Sesto successo consecutivo per i Bucks, che hanno facilmente ragione di Orlando. Boston e Utah infliggono a Detroit e New Orleans le prime sconfitte stagionali. Cleveland perde ancora con Indiana e rimane l’unica senza vittorie, successi per Philadelphia, Chicago, Miami e Memphis
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Milwaukee Bucks-Orlando Magic 113-91
A tenere il passo dei Toronto Raptors ci sono solamente i Milwaukee Bucks, che superando per 113-91 gli Orlando Magic hanno portato a sei il loro bottino di vittorie senza alcuna sconfitta. Un successo arrivato senza sudare troppo, visto che dopo un primo quarto combattuto i padroni di casa hanno costruito un vantaggio di 14 lunghezze all’intervallo che non si sono mai lasciati sfuggire. Aver chiuso la pratica in fretta ha permesso a coach Budenholzer di concedere pochi minuti in campo a Giannis Antetokounmpo, che complice una botta alla testa è rimasto sul parquet solamente per 19 minuti, durante i quali ha comunque registrato 21 punti con 7 rimbalzi. Ad accompagnarlo il solito Khris Middleton da 18 e i 15 del rookie Donte DiVincenzo in uscita dalla panchina. In casa Magic non c’è molto se non i 16+9 di Nikola Vucevic, anche perché la squadra di coach Clifford ha tirato con il 32% dal campo e il 23% da tre. In questo modo ai Bucks è bastato anche un mediocre 10/30 dall’arco per raccogliere la sesta vittoria consecutiva (a una dal record di franchigia del 1971-72) e per presentarsi da imbattuti al “big match” della notte tra lunedì e martedì che li vedrà sfidare i Toronto Raptors. E dopo quella partita rimarrà solamente una squadra senza sconfitte nella Eastern Conference.
Detroit Pistons-Boston Celtics 89-109
Chi invece ha perso la sua imbattibilità è Detroit, che dopo quattro vittorie in fila deve cedere il passo davanti ai Boston Celtics. Merito soprattutto di Jaylen Brown, che ha spezzato il momento negativo del suo inizio di stagione segnando 19 punti e, soprattutto, tenendo sotto controllo lo scatenato Blake Griffin di quest’anno, limitandolo a soli 7 punti con 2/13 al tiro. Tutte le percentuali dei Pistons hanno subito una “regressione alla normalità”: dopo aver tirato con il 37.6% di squadra dall’arco, gli uomini di coach Casey hanno chiuso con 7/37 (19%), mentre Boston ha realizzato 14 delle 34 triple tentate mandando in doppia cifra anche Marcus Morris (18), Daniel Theis (17), Terry Rozier (14) e il miglior Gordon Hayward della stagione con 15. Per Detroit i migliori sono Andre Drummond con 18+8 e Stanley Johnson con 16 in una partita in cui non sono mai veramente rimasti a contatto, complice il 34-9 subito dalla panchina nel solo primo tempo.
New Orleans Pelicans-Utah Jazz 111-132
Perde l’imbattibilità anche New Orleans, anche se la sconfitta era abbastanza prevedibile dopo la notizia dell’assenza di Anthony Davis, fermato da un problema al gomito destro. Senza il loro candidato MVP i Jazz hanno avuto vita facile nel servire Rudy Gobert in un’area sguarnita, con il francese che ha chiuso con 25 punti, 14 rimbalzi e 4 stoppate azionato da un Ricky Rubio da 28+12 assist. “Quando Ricky gioca così, è difficile batterci” ha sentenziato Gobert, mentre coach Snyder ha ringraziato l’assenza di quello che ha definito come “probabilmente il miglior giocatore di tutta la lega in questo momento”. Complici anche i 22 punti di Donovan Mitchell, i Pelicans non sono riusciti a tenere il passo nonostante i 25 punti di Nikola Mirotic (15 nel solo primo quarto) e i 18 di Jrue Holiday. Le buone notizie però dovrebbero arrivare presto: l’infortunio di Davis non dovrebbe essere grave visto che ci ha giocato sopra contro Brooklyn, e per questa partita è stato tenuto a riposo precauzionalmente. “Non ci preoccupa a lungo termine: stamattina ha provato a tirare ma sentiva ancora del dolore, e non ho intenzione di rischiarlo per una sola partita” la giustificazione di coach Gentry.
