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NBA, risultati della notte: Houston distrugge Golden State, Denver passa sopra ad Atlanta

NBA

I Rockets trascinati dai 27 punti di James Harden infliggono ai campioni in carica la seconda sconfitta nelle ultime tre, nonostante il ritorno dalla squalifica di Draymond Green. Houston, che ha ufficialmente salutato Carmelo Anthony, sale al 50% di vittorie. Nessun problema per i Nuggets in casa contro gli Hawks

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Se i Golden State avevano bisogno di risposte dopo tutto quello che è successo negli ultimi giorni sull’asse Draymond Green-Kevin Durant, a Houston non ne sono arrivate. O meglio, quelle che sono arrivate sono state tutte negative: i Rockets hanno distrutto i campioni in carica in una gara mai in discussione, con i padroni di casa che hanno preso il controllo nel punteggio alla fine del primo quarto e non lo hanno più mollato fino alla fine. Ma se alla fine del terzo quarto la distanza tra le due squadre era “solamente” di 13 lunghezze, un parziale di 21-2 nei primi 7 minuti dell’ultima frazione ha definitivamente chiuso i giochi, toccando anche il +32 e infliggendo agli Warriors la seconda sconfitta nelle ultime tre gare. Di sicuro non ha aiutato l’assenza di Steph Curry, che potrebbe averne ancora per dieci giorni (o forse anche di più: coach Kerr ha detto che l’approccio al suo ritorno sarà “estremamente cauto”), ed è pur sempre metà novembre, quindi dedurre conclusioni definitive su questa squadra è ovviamente affrettato. Però è chiaro che non stiamo più vedendo la squadra capace di vincere 10 delle prime 11 partite di regular season: l’attacco è sembrato asfittico, complice un terribile 4/18 dalla lunga distanza (nessuna tripla dei titolari) e 18 assist registrati sui 32 canestri segnati. Cinque di questi portano la firma di Draymond Green, che ha chiuso i suoi 24 minuti sul parquet senza punti segnati pur con 5 rimbalzi e 5 palle perse. Quattro sono invece i giocatori in doppia cifra guidati dai 20 di Kevin Durant (ma con 6/15 dal campo), i 12 di Kevon Looney (massimo stagionale), gli 11 di Quinn Cook (quasi tutti in garbage time) e i 10 di Klay Thompson (5/16 al tiro, 0/5 da tre). Difficile pensare di vincere a Houston con un attacco che segna solo 98.9 punti su 100 possessi, dato che crolla a 76.7 nei minuti passati in campo da Green.

Harden miglior marcatore, finalmente record al 50%

In casa Rockets, invece, la serata si è aperta se non altro con una notizia netta: Carmelo Anthony non farà più parte della squadra, anche se il suo contratto non verrà tagliato — almeno per il momento — in attesa di capire se qualcuno vorrà prenderlo tramite uno scambio. Houston è reduce da tre vittorie in fila ed è uscita vincente da sei delle ultime otto partite riportandosi finalmente al 50% di vittorie con un record di 7-7, circostanza che ha portato coach D’Antoni a complimentarsi ironicamente coi suoi per il "risultato". Il volto in copertina della vittoria sui campioni in carica è quello di James Harden, miglior marcatore dei suoi con 27 punti pur tirando 8/23 dal campo e 4/14 da tre, seguito dai 19 punti di un ottimo James Ennis e i 17 di Eric Gordon in uscita dalla panchina. Il 16/47 registrato da tre punti è lontano dai giorni migliori dei Rockets, ma se non altro la squadra di D’Antoni sembra aver ritrovato un po’ di chiarezza e di identità, accorciando le rotazioni (di fatto ruotano sette uomini e mezzo, con minuti sporadici per Isaiah Hartenstein nel reparto lunghi). Nonostante il record al 50%, i Rockets sono ancora dodicesimi nella Western Conference, a quattro partite di distanza da Golden State: la risalita è ancora lunga, ma intanto il primo traguardo è stato raggiunto.

Denver Nuggets-Atlanta Hawks 138-93

Bastano i primi quattro minuti di partita per capire l’andamento di tutta la gara: il 13-0 di parziale realizzato dai Nuggets nel giro di 240 secondi ha indirizzato immediatamente l’andamento della sfida, con gli ospiti che non sono più riusciti a tornare sotto la doppia cifra di svantaggio. Il -45 finale è solo la logica conseguenza della disparità tra le due squadre: Denver — che ha interrotto una striscia di quattro sconfitte consecutive — ha mandato sette giocatori in doppia cifra guidati dal massimo stagionale da 25 punti con 9 rimbalzi di Juancho Hernangomez, seguito dai 18 a testa di Paul Millsap e Gary Harris; Atlanta invece ne ha mandati sei, ma con il massimo dei 16 punti realizzati in uscita dalla panchina di Jeremy Lin. L’unica notizia di serata, allora, diventa il cambiamento in quintetto operato da coach Malone, che ha optato per far uscire dalla panchina Jamal Murray preferendogli Monte Morris: chissà che non possa diventare la strutturazione fissa per questa stagione dei Nuggets, o almeno fino a quando non rientrerà Will Barton.