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NBA, LeBron James veste la maglia del PSG e il cappellino in supporto di Beto O'Rourke

NBA

Il n°23 dei Lakers, in Texas per la partita contro San Antonio, è arrivato all'AT&T Center indossando la maglia del Paris Saint-Germain e lanciando un messaggio agli elettori USA, chiamati a recarsi alle urne tra meno di dieci giorni

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La prima partita in Texas dei Los Angeles Lakers di LeBron James si è trasformata nell’occasione ideale per il n°23 di manifestare il suo supporto ai Democratici in vista delle elezioni di medio termine che si terranno il prossimo 6 novembre. Un martedì come un altro (un’alba da nove partite per chi scandisce le sue giornate al ritmo dei recap NBA), successivo al primo lunedì del mese e data fissata ogni biennio negli USA per andare alle urne. Niente domeniche, weekend liberi o giorni di riposo per avere l’opportunità di esprimere la propria preferenza elettorale: negli Stati Uniti la scelta dell’appuntamento elettorale risale alle consuetudini ottocentesche di una società per lo più rurale. A novembre il raccolto autunnale è ormai stato completato (ai tempi la vita era scandita da quello), scelta comoda 200 anni fa e diventata ormai consuetudine. Un passaggio importante per la presidenza Trump, da sempre “avversario” di James nel dibattito pubblico statunitense. E LeBron ci ha così tenuto a far capire al mondo per l’ennesima volta che lui non è un atleta che vuole pensare soltanto a “restare in silenzio e palleggiare”, come era stato esplicitamente invitato a fare da Laura Ingraham – giornalista di Fox News che aveva scatenato un putiferio dopo la sua esternazione polemica. James quindi ha scelto di presentarsi all’AT&T di San Antonio con il cappellino di Beto O’Rourke, il politico più chiacchierato e noto di questa elezione, competitor in Texas del ben più quotato Ted Cruz in uno stato storicamente legato ai Repubblicani. Una mission impossible quella del giovane deputato, eletto a El Paso e di origine irlandese, chiamato a combattere contro un peso massimo della politica USA. Il suo messaggio fatto di inclusione, speranza e battaglie in favore delle fasce più disagiate della popolazione ha convinto gli elettori immigrati e le donne a supportarlo in giro per tutti gli States. La raccolta fondi è stata da record e il suo risultato (seppur molto probabilmente perdente, visti i 7 punti di distanza che i sondaggi continuano a dargli) potrebbe essere il trampolino di lancio verso la corsa alla presidenza.

Il tributo al PSG griffato Air Jordan

Inevitabile quindi che James parteggiasse per lui, così come fatto due anni durante la campagna elettore di Hillary Clinton. Non solo politica però, visto che James indossava anche la maglia del Paris Saint Germain, un gruppo legato al mondo del basket da questa stagione dopo la scelta di produrre le proprie magliette con il marchio “Air Jordan” ben in vista. Una vicinanza dimostrata anche in estate, quando LeBron ha fatto visita a Neymar e compagni nella due giorni parigina di fine agosto, durante i quali ha fatto incetta di gadget e vessilli del PSG. Un assist al suo sponsor (che certamente porrà veti e condizioni al suo modo di vestirsi), ma anche una comunanza di brand che continua a garantire a James la visibilità necessaria per continuare a essere uno degli sportivi più riconoscibili del mondo. Sul campo mancano 1090 per agganciare Michael Jordan nella classifica dei migliori marcatori all-time della Lega (stanotte si è lasciato alle spalle Dirk Nowitzki), ma è fuori dal parquet che LeBron sta combattendo battaglie che MJ aveva preferito lasciare in secondo piano (“Anche i Repubblicani comprano le scarpe”, una delle sua massime passate alla storia). James invece preferisce farsi carico anche di quelle sfide che, nel bene e nel male, stanno diventato un altro segno distintivo del suo personaggio pubblico.