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NBA, Rajon Rondo rinuncia al tiro: scelta giusta o "nuovo J.R. Smith"?

NBA

Nel finale di gara contro i San Antonio Spurs il playmaker dei Lakers, con tre punti di distanza tra le squadre, ha rinunciato a un tiro facilissimo per cercare una tripla complicata. Una decisione contro-intuitiva giustificabile per la situazione o una giocata alla J.R. Smith? Coach Walton e LeBron James hanno detto la loro

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Ogni volta che scende in campo, sembra che Rajon Rondo non possa fare a meno di farsi notare. Dopo la rissa con Chris Paul che gli ha procurato tre partite di sospensione, nel finale di partita contro i San Antonio Spurs si è reso protagonista di un altro episodio controverso. Con i suoi sotto di tre punti a circa 12 secondi dalla fine, Rondo si è ritrovato completamente solo sotto canestro con un facilissimo sottomano a disposizione per portare i suoi a -1. Invece di tirare, però, il numero 9 dei Los Angeles Lakers ha preferito mettere palla per terra (rischiando di commettere infrazione di passi, tra l’altro) e scaricare sul perimetro, dove Josh Hart non ha potuto fare altro che rimettere il pallone nelle mani di LeBron James. Il Re si è quindi preso una tripla difficilissima sopra le braccia protese di Rudy Gay che ha a malapena scheggiato il ferro, e sul rimbalzo successivo lo stesso Hart ha recuperato il pallone subendo fallo quando ormai mancavano 3.5 secondi alla fine. La guardia gialloviola ha poi sbagliato intenzionalmente il secondo libero per dare un’opportunità in tap-in ai suoi, ma nella lotta a rimbalzo Pau Gasol è riuscito a subire fallo (anche se James sostiene di aver ricevuto una gomitata sul collo dallo stesso spagnolo battagliando per la posizione) e in lunetta ha chiuso i conti portando i suoi sul definitivo 110-106. Nel post-partita, però, una domanda è sorta spontanea: perché Rondo non si è preso i due punti facili sotto canestro invece di complicarsi la vita?

La spiegazione di Rondo: "Volevo trovare un tiratore sul perimetro"

La risposta sta nella situazione dei timeout dei Lakers: coach Luke Walton, infatti, non aveva più possibilità di fermare la partita avendo già esaurito i timeout a disposizione, e Rondo ha pensato che non ci sarebbe più stato il tempo di commettere un altro fallo, risalire tutto il campo e cercare una tripla ancora più difficile per pareggiare. Inoltre, nel post-partita ha spiegato la sua decisione: "Pensavo di riuscire ad attirare qualcuno su di me, così da liberare un mio compagno sul perimetro, ma loro sono stati bravi a rimanere sui tiratori" ha detto Rondo. "Il layup ci avrebbe portato a meno uno, ma avremmo comunque dovuto fare fallo e non avevamo più timeout. Ho preso una decisione in una frazione di secondo e non siamo riusciti a ottenere quello che volevamo".

Le parole di Walton e James: "Decisione che ci sta, succede"

Coach Walton, però, nel timeout aveva dato due indicazioni chiare: se James avesse avuto un difensore più piccolo di lui, avrebbe tentato la tripla del pareggio; in ogni altro caso, l’ordine era di prendersi i due punti facili e poi fare fallo immediatamente. Ordine che evidentemente Rondo non ha seguito, anche se Walton nel post-gara è stato molto diplomatico nei confronti della sua point guard: "Non ho visto il replay, perciò non so quanto tempo ci fosse sul cronometro quando ha preso palla. Ma lui è uno che sa cosa fare in campo, perciò mi fido della sua opinione. Purtroppo questa volta è andata male, ma la scelta ci sta". Anche James, dopo la partita, non ha sentito la necessità di puntare il dito contro Rondo: "A volte quando penetri riesci ad attirare su di te la difesa e uno sul perimetro rimane libero. Probabilmente stava pensando a quella possibilità. Ma loro sono rimasti sui tiratori e quando la palla è tornata a me sono stato io a sbagliare il tiro del pareggio". Nessuna partita viene decisa da un singolo errore nel finale, e i Lakers devono mangiarsi le mani per i 14 punti di vantaggio sprecati (di nuovo) contro San Antonio. Rimane il fatto che la decisione contro-intuitiva di Rondo, pur non avvicinandosi lontanamente alle vette di quella di J.R. Smith in gara-1 delle ultime Finals, fa già parte della storia di questa convulsa stagione dei Los Angeles Lakers.