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NBA, Bucks ultimi imbattuti (7-0), Butler manda ko LeBron James e i Lakers

NBA

Milwaukee (senza Antetokounmpo) supera Toronto nella sfida tra le ultime due squadre imbattute infliggendo così ai Raptors (senza Leonard) il primo ko stagionale. Non bastano a L.A. 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist di "King" James. Denver batte New Orleans: Jokic sfiora la tripla doppia

KLAY THOMPSON DA RECORD: 52 PUNTI E 14 TRIPLE A SEGNO IN SOLI 3 QUARTI

SUPER DONCIC NON BASTA, DEROZAN GUIDA GLI SPURS, CON 13 DI BELINELLI

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

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Minnesota Timberwolves-Los Angeles Lakers 124-120

Il riassunto breve vede Jimmy Butler nei panni del vincente e LeBron James in quelli del perdente. La star (scontenta) di Minnesota segna 5 delle 8 triple dei Timberwolves nel quarto quarto e finisce con 32 punti, mentre il 23 gialloviola – a sua volta autore di una grandissima prestazione, da 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist – perde un banalissimo pallone dal palleggio nei secondi finali di gara, mettendo così fine alle speranze di rimonta dei suoi Lakers. Che tornano dal Minnesota con la quinta sconfitta in sette gare e alcune parole preoccupate di James e Walton: “Se continuiamo a fare gli stessi errori – dice LeBron – è da folli aspettarsi un risultato diverso”; “Il mio game plan prevedeva di non mandarli in lunetta e di fare attenzione ai rimbalzi difensivi”, rincara la dose l’allenatore gialloviola, che invece vede i T’Wolves tirare il doppio dei liberi dei suoi Lakers (30-15, di cui 26 realizzati) e collezionare 20 rimbalzi offensivi, il loro massimo stagionale. A questi dati si sommano le 18 palle perse dei suoi Lakers, a cui non basta l’ottimo ritorno in campo di Brandon Ingram (24 punti) e un nuovo assetto tra i titolari, con lo stesso Ingram al fianco di Lonzo Ball tra le guardie, la coppia di ali James-Kuzma (19 punti per lui) e JaVale McGee in centro. Minnesota sorride oltre che per la vittoria anche per un paio di prestazioni individuali di tutto rispetto: clamorosa quella di Karl-Anthony Towns, che chiude con 25 punti, 16 rimbalzi e 4 stoppate, ma molto positiva anche quella del rookie Josh Okogie partito in quintetto al posto dell’infortunato Andrew Wiggins. Per lui infatti 17 punti con 4 rimbalzi, 3 assist e 3 recuperi e i complimenti di coach Thibodeau, che vede anche il suo veterano Derrick Rose chiudere con 11 punti dalla panchina, conditi da 7 rimbalzi e 7 assist ma solo 4/16 al tiro.

Milwaukee Bucks-Toronto Raptors 124-109

La sfida tra le ultime due squadre rimaste imbattute in questo avvio di stagione perde un po’ del suo fascino dovendo fare a meno delle due principali superstar, Giannis Antetokounmpo (inserito nel protocollo precauzionale della lega dopo un colpo alla testa) e Kawhi Leonard (tenuto a riposo da coach Popovich in vista del back-to-back contro Philadelphia). Milwaukee-Toronto però resta una gara di grande interesse e conferma la nuova forza della squadra allenata da coach Budenholzer: il tiro da tre punti. I Bucks (dopo averlo stabilito solo tre giorni fa contro Minnesota) mandano a libri un nuovo record di franchigia per triple realizzate, ben 19, ed è proprio il tiro dalla grande distanza a fare tutta la differenza del mondo. Il 42.3% dall’arco dei padroni di casa eclissa il 9/44 dei Raptors, che trovano 30 punti con 9 rimbalzi da Serge Ibaka e 22 da Pascal Siakam ma piazzano un solo altro giocatore (Jonas Valanciunas con 10 punti dalla panchina) in doppia cifra. Sono invece 7 quelli di Milwaukee con almeno 10 punti: il migliore è Ersan Ilyasova a quota 19, ma 17 a testa li mettono anche Malcolm Brogdon ed Eric Bledsoe. I Bucks – per la settima volta su sette oltre i 110 punti segnati – eguagliano a quota 7 vittorie e 0 sconfitte la miglior partenza di sempre nella storia della franchigia: era il 1971-72, l’anno dopo il titolo, con la squadra di Oscar Robertson e Lew Alcindor (poi Kareem-Abdul Jabbar).

Denver Nuggets-New Orleans Pelicans 116-111

Entrambe le squadre arrivano alla sfida diretta con un record di 4-1 ma i Pelicans devono rinunciare ad Anthony Davis, alle prese con un guaio al gomito destro, e anche a Elfrid Payton (caviglia). Denver però parte piano e sembra non approfittarne, andando subito sotto di 9 e poi chiudendo il primo quarto a -4. Da lì in avanti però la squadra di coach Malone sembra svegliarsi e all’intervallo il vantaggio dei padroni di casa è già di 13 punti, 58-45. Diventa un +18 nel terzo quarto prima che New Orleans organizzi una rimonta che si ferma appena prima di compirsi definitivamente: a 4 minuti dalla fine lo svantaggio degli ospiti è solo di 2 punti ma Gary Harris sale al proscenio. La guardia dei Nuggets segna 9 dei suoi 23 punti nel quarto quarto e mette a segno un recupero decisivo (una delle tre costosissime palle perse dei Pelicans nel finale) dando così a Denver la quinta vittoria stagionale. Sono 23 anche i punti di Jamal Murray, 18 quelli di Paul Millsap e 17 quelli di Trey Lyles dalla panchina mentre chiude a 12 con 10 assist e 9 rimbalzi Nikola Jokic, a un soffio dalla tripla doppia. Per New Orleans il migliore è Julius Randle in uscita dalla panchina con 24 punti mentre Nikola Mirotic ne colleziona 17 con 10 rimbalzi e 18 li aggiunge E’twaun Moore. 

Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 113-92

All’intervallo Philadelphia e Atlanta sono in perfetta parità, 47-47: la cosa piace il giusto agli esigenti tifosi dei Sixers (“fischiano anche Babbo Natale”, da tradizione…) e difatti il ritorno in spogliatoio di Embiid e compagni è subissato dai fischi. Ci pensa Ben Simmons a tramutarli in appalusi con un terzo quarto da autentico fenomeno, in cui segna 15 punti con 5/6 dal campo e 5/5 dalla lunetta, decisivo per il parziale di 31-13 che cambia la partita e in pratica la chiude. Il n°25 di Philadelphia termina con 21 punti, 12 rimbalzi e 9 assist: è uno dei 7 giocatori di coach Brown in doppia cifra, che dalla panchina ha anche 14 a testa da J.J. Redick e Mike Muscala, e 13 dal rookie Landry Shamet. Solo 10 quelli di Joel Embiid, con solo 9 tiri, e 16 di un Markelle Fultz che tiene banco nel post partita per le sue dichiarazioni (“Penso di essere un gran giocatore di basket, in campo so fare praticamente tutto”) e per quelle di coach Brown, che lo “incorona” playmaker di questi Sixers: “La sua posizione in campo non può che essere questa, con la palla in mano”. Per Atlanta il migliore è Kent Bazemore con 18 punti mentre 11 a testa li mettono a referto Dewayne Dedmon e i due rookie Omari Spellman e Trae Young, che ci aggiunge anche 8 assist.

Indiana Pacers-Portland Trail Blazers 93-103

Damian Lillard è reduce da due quarantelli consecutive ma stavolta ha le polveri bagnate: sbaglia i primi 5 tiri della sua gara, non segna fino al termine del primo tempo e finisce con 5/13 al tiro e 16 punti, il suo minimo stagionale. Ecco a cosa serve la panchina di coach Terry Stotts: Zach Collins contribuisce con 17 punti, Caleb Swanigan firma la prima doppia doppia della sua carriera (11 con 10 rimbalzi), altri 13 li mette Evan Turner: “Sono loro la differenza tra l’essere una squadra mediocre e una squadre davvero forte”, dice C.J. McCollum, autore a sua volta di 17 punti. Indiana chiude sopra di 8 il primo tempo ma poi subisce un break di 10-2 nel terzo quarto e va sotto: i Pacers pagano la battaglia persa a rimbalzo (50-35 per Portland) e nonostante i 21 punti, 9 rimbalzi e 7 assist di Oladipo, i 17 di Darren Collison e i 16 di Thaddeus Young registrano la prima sconfitta interna della stagione.

Miami Heat-Sacramento Kings 113-123

La sfida all’American Airlines Arena è ancora in parità all’intervallo, ma il terzo quarto dei Kings è il migliore degli ultimi 880 disputati dalla franchigia californiana: Sacramento segna 43 punti (contro i 32 di Miami) e spinge sull’acceleratore per mettersi definitivamente alle spalle gli Heat, surclassati atleticamente prima ancora che tecnicamente. “Ci piace correre e giocare ad alto ritmo – dice coach Spoelstra – ma vogliamo dettare noi i termini. Oggi invece la partita l’hanno fatta loro”. Ha fatto scintille la sfida sotto canestro tra Willie Cauley-Stein e Hassan Whiteside: il primo chiude con 26 punti e 13 rimbalzi, il secondo con 16 punti, 5 stoppate e ben 24 rimbalzi, a uno soltanto dal suo record in carriera. Nonostante gli Heat possano contare anche sui 31 punti di un ottimo Josh Richardson, Sacramento domina sotto canestro (68-38, +30 il bilancio dei punti ottenuti nell’area pitturata) e segna 27 punti dalle palle perse dei padroni di casa. Per i californiani ci sono anche 23 punti di Buddy Hield.

New York Knicks-Brooklyn Nets 115-96

Brooklyn in back-to-back dopo lo sforzo in tv nazionale contro i Golden State Warriors arriva stanca e senza gambe all’appuntamento con i cugini newyorchesi: dopo aver retto nel primo quarto (26-26), nei due periodi centrali – secondo e terzo – i Nets subiscono un parziale di 59-41, che lanciano i Knicks verso la seconda vittoria stagionale, la prima dopo cinque ko consecutivi. Il vantaggio dei blu-arancio arriva fino a 25 punti, così come di 25 è il bottino di fine serata di Tim Hardaway Jr. che ci aggiunge anche 8 assist, suo massimo in carriera. Tra gli uomini di coach Fizdale, positive anche le partite di Frank Ntilikina (16 punti) e Enes Kanter, autore di una doppia doppia con 15 punti e altrettanto rimbalzi in uscita dalla panchina. Terzo ko in fila per Spencer Dinwiddie (il migliore di Brooklyn con 17 punti) e i suoi, ma la scusa della stanchezza non soddisfa coach Atkinson: “Stiamo parlando della settima partita dell’anno, non della 74^…”.