoriti dalle quattro gare disputate in casa, ma sempre un bel segnale). L’ex All-Star degli Spurs chiude con 35 punti con 15/23 dal campo, a cui si aggiungono i 13 con dieci assist di un Kyle Lowry felice di aver subito trovato un nuovo compagno di merende così efficace: “Siamo sulla strada giusta, abbiamo vinto tutte le partite finora e dobbiamo continuare così”, sottolinea Leonard che non ha mai fatto della dote oratoria un suo pregio. Dall’altra parte il miglior realizzatore è ancora una volta Jimmy Butler, in questa stagione al contrario in cui la navigazione dei T’wolves continua a essere molto turbolenta. L’ex giocatore dei Bulls chiude con 23 punti con 7/13 dal campo: “Loro hanno realizzato un sacco di canestri in area, aprendo così spazio sull’arco e in transizione. Non siamo riusciti a togliergli nessun punto forte del loro gioco e Toronto ci ha punito”. Sempre avanti nel punteggio, i Raptors si godono il loro nuovo trascinatore, apparso in splendida forma anche agli avversari: “Leonard ha recuperato al meglio – chiosa Butler – è chiaro da come si muove e dalla fiducia con cui si prende i tiri necessari. Quando aggiungi alla tua squadra un talento del genere, diventa tutto più semplice”. Detta da lui una frase del genere fa quantomeno sorride, basta non andare a raccontarlo a Karl-Anthony Towns.

Milwaukee Bucks-Philadelphia 76ers 123-108

Philadelphia non ha ancora vinto fuori casa e vuole inaugurare con un successo la trasferta nel nuovissimo Fiserv Forum di Milwaukee: gli ospiti partono forte e mandano a referto un primo quarto da 34-22, annullato però da una seconda frazione tragica per la difesa di Embiid e compagni: i Sixers concedono 49 punti all’attacco dei Bucks che così vanno all’intervallo in vantaggio, 71-64, con 20 punti a testa di Giannis Antetokounmpo e Khris Middleton. I padroni di casa sostanzialmente amministrano il vantaggio per tutto il secondo tempo di una gara che nella seconda metà vive del duello neppure troppo a distanza tra “The Greek Freak” e Ben Simmons, che chiudono entrambi in tripla doppia: mostruosa quella del greco, capace di collezionare 32 punti, 18 rimbalzi, 10 assist, 3 stoppate e 2 recuperi (si vuole trovare il pelo nell’uovo? Nessun canestro da tre, 0/3), più “normale” quella del n°25 dei Sixers, autore di 14 punti, 13 rimbalzi e 11 assist, già la seconda tripla doppia dopo quella alla seconda gara stagionale contro Chicago. Middleton dà man forte ad Antetokounmpo chiudendo a quota 25, 21 li aggiunge Brook Lopez con 5 triple a bersaglio e 18 (ma con 6/18 al tiro per Eric Bledsoe). Il quintetto di coach Budenholzer segna 105 dei 123 punti finali e Milwaukee rimane imbattuta sul nuovo parquet di casa (3-0) e nel record assoluto (4-0), mentre Philadelphia vede il suo record diventare perdente (2-3) nonostante uno scintillante Joel Embiid da 30 punti, 19 rimbalzi e 6 assist oltre ai 19 dalla panchina di J.J. Redick.

Atlanta Hawks-Dallas Mavericks 111-104

“Grazie Atlanta, questo è soltanto l’inizio”. Trea Young ci ha messo tre quarti per scaldare la mano e scaricare l’emozione del suo esordio casalingo ad Atlanta, ma gli Hawks nell’ultima frazione si sono poi potuti godere le scorribande di quello che punta a essere il loro giocatore di riferimento nel medio-lungo periodo. Il rookie chiude con 17 punti una gara da 3/12 al tiro, mentre il personale massimo in carriera lo mette a referto Kent Bazemore - autore di 32 punti con 12/22 al tiro, condito con sette assist. Il tema principale della sfida però era il testa a testa tra Young e Doncic, scelte scambiate pochi minuti dopo la chiamata di Adam Silver lo scorso giugno, al primo confronto di due carriere che in molti sperano possano essere lunghe. Il giocatore sloveno chiude con 21 punti e nove rimbalzi, secondo miglior realizzatore dietro Wesley Matthews (23 con cinque triple) e protagonista del parziale che a inizio gara regala anche 26 punti di vantaggio ai Mavericks. Dallas infatti parte con un 42-22 nei primi 12 minuti, per poi farsi lentamente rimontare nel quarto d’ora successivo. Sintomo di immaturità in una squadra che deve ancora prendere le misure a una stagione più complicata del previsto per i texani.