Cleveland Cavaliers-Indiana Pacers 107-119
Se Detroit e New Orleans hanno perso la loro prima partita, a Cleveland ancora non hanno visto una singola vittoria. Nella riedizione della serie di playoff dello scorso anno, i Pacers si sono trovati davanti un avversario decisamente più gestibile rispetto a quello guidato da LeBron James, prendendo il controllo della sfida a metà ultimo quarto grazie ai 24 punti di Victor Oladipo e ai 25 di Bojan Bogdanovic. Il ricordo di quella sconfitta però non ha ancora abbandonato Oladipo (“Ogni volta che gioco qui, mi siedo nello stesso posto in spogliatoio e ci penso. L’avrò riguardata 75 volte quest’estate, non ho pensato ad altro”) e, probabilmente, rimarrà un ricordo indelebile anche per i Cavs, il cui processo di ricostruzione è cominciato decisamente a rilento. Era dal 1995-96 che Cleveland non perdeva le prime sei partite della stagione, e con Kevin Love ancora fuori per un problema al piede, la situazione si fa sempre più preoccupante — anche perché la difesa ha concesso il 65% dal campo agli avversari e l’attacco ha perso 18 palloni. “Abbiamo un margine di errore molto ristretto” ha commentato un laconico coach Lue, i cui migliori marcatori sono stati Rodney Hood con 17 e Larry Nance Jr. con 15.
Atlanta Hawks-Chicago Bulls 85-97
Bella risposta dei Chicago Bulls, che dopo aver perso ieri in maniera imbarazzante a Charlotte si vanno a prendere la seconda vittoria stagionale sul campo degli Hawks. Merito di Zach LaVine, che ha accompagnato i suoi classici 27 punti con il massimo in carriera per rimbalzi (11), ma anche del tempestivo 7/10 da tre punti dell’ultimo quarto, tenendosi alle spalle i padroni di casa. Atlanta ha pagato soprattutto le 22 palle perse di cui 5 portano la firma di Trae Young, che ha chiuso con 13 punti ma con 3/12 al tiro e 0/6 da tre, uno dei quattro giocatori in doppia cifra guidati da Taurean Prince (16). Di sicuro poi non ha aiutato il 32% dal campo degli uomini di coach Pierce, che ha lasciato spazio a Jabari Parker (9 dei suoi 18 punti nell’ultimo quarto) e al rookie Wendell Carter Jr. (10+10 nella sua città natale) per prendersi la vittoria.
Philadelphia 76ers-Charlotte Hornets 105-103
Finale in volata a Philadelphia: con il punteggio sul 99-99 a tre minuti dalla fine, sono servite una tripla di J.J. Redick e una di Robert Covington ai padroni di casa per avere ragione di un Kemba Walker da 37 punti. Per riuscirci però ha avuto bisogno di ben 31 tiri (3/15 dalla lunga distanza) per via dell’ottima difesa di Covington, che chiudendo in doppia doppia (18+10) si è guadagnato l’onore di suonare la campana nello spogliatoio dei Sixers. “È stata la sua miglior partita dell’anno: quella tripla ha davvero chiuso i conti, è stato fantastico stasera” il commento di coach Brett Brown, che ha avuto anche 27 punti e 14 rimbalzi da Joel Embiid (nonostante una caviglia in disordine) e la doppia doppia da 14+10 di Ben Simmons. Philadelphia sale così a un record di 3-3 grazie anche alle doppie cifre di Redick (15), Saric (11) e Fultz (10).
Miami Heat-Portland Trail Blazers 120-111
Finale in volata anche a Miami, dove a decidere la sfida è stato un Goran Dragic scintillante: il playmaker sloveno ha chiuso con 28 punti, il suo massimo stagionale, ma soprattutto ha battuto da solo i Blazers 8-7 negli ultimi 3:52 di gioco, riuscendo a cogliere una vittoria che in un paio di occasioni è stata in bilico. Merito di un Damian Lillard autore di 42 punti nonostante una piccola iperestensione al gomito destro, che non gli ha impedito di chiudere con 15/28 al tiro, 7 rimbalzi e 6 assist. Insieme a lui i 19 punti di CJ McCollum e i 13 di Zach Collins dalla panchina, che non sono però riusciti a contrastare i 19 a testa di Dwyane Wade e di Kelly Olynyk, oltre ai 14+10 di Rodney McGruder. Nel corso della partita sia Dragic che Lillard hanno raggiunto due milestones: il primo ha raggiunto quota 10.000 punti in carriera, l’altro ha superato quota 11.000.
Memphis Grizzlies-Phoenix Suns 117-96
Nessun problema per i Grizzlies, che hanno vita facile nello sbarazzarsi dei Suns privi di Devin Booker. I protagonisti sono i due veteranissimi di Memphs, Mike Conley e Marc Gasol, autori rispettivamente di 18 e 19 punti per guidare altri tre compagni in doppia cifra (Brooks 18, Temple 15 e Selden 14). In casa Phoenix non c’è molto di cui essere contenti se non i 24 punti e 8 rimbalzi di Deandre Ayton, alla sua miglior prestazione stagionale, ma la mancanza di alternative offensive ha condannato Phoenix alla quarta sconfitta consecutiva. “Abbiamo commesso gli stessi errori: le palle perse, ovviamente” ha commentato coach Kokoskov sui 19 palloni buttati dai suoi. “Dobbiamo giocare meglio. Anzi, dobbiamo eseguire meglio”.