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Golden State in difficoltà: "Questa è la vera NBA, abbiamo vissuto un sogno per anni"

NBA

Steve Kerr scuote i suoi giocatori al termine della settimana più complicata da quando allena gli Warriors: "Dobbiamo ritrovare la gioia di giocare". E il proprietario Joe Lacob precisa: "Nella questione Durant-Green nessuna preferenza da parte della dirigenza"

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Dopo tre sconfitte consecutive, la quarta nelle ultime cinque partite, possiamo dirlo: i Golden State Warriors stanno attraversando il peggior periodo mai vissuto in regular season nell’era Steve Kerr (che mai aveva perso tre gare in fila in trasferta). Una settimana complicata dalla polemica tra Draymond Green e Kevin Durant e dall’infortunio di Steph Curry, che resterà lontano dal parquet più a lungo del previsto. I bi-campioni NBA in carica non erano più abituati a tutto questo e l’allenatore degli Warriors non può far altro che confermare: “Sì, certo, ma abbiamo fatto una cavalcata da sogno negli ultimi quattro anni e mezzo. Abbiamo vissuto quattro stagioni celestiali e questo è la striscia di gare più complicata in cui ci siamo ritrovati invischiati. Questa è la vera NBA: non abbiamo colto quale fosse la vera essenza della Lega negli ultimi anni. Abbiamo vissuto in un sogno e adesso ci confrontiamo con le avversità: una fase da cui dobbiamo venire fuori con il lavoro fatto su noi stessi”. Kerr però non ha dubbi sul fatto che il suo roster pieno di talento, anche se rimaneggiato, possa venirne fuori: “Dobbiamo risolvere i problemi tutti insieme e nessuno può sentirsi in qualche modo esentato o non responsabile per quello che sta accadendo: bisogna tornare a combattere ed eseguire, ricominciare a essere competitivi per 48 minuti. Stanotte siamo stati in grado di farlo per metà gara, abbiamo piazzato un paio di parziali e poco altro. Sono orgoglioso della reazione nel secondo tempo, del modo in cui abbiamo provato a competere nella ripresa. Ma farlo a tratti non ti permette di vincere: devi essere propositivo per tutta la gara e noi non siamo riusciti nell'intento”. Negli spogliatoi l’allenatore di Golden State ha usato un’altra metafora: “Dobbiamo tornare a giocare con gioia – racconta Kevin Durant – queste le parole che ha utilizzato: provare a riprenderci la felicità che spesso abbiamo messo in mostra sul parquet e che sembra scomparsa”.

La pessima mira nelle ultime gare di Thompson e Durant

Klay Thompson non può che essere dello stesso avviso: “Siamo stati pessimi in questo giro di trasferte, a prescindere dai risultati raccolti, ma eravamo chiaramente rimaneggiati. Sono orgoglioso del modo in cui abbiamo lottato: dopo la gara contro Houston, le altre due sfide in Texas potevano finire con un risultato diverso. Sfortunatamente, non è successo. È stata una settimana piena di sfide sotto diversi punti di vista. Il modo migliore per lasciarci tutto alle spalle è staccare un attimo la spina, fare di nuovo gruppo, tornare a casa e ritrovare la nostra gioia e il piacere di giocare a pallacanestro”. Le pessime percentuali raccolte dal campo (19/51 nella serata combinato tra Thompson e Durant), non cambieranno però l’approccio del n°11 degli Warriors: “Continuo a fare le stesse cose. È semplice: scendi in campo, giochi aggressivo e fai quello che hai sempre messo in mostra sul parquet in tutta la carriera. E credo che le statistiche e i canestri che io e Durant abbiamo raccolto negli ultimi anni sono lì a dimostrare che abbiamo ragione, che dobbiamo prendere quei tiri”. Kerr non può fare altro che confermare: “Entrambi stanno provando in maniera disperata ad aiutarci a venirne fuori. Ci stiamo affidando in maniera continuativa a loro per provare a segnare, soprattutto adesso che non c’è Curry. Ma ripeto, dobbiamo ritrovare la nostra identità di squadra, fatta di movimento del pallone, difesa dura, capacità di recuperare dopo un errore, correre in transizione, generando così dei grandi tiri. È molto più facile da dire che da fare, ma è qualcosa che ci è riuscito molto bene negli ultimi anni”.

Le parole di Lacob sulla questione Durant-Green: “Non stiamo facendo preferenze”

A margine dell’ennesima battuta d’arresto, prima del ko contro San Antonio, sono arrivate anche le parole del proprietario degli Warriors Joe Lacob, unico all’interno della franchigia a non essersi ancora espresso dopo lo scontro tra Durant e Green al termine della sfida contro i Clippers. “Ho letto e ascoltato tutti i commenti, soprattutto quelli in cui si sottolinea che la nostra franchigia sta scegliendo una persona al posto di un’altra. Non è vero: non abbiamo alcun tipo di preferenza particolare”. Parole che puntano a dissipare i dubbi avanzati da molti, secondo cui gli Warriors hanno scelto di schierarsi con KD perché in scadenza, tutelando lui a discapito del n°23: “Questo è a tutti gli effetti un problema manageriale e Bob Myers e Steve Kerr lo stanno gestendo come tale, nel modo più appropriato possibile per qualcosa che non riguarda la pallacanestro. Non mi sono posto il problema del fatto che la squalifica rivolta soltanto a Green potesse far pensare che la società si sia schierata. Il discorso è profondamente diverso: se sei un impiegato di un’azienda, devi mantenere un determinato comportamento. Draymond sa di essere andato oltre il consentito e noi abbiamo ritenuto appropriato che ci fosse una punizione. Lui lo ha capito, gli ho scritto più volte e ha recepito il messaggio. Siamo da sempre in ottimi rapporti con Green”. Capitolo chiuso quindi, con la speranza che si riesca subito a voltare pagina anche in campo.