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NBA: i Toronto Raptors hanno il miglior record in questo avvio, merito di Leonard

NBA

L'arrivo dell'All-Star dagli Spurs potrebbe permettere a Toronto di fare il definitivo passo in avanti. Nell'anno in cui non c'è più LeBron a Est, i Raptors sembrano aver trovato l'antidoto e adesso con le vittorie vanno a caccia di una conferma la prossima estate

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Gli investigatori più o meno improvvisati dei libri gialli direbbero che tre indizi non sempre fanno una prova, ma in un mondo complicato come la NBA è difficile pensare di tirare le somme anche dopo cinque partite. I Raptors però nel frattempo si sono portati avanti con il lavoro, (con)vincenti anche contro i T’wolves e trascinati dalla loro nuova star. Kawhi Leonard ha mostrato una volta di più di aver definitivamente dimenticato l’infortunio, giocando di gran lunga la sua miglior partita contro l’avversario più complicato da marcare che gli è capitato di incrociare in questi primi dieci giorni. “Certo, questo è il motivo per cui abbiamo preso in squadra Kawhi, per prendersi cura di attaccanti come Butler”, sottolinea coach Nurse, che si gode l’imbattibilità e un talento completo su entrambi i lati del campo che in Canada forse non era mai passato. Leonard ha terminato la partita contro Toronto con 35 punti e 15/23 dal campo, nonostante nella metà campo difensiva debba spesso e volentieri vedersela con un avversario complicato come Butler. Il vero salto di qualità in casa Raptors sta in quello: disporre per 40 minuti ogni notte sul parquet di uno dei migliori difensori della Lega, che all’occorrenza (ossia ogni notte) mette lo zampino e trascina la squadra “anche” in attacco. Un impatto paragonabile a quello di LeBron James, un potenziale MVP di cui avevamo dimenticato troppo in fretta la forza a causa della prolungata assenza dell’ultimo anno. In Canada al momento hanno messo in piedi un sistema tutt’altro che perfetto, visto che i Raptors per la quinta gara consecutiva hanno concesso almeno 100 punti agli avversari, anche se alla sirena (per ora) è sempre arrivata una vittoria. La prima volta nella storia che Toronto porta a casa un successo per cinque volte in fila nonostante i troppi punti concessi agli avversari. “Abbiamo un bel po’ di giocatori che possono aiutarci a protezione del ferro”, sottolinea Nurse, felice della predisposizione dimostrata contro Minnesota. “Penso che il nostro atteggiamento difensivo abbia fatto un bel passo in avanti – chiosa Danny Green, che tira male ma chiude con +17 di plus/minus – stiamo portando il nostro livello di concentrazione a uno standard più elevato.

La forza di Toronto (per ora) sta nell’attacco

Niente più mid-range e discorsi di predisposizione e tendenza. DeMar DeRozan infatti non è più in città e i Raptors stanno proseguendo nel percorso tracciato sempre più di frequente nella Lega: tiro da tre punti e conclusioni al ferro. Al momento Toronto ha il secondo miglior offensive rating in NBA (comodo fare i calcoli quando non hai mai perso, per carità) e terzi per percentuale effettiva dal campo. Non una tendenza significativa dopo dieci giorni, ma pur sempre un’indicazione: i canadesi vincono perché segnano con continuità e perché Leonard e Green sembrano essere nati per giocare nel sistema disegnato dai Raptors. Il periodo di inserimento è durato qualche giorno, non di più, prima di trovare confidenza e intesa con i nuovi compagni di quintetto. Già, perché Nurse non ha esitato un attimo a buttarli nella mischia sin dalla palla a due e se nel caso di Leonard era una scelta abbastanza scontata, con Green la decisione è stata quella di aggiungere esperienza al quintetto composto da Lowry, Ibaka e Siakam (schierato per la seconda volta consecutiva): "La prossima magari provo a cambiare un po' le carte", sorride Nurse felice di godersi una squadra che adesso vuole allungare le sue rotazioni. Un cambio di rotta che ha portato Jonas Valanciunas in panchina, pronto a essere utilizzato per periodo ridotti sul parquet (al momento è ottavo per minuti totali di utilizzo, con VanVleet ad esempio che saltando una gara è sceso in campo più a lungo di lui), provando ad aumentarne l’efficacia. Toronto così può rendere più perimetrale il proprio attacco, cambiando all'occorrenza sistema di gioco e approccio alla gara (il lituano ha chiuso con 16 punti e 7/11 al tiro contro Minnesota, cavalcato nei 20 minuti in cui è rimasto in campo). Nei momenti delicati di partita però i possessi e le responsabilità al momento sembrano riguardare gli altri, in una squadra che cerca certezze e punti di riferimento dopo la rivoluzione estiva. La costante in fondo i Raptors l'hanno già trovata in Leonard, con la speranza che continui a esserlo anche dopo la prossima free agency.