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NBA, Texas amaro per Golden State, ko anche a San Antonio con 12 punti di Belinelli

NBA

Dopo le sconfitte contro Houston e Dallas, gli Warriors incassano anche il terzo ko nella trasferta texana, dominati da un LaMarcus Aldridge da 24 punti e 18 rimbalzi. I campioni in carica perdono così il primo posto a Ovest, superati dai Portland Trail Blazers vincenti contro Washington

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San Antonio Spurs-Golden State Warriors 104-92

Dopo i ko contro Houston e Dallas, Golden State incassa in Texas un’altra sconfitta, la terza consecutiva (ed è solo la quarta volta che ciò accade dalla stagione 2014-15). Ancora una volta i campioni NBA in carica fanno fatica in attacco: dopo gli 86 punti segnati contro Houston, in casa degli Spurs Kevin Durant e compagni si fermano a 92 e sale quindi a 0-3 il record stagionale degli uomini di Steve Kerr quando non toccano quota 100. Ancora peggiore il quadro se si guarda alle percentuali da tre tenute dalla squadra (e dai propri migliori tiratori) durante la trasferta texana: il 18/77 dall’arco include infatti un deludente 5/27 da parte di Klay Thompson e un ancora peggiore 1/14 di Kevin Durant. Ne approfittano i San Antonio Spurs guidati da un LaMarcus Aldridge dominante, autore di 24 punti con 18 rimbalzi, e aiutato dai 20 di DeMar DeRozan e dai 19 di Rudy Gay, 12 dei quali arrivati nel primo quarto. Golden State mette la testa avanti per la prima e unica volta nell’incontro sul 46-45 a meno di quattro minuti dalla fine del primo tempo, ma i padroni di casa piazzano un parziale di 12-0 per chiudere la frazione che indirizza la partita in maniera determinante. Ancora senza Curry per la sesta gara in fila (2-4 il record) e Draymond Green, gli Warriors hanno 51 punti in due dalla coppia Durant (26)-Thompson (25) ma solo Quinn Cook si unisce a loro in doppia cifra con 16 dalla panchina, frutto di un ottimo 7/12. Le percentuali degli Warriors dicono tutto sul difficile momento dei californiani, tenuti appena sopra il 40% dal campo e sotto il 20% da tre punti, e sotto media anche per numero di 20 assist (su 35 canestri segnati, pochi per un attacco da sempre tra i primi della lega). Infortuni e momento no al tiro combinano per dare a Steve Kerr la peggior striscia di sette gare (due sole vittorie, cinque ko) da quando è al timone degli Warriors, in una settimana assolutamente da dimenticare, iniziata con la sconfitta contro i Clippers cui ha fatto seguito il bisticcio tra Green e Durant, la sospensione del primo, una vittoria rosicata contro Atlanta, la notizia dell’allungamento dei tempi di recupero di Curry, il ko contro Houston, l’infortunio al dito del piede di Green e le ultime due sconfitte, contro Mavs e Spurs. 

Belinelli, percentuali rivedibili ma 12 punti dalla panchina

Le disavventure degli Warriors fanno la fortuna di San Antonio, che ne approfitta per invertire un trend negativo che aveva visto la squadra di coach Popovich uscire sconfitta nelle ultime tre gare disputate. Se il successo contro Golden State ha in LaMarcus Aldridge il protagonista assoluto – autore della partita n°202 con almeno 20 punti  e 10 rimbalzi dal 2006 a oggi (solo LeBron James fa meglio, ma di una sola gara, a quota 203) – Marco Belinelli si conferma il giocatore più pericoloso ad alzarsi dalla panchina nero-argento, chiudendo con 12 punti nei 25 minuti trascorsi in campo. L’azzurro non tira bene, solo 5/15 dal campo e 2/7 dall’arco in una gara che lo vede raccogliere anche 4 falli, ma porta comunque il proprio contributo offensivo in una serata che vede anche Bryn Forbes chiudere in doppia cifra a quota 10. Gli Spurs sfiorano il 42% da tre punti di squadra e vincono 18-10 il duello nei punti da secondi possessi, riavvicinandosi con questa vittoria alla zona playoff (una sola vittoria in meno di Pelicans e Lakers, attualmente appaiati al settimo/ottavo posto della Western Conference). Il terzo ko in fila di Golden State fa invece perdere la testa della classifica a Ovest ai californiani, superati dai Portland Trail Blazers.