Tutti lo aspettavano al Wells Fargo Center e lui ha risposto presente: Jimmy Butler chiude con 28 punti e sette assist nel successo dei Sixers contro Utah, miglior realizzatore in una squadra che adesso punta davvero in alto
TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE
Philadelphia 76ers-Utah Jazz 113-107
“One in the books”, sussurra Jimmy Butler mentre corre nel tunnel degli spogliatoi, uscito stritolato e felice dall’abbraccio di una folla che non vedeva l’ora di godersi le sue giocate sul parquet. Il nuovo n°23 dei Sixers ha risposto presente, regalando al Wells Fargo Center una partita di primissimo livello: 28 punti e sette assist, tirando 12/15 dal campo e concedendo davvero pochissime sbavature. Butler mette a segno un gioco potenziale da tre punti? L’urlo rabbioso della panchina è tutto per lui. Vola al ferro a schiacciare contro la difesa in difficoltà di Utah? Ci pensa tutta l’arena di Philadelphia a far sentire i propri decibel. “Sapevo già che questo pubblico è molto stimolante e divertente. Adesso che li ho al mio fianco è molto più facile per me. Tutti, sono stati tutti fantastici con me. Mi hanno già dedicato una canzoncina: la terrò a mente e la canterò ogni gara mentre sto per arrivare all’arena”. Una partita non semplicissima, almeno non come immaginavano i padroni di casa dopo il primo quarto. Utah, reduce dalla frastornante sconfitta (-50 punti) incassata contro Dallas, non scende in campo i primi 12 minuti, sprofondando anche sul -16. I Jazz però questa volta non ci stanno a fare la figura della vittima sacrificale e così si rimettono in pista, arrivando grazie a un tocco a rimbalzo d’attacco di Jae Crowder a prendersi due punti di vantaggio a meno di 100 secondi dalla sirena. Ci pensano poi un paio di liberi di JJ Redick a rimettere in parità il punteggio, prima che una penetrazione di Ben Simmons riporti in vantaggio i Sixers. A chiudere i conti invece ci pensa il nuovo beniamino: Butler segna prima il canestro per allungare in testa alla sfida e poi si prende un fallo in attacco che taglia le gambe alle speranze di rimonta dei Jazz. Il Wells Fargo Center esplode di gioia: è arrivato il giocatore che in molti aspettavano da tempo.
Bene Philadelphia, non solo Jimmy Butler
“È stato incredibile”, commenta Joel Embiid a fine partita, riferendosi sia al suo nuovo compagno, che all’atmosfera creata dai tifosi di casa. Una presenza ingombrante in quanto a personalità nello spogliatoio della Pennsylvania, di quelle che generano certamente ombra. I Sixers però giocano una grande partita di squadra, con Embiid che chiude con 23 punti e sette rimbalzi a cui si aggiunge la gara in linea con la tripla doppia di Ben Simmons (10 punti, otto rimbalzi e otto assist), a servizio anche di un JJ Redick da 16 punti. Philadelphia conquista così il 29esimo successo casalingo nelle ultime 30 partite giocate al Wells Fargo Center, nonostante i 31 punti realizzati da Donovan Mitchell dall’altra parte (con 35 tiri tentati e zero assist a referto, numeri molto eloquenti). “Siamo rimasti a lungo in partita, ma avremmo dovuto dimostrare di essere più furbi. Errori fatti quando bisognava pensare, di quelli che paghi contro squadre del genere”, sottolinea coach Quin Snyder. Sarà per il prossimo anno per i Jazz che non sono riusciti a rovinare la festa al nuovo arrivato, né a impedirgli di suonare la campana una volta rientrato negli spogliatoi.