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NBA: gli Spurs vincono in volata, Lakers battuti in rimonta

NBA

San Antonio va sotto di 14 punti nel primo tempo, recupera e vince il testa a testa finale nonostante un LeBron James "da record" con 35 punti e 11 rimbalzi. DeMar DeRozan sfiora la prima tripla doppia con San Antonio, autore di 30 punti, 12 rimbalzi e otto assist

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San Antonio Spurs-Los Angeles Lakers 110-106

Partiamo dalla fine, dagli ultimi 15 secondi scarsi di gara, con i Lakers sotto di tre punti e aggrappati come al solito a LeBron James. Il n°23 riceve la rimessa di Rondo, attira su di sé Rudy Gay e tutte le attenzioni della difesa Spurs che resta ben attaccata ai tiratori sul perimetro: la voragine che si apre sotto canestro è grande e Rondo con un semplice taglio riesce a infilarsi nel cuore della difesa di San Antonio, prontamente servito da James. Quando riceve sul cronometro mancano 12.5 secondi, il ferro è a un passo e un suo bersaglio porterebbe i Lakers sul -1 con la chance di accorciare grazie alla lotteria dei tiri liberi. Rondo invece si ingambera, capisce di dover tirare soltanto un attimo dopo; quello in cui il pallone inizia a imbizzarrirsi, rotolargli addosso, a palleggiare a casaccio pur di non perdere il possesso. Si finisce così di nuovo nelle mani di LeBron dopo una improbabile circolazione che fuori equilibrio da distanza chilometrica si ferma sul primo ferro e condanna i Lakers alla quarta sconfitta stagionale su sei partite. Un record non invidiabile, nonostante James ce la metta tutta per portare i giallo-viola al 50% di vittorie: LeBron infatti chiude con 35 punti, 11 rimbalzi e 13/21 dal campo. Canestri che bastano per superare Dirk Nowitzki e salire al sesto posto della classifica all-time dei realizzatori NBA, ennesimo riconoscimento di una carriera in cui ormai si è perso il conto dei record raggiunti. L’obiettivo principale adesso è quello di trovare la chimica giusta in un gruppo che ancora difetta di continuità, soprattutto in difesa. Coach Walton conferma Lonzo Ball in quintetto, nonostante il ritorno di Rondo dopo la squalifica, sempre in campo però nelle fasi calde del match. Alla sirena finale manca alle spalle di James un realizzatore aggiuntivo, con Kuzma e Stephenson che si fermano rispettivamente a 15 e 14 punti: un buon contributo, ma non quello decisivo per mantenere il vantaggio.

La rimonta Spurs e il record di vittorie firmato Popovich

Ne approfittano gli Spurs, abili a risalire dopo un pessimo primo tempo: in due quarti i Lakers tirano con il 53% dal campo e volano anche sul +14. Tanti, troppi canestri facili concessi che i texani hanno smesso di offrire agli ospiti nella ripresa (il primo vantaggio San Antonio arriva a dieci minuti dalla sirena). “Quando hai una partita complicata in attacco e non riesci a trovare continuità, ritmo e canestri, l’unico modo pe restare a galla è difendere forte”: La chiave del successo dei padroni di casa sta tutta lì, oltre che in DeMar DeRozan - autore di 30 punti, 12 rimbalzi e otto assist, con diversi acuti decisivi nel quarto periodo, arrivati nel momento di bisogno: “Quando ti ritrovi sotto nel punteggio, almeno nel mio caso, diventa naturale essere più aggressivo, attaccare il ferro in ogni modo e con tutte le forze”. Tattica che ha funzionato e necessaria per lasciarsi alle spalle la pessima sconfitta incassata contro Indiana, quella che aveva rimandato l’appuntamento di coach Gregg Popovich con la storia: l’allenatore degli Spurs è diventato il quinto nella storia NBA ad aver conquistato 1200 successi su una panchina NBA, il primo però a raccoglierli tutti con la stessa franchigia. Nota finale per Marco Belinelli, rimasto sul parquet per 23 minuti nonostante le difficoltà al tiro di una serata non perfetta. L’azzurro n°18 è diventato un riferimento offensivo di questa nuova versione degli Spurs e anche in una partita da otto punti, 3/10 dal campo e 0/5 dall’arco l’importante è non smettere di provarci.