L'azzurro segna 23 dei suoi 27 punti totali nel primo tempo, guidando i suoi al +13 all'intervallo. Poi però arriva la rimonta dei Thunder: 39-10 il parziale del terzo periodo che lancia OKC alla vittoria, segnata dai 32 punti a testa di Russell Westbrook e Paul George
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Oklahoma City Thunder-L.A. Clippers 128-110
Una partita dai due volti quella che Thunder e Clippers disputano alla Chesapeake Energy Arena: il primo tempo è dominato dagli ospiti, che tirano il 54% tanto dal campo quanto da tre punti, segnano 67 punti e vanno all’intervallo in pieno controllo della sfida, sul +13. L’assoluto protagonista della gara è Danilo Gallinari, per cui la difesa di OKC non ha assolutamente risposte: l’azzurro è perfetto dall’arco (3/3), segna 6 dei suoi 9 tiri dal campo e va tanto in lunetta (dove al solito non sbaglia), chiudendo la prima frazione con 23 punti e un dominio totale della gara. Ma dopo l’intervallo la partita si trasforma: il terzo quarto vede OKC rifilare ai Clippers un parziale di 39-10 che va dritto nei libri di storia. Il +29 su un singolo periodo di gioco è infatti il massimo margine mai fatto registrare dai Thunder su qualsiasi avversario in tutta la loro storia, in dodici minuti chiusi con il 70% dal campo contro il 24% degli ospiti. Lo svantaggio di 13 punti accumulato a metà gara è così tramutato in un comodo +16, che Russell Westbrook e compagni amministrano senza troppi problemi fino al suono della sirena finale. La point guard n°0 dei Thunder – di nuovo ai ferri corti con Patrick Beverley, in una rivalità di lunga data – chiude con 32 punti proprio come il suo partner-in-crime Paul George: il primo ci aggiunge 8 assist, il secondo la bellezza di 12 rimbalzi. Va in doppia doppia anche Steven Adams, autore di una solida gara da 18&10, ma soprattutto OKC capitalizza sulle 25 palle perse collezionate da L.A. per 38 punti, un’enormità (38-18 per i padroni di casa il bilancio dei punti ottenuti dai turnover degli avversari). Per i Thunder torna anche a funzionare il tiro da tre punti – un ottimo 9/17 contro i Clippers – area del gioco che li vedeva all’ultimo posto per percentuale in tutta la lega (“Se difendiamo, segniamo – e non mi importa che sia da due o da tre: sono robe che lascio a voi patiti delle statistiche analitiche”, taglia corto Westbrook). Per una sera ha ragione lui, perché Oklahoma City può festeggiare la seconda vittoria in fila dopo una partenza preoccupante da 0-4.
La gestione del secondo tempo di Gallinari
Fa discutere in casa Clippers la gestione da parte di Doc Rivers di Danilo Gallinari (cui viene fischiato un fallo tecnico nel primo tempo) nella seconda metà di gara: l’ala n°8 è in campo per 6 minuti nel terzo quarto – quando L.A. subisce il parziale decisivo – e poi solo per 4 negli ultimi dodici minuti. Forse anche per questo non riesce più a trovare il ritmo della prima frazione, tira male (1/6) e chiude con 27 punti una partita che avrebbe potuto forse regalargli qualche soddisfazione in più e che forse – sfruttando meglio i mismatch che nel primo tempo lo avevano reso immarcabile – avrebbe anche dato ai Clippers una chance migliore di restare in gara contro OKC. Per Rivers il secondo miglior realizzatore di serata è il solito Lou Williams dalla panchina con 17 punti (ma 4/11 al tiro) mentre 15 li aggiunge Tobias Harris, più preciso dal campo ma capace di guadagnarsi un solo libero a testimonianza di una prestazione troppo perimetrale e scarsamente aggressiva. L.A. rimane con un record in attivo (4-3) ma incassa la seconda sconfitta in tre trasferte, in una gara che sembrava poter inizialmente controllare: uno scivolone da imputare principalmente all’elevatissimo numero di palle perse, aspetto dal gioco su cui Rivers e il suo staff dovrà correre ai ripari.