Chicago Bulls-Charlotte Hornets 112-110

I Chicago Bulls si prendono la prima vittoria stagionale grazie a un decisivo Zach LaVine, autore di 32 punti e abile nel realizzare i due tiri liberi che decidono la sfida nel finale. L’ex giocatore dei T’wolves prima sbaglia il potenziale tiro della vittoria (un jumper a sette secondi dalla sirena), riscattandosi poi a cinque decimi dal termine in lunetta dopo aver forzato la palla persa degli Hornets. “Non avrei sbagliato di nuovo per nulla al mondo, sono stati costretti a fermarmi con un fallo altrimenti sarei andato a schiacciare sulla testa della loro difesa”. Ci tiene LaVine, felice di essersi lasciato alle spalle anche Kemba Walker che fatica più del solito e non riesce a trascinare Charlotte nel finale. Per il leader degli Hornets sono 23 punti con 5/14 al tiro, alla testa di un quintetto tutto in doppia cifra, a cui si aggiungono i 10 punti di Tony Parker.

Cleveland Cavaliers-Brooklyn Nets 86-102

La vita senza LeBron James si sta rivelando ben più complicata di quanto avessero ipotizzato in casa Cavaliers. Cleveland perde ancora in casa un’altra partita sulla carta alla portata dei campioni in carica della Eastern Conference, travolti senza storia dai Nets che condannano Kevin Love e compagni al quarto successo in altrettante sfide. Tutto il quintetto di Brooklyn chiude in doppia cifra, distribuendo lo sforzo e godendosi un D’Angelo Russell da 18 punti e otto assist in 27 minuti. Il disastro invece lo combinano gli altri, incapaci di riportarsi nella sfida dopo l’intervallo lungo e guidati da un Kevin Love spuntato che non va oltre i 14 punti realizzati: “Ci serve a ogni costo una vittoria, questo è evidente. Pensavamo di poterci trovare in una posizione ben diversa in questo avvio”, ma tirando con il 16% dall’arco e il 38% dal campo è complicato pensare di poter tenere testa anche ai Brooklyn Nets di questo mondo.

Miami Heat-New York Knicks 110-87

In questa serata fatta di parziali e grandi prestazioni, la zampata che decide la sfida in favore dei Miami Heat arriva nel terzo quarto, quando la squadra della Florida travolge i Knicks in una frazione da 45-20 alla voce “numero di punti realizzati”. Alla guida di New York c’è David Fizdale, che a Miami ha lasciato un bel po’ di amici e soprattutto un bel ricordo, con tanto di maglietta celebrativa consegnata a Dwyane Wade. Sul parquet invece a fare la voce grossa è il giocatore che non ti aspetti: Hassan Whiteside chiude con 22 punti e 14 rimbalzi (con tanto di +30 di plus/minus), trascinante assieme ai 21 punti di Josh Richardson e i 19 di Rodney McGruder. Un match finito talmente tanto con anticipo da lasciare la possibilità a coach Spoelstra di regalare quattro minuti in campo a Udonis Haslem, che prende un paio di tiri, ma non riesce a trovare il fondo della retina. A New York è notte fonda e la stagione è iniziata soltanto da dieci giorni: un gran bel problema da risolvere. 

Sacramento Kings-Memphis Grizzlies 97-92

I Sacramento Kings, giovani e inesperti, giocano la loro solita partita costellata di errori, dimenticanze e incapacità di essere incisivi al momento giusto. Ma dall’altra parte c’è chi sta messo peggio, con una Memphis che non riesce a vincere neanche contro un avversario abbordabile e con un Mike Conley da 27 punti, sei rimbalzi e cinque assist. A guidare le danze in casa Kings è De’Aaron Fox, autore di 21 punti e di uno dei canestri decisivi nel parziale finale che decide la sfida: “Abbiamo commesso un sacco di errori, ma siamo rimasti in partita: li abbiamo superati grazie al nostro sforzo, all’applicazione e all’impegno”. Il miglior realizzatore dei padroni di casa è Buddy Hield con 23 punti e sette rimbalzi, mentre Cauley-Stein mette a referto la doppia cifra d’ordinanza con 15 punti e dieci rimbalzi.