I giallo-viola crollano al Pepsi Center, durano meno di un tempo e vengono travolti dai Nuggets, incassando così la peggior sconfitta stagionale (32 punti di margine) e con il peggior LeBron James dell'anno sul parquet
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Denver Nuggets-Los Angeles Lakers 117-85
Dopo una corsa durata più di tre settimane, i Lakers (che già erano inciampati un paio di volte contro i Magic) arrivano con il fiato corto alla trasferta in cui l’aria si fa più rarefatta e durano meno di un tempo contro i Nuggets; battuti senza appello in quella che è la peggior partita stagionale dei giallo-viola. I 32 punti incassati è il dato peggiore raccolto in questi primi 40 giorni di regular season, così come gli 85 segnati (mai così pochi quest'anno). LeBron James segue la tendenza negativa della squadra (o forse il contrario), aggiornando a ribasso tutte le sue statistiche in maglia Lakers: per il n°23 alla sirena finale sono 14 punti e due assist con 0/4 dall’arco e -23 di plus/minus (tutti e quattro minimi stagionali). Un vero e proprio tracollo, dovuto non soltanto al miglio d’altezza sul livello del mare del Pepsi Center. Per Denver infatti è un successo a suo modo storico; il più rotondo mai conquistato contro i losangelini: ben 32 punti di margine, superati i 29 raccolti in un successo del 1993. Una vittoria arrivata nel segno del 20, con ben tre giocatori che chiudono con 20 punti a referto: Jamal Murray, decisivo soprattutto nel primo tempo in cui raccoglie tre quarti del suo bottino; Paul Millsap, chirurgico dal campo (9/14) a cui aggiunge anche 11 rimbalzi e un paio di stoppate; Malik Beasley (da non confondere con Michael, che per la prima volta batte un colpo in casa Lakers con 8 punti in 13 minuti e tanto di schiacciata da highlights), la scossa necessaria a Denver in uscita dalla panchina. Funziona tutto per i padroni di casa, anche un Nikola Jokic da 14 punti, sette rimbalzi e sette assist che appare più volte non interessato a forzare la mano, in una gara che nell’ultimo quarto d’ora diventa una non-competitiva. Meglio conservare le forze allora per la prossima sfida.
Il problema alla caviglia di Ball (e del tiro da tre di squadra)
La tendenza preoccupante in casa Lakers è dovuta soprattutto all’incapacità di trovare il fondo della retina con continuità, in particolar modo dalla lunga distanza. I giallo-viola infatti chiudono tirando con il 39% dal campo e con 5/35 dall’arco (14%); il peggior dato raccolto nella storia dai losangelini in una partita in cui hanno tentato più di 30 conclusioni dalla lunga distanza. Denver riesce così con facilità a tenere per la decima volta in stagione gli avversari sotto i 100 punti segnati. All’attacco dei Lakers manca Rajon Rondo – ancora alle prese con l’infortunio alla mano destra, alla sesta gara saltata causa infortunio – a cui si è aggiunta poi nel corso della sfida anche l’assenza di Lonzo Ball, fermato da un brutto colpo alla caviglia sinistra. Il n°0 dei Lakers ha preso una brutta storta nel primo tempo, costretto a uscire per verificare le sue condizioni mediche. Dