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NBA, risultati della notte: Anthony Davis rimonta New York, Minnesota vince la terza in fila

NBA

Un Anthony Davis da 43 punti e 17 rimbalzi spinge New Orleans alla rimonta da -19 contro New York. Minnesota vince la terza in fila contro Portland grazie all'ispirazione di Kevin Garnett, Milwaukee con un super terzo quarto batte Chicago. Successi per Indiana, Brooklyn e Memphis

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JIMMY BUTLER PROTAGONISTA ALL'ESORDIO CON PHILA

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

New Orleans Pelicans-New York Knicks 129-124

Nella sfida tra Pelicans e Knicks c’è stata una sola parità e un solo sorpasso tra le due squadre. Uno si aspetterebbe che fossero i padroni di casa ad aver guidato per la maggior parte della gara, e invece sono stati gli ospiti a costruire un vantaggio anche di 19 punti nel primo tempo e, soprattutto, di 11 lunghezze nell’ultima frazione di gioco. Poi però si sono svegliati i Pelicans, e le cose sono cambiate in fretta: tenuti in piedi dal massimo stagionale da 43 punti e 17 rimbalzi di Anthony Davis, la squadra di coach Gentry ha operato il sorpasso a 2:33 dalla fine grazie ai contributi di Julius Randle (19+11 e il cruciale canestro del +3 a rimbalzo d’attacco a poco più di un minuto dalla fine) e Jrue Holiday (24 e 10 assist con la tripla del +6 a 35 secondi dal termine). A loro tre si aggiungono i 13 punti di E’Twaun Moore e i 12+10 di Nikola Mirotic, mentre il ritorno di Elfrid Payton in campo dopo 9 partite di assenza è stato rovinato da un nuovo infortunio, questa volta la frattura del mignolo della mano sinistra dopo appena 8 minuti di gioco. I Pelicans sono riusciti a vincere una gara in cui hanno tirato solo 10/34 da tre grazie alla capacità di alzare il livello fisico nel momento decisivo: nel solo ultimo quarto hanno recuperato 7 dei loro 11 rimbalzi offensivi che hanno fruttato 8 preziosissimi punti da seconda opportunità, infliggendo ai Knicks al sesta sconfitta nelle ultime sette gare. Alla squadra di coach Fizdale non sono bastati i 30 punti di Tim Hardaway Jr. e i 24 con 10/13 al tiro di Trey Burke per evitare una sconfitta cocente.

Minnesota Timberwolves-Portland Trail Blazers 112-96

Se un indizio è un indizio e due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova: i Minnesota Timberwolves hanno raccolto la terza vittoria consecutiva da quando hanno ceduto Jimmy Butler, riuscendo a tenere una squadra di alta classifica a Ovest al suo minimo stagionale per punti segnati. Chissà quanto ha influito la chiarezza dopo aver salutato Butler, quanto il debutto delle splendide nuove maglie ispirate a Prince e quanto, infine, la visita a sorpresa di una leggenda dei T’Wolves come Kevin Garnett. Presente a bordo campo nonostante le ben note antipatie per il proprietario Glen Taylor, il grande ex ha ispirato quella che è stata probabilmente la miglior prestazione difensiva dell’anno, osservando da vicino la settima vittoria su otto gare in casa conquistata da Minnesota. Merito dei 23 punti di Andrew Wiggins e dei 17 di Derrick Rose, con un quintetto tutto in doppia cifra. In casa Blazers invece questa sconfitta implica la prima striscia di partite perse in questa regular season, non il modo ideale di cominciare una trasferta da sei gare: i 18 punti di CJ McCollum e i 16 di Damian Lillard non sono riusciti a sopperire alle 18 palle perse degli ospiti, lasciati indietro da un parziale da 21-11 degli avversari per chiudere il terzo quarto.

Milwaukee Bucks-Chicago Bulls 123-104

Proprio come i Pelicans, anche i Bucks hanno avuto bisogno di tempo — parecchio tempo — per entrare in partita. Sotto di 22 punti nel corso della prima frazione e di 18 all’intervallo, i padroni di casa hanno cambiato marcia con un terzo quarto da 46-17 in cui hanno spazzato via i Bulls, veleggiando poi fino a una facile vittoria con 19 lunghezze di scarto. Merito dei 25 punti di Eric Bledsoe e dei 23 aggiunti sia da Khris Middleton che da Giannis Antetokounmpo, leader di un quintetto tutto in doppia cifra e di una squadra capace di tirare 18/43 dalla lunga distanza, di cui 12/26 solamente nel secondo tempo. Nel primo a fare il bello e il cattivo tempo era stato l’ex di serata Jabari Parker, autore di 15 dei suoi 21 punti nei primi 12 minuti di gioco accompagnato da Justin Holiday (18 dei suoi 20 punti, tutti dall’arco con 6 triple, sono arrivati nella prima metà di gara) e seguito poi dai 15 di Zach LaVine (ma con 6/20 al tiro) e i 12 di Wendell Carter. In casa Bucks invece, complice l’infortunio che terrà John Henson fuori per tre mesi, si è rivisto in campo Thon Maker: 9 punti con 3/7 dall’arco per il lungo sud-sudanese in 17 incoraggianti minuti di gioco.

Indiana Pacers-Miami Heat 99-91

La partita con gli Heat è esattamente il motivo per cui i Pacers hanno firmato Tyreke Evans: in una serata in cui Victor Oladipo non ne aveva (8 punti con 3/12 al tiro), i 23 con 10 rimbalzi e 5 triple dell’ex Grizzlies sono bastati e avanzati per creare il solco decisivo con gli Heat, sconfitti da Indiana per la dodicesima delle ultimi 13 occasioni. Il parziale di 16-0 del secondo quarto ha permesso ai padroni di casa di crearsi un vantaggio che non hanno più lasciato andare, complici anche i 16 punti di Bojan Bogdanovic e i 15+12 di Domantas Sabonis dalla panchina. Per gli Heat si tratta della quarta sconfitta nelle ultime cinque partite, arrivata nonostante il 7/10 da tre per 28 punti di Josh Richardson e la doppia doppia (la sesta consecutiva) di Hassan Whiteside con 12 e 17 rimbalzi. Troppo poco però per impensierire una squadra come i Pacers, ritornando al massimo a -3 a 1:27 dalla fine prima che una tripla di Oladipo li ricacciasse indietro definitivamente.

Washington Wizards-Brooklyn Nets 104-115

Dopo tre sconfitte in fila e il brutto infortunio di Caris LeVert, i Brooklyn Nets avevano bisogno di voltare pagina il più in fretta possibile. Per riuscirci è arrivato il gentile contributo di Washington, che ancora una volta ha perso quando le cose sembravano essersi bene con tre vittorie in fila. La miglior prestazione stagionale di Dwight Howard (25 punti e 17 rimbalzi) non è servita a sopperire una pessima serata di John Wall e Bradley Beal, che hanno combinato per 14/38 al tiro per 36 punti complessivi all’interno di un pessimo 3/17 dalla lunga distanza dei padroni di casa. “Non ci è entrato nulla, abbiamo perso tanti palloni e dato loro molte opportunità” è stato il sunto di coach Brooks, che ha commentato così la prestazione difensiva: “Non riuscivamo a stare davanti al nessuno”. Merito soprattutto delle guardie dei Nets Spencer Dinwiddie (massimo stagionale da 25 punti) e D’Angelo Russell (23 punti), anche se un grosso contributo è arrivato anche dal rientrante Jarrett Allen autore di 16 punti con 12 rimbalzi.

Memphis Grizzlies-Sacramento Kings 112-104

Nella sfida tra le due rivelazioni a Ovest di questo inizio di stagione, a spuntarla è la squadra con più esperienza — anche se a trascinarla è stato un rookie. Jaren Jackson Jr. ha firmato il suo massimo in carriera fissandolo a quota 27 punti, seguito da un Marc Gasol che, con 19 punti e soprattutto 15 rimbalzi, è diventato il miglior rimbalzista nella storia della franchigia, superando l’ex compagno Zach Randolph (presente al palazzetto ma in abiti civili). Insieme a loro anche i 19 di Mike Conley e i 14 dell’ex Garrett Temple, in una partita in cui rischiavano di farsi recuperare il vantaggio di 14 punti costruito nel terzo quarto, prima di rimettere le cose a posto negli ultimi due minuti grazie ai canestri di Gasol. In casa Kings le cose migliori sono arrivate dalle due guardie: De’Aaron Fox ha proseguito la sua ottima stagione con 23 punti e 10 assist, seguito da un Buddy Hield da 16 e dai 12 a testa di Bogdanovic e Shumpert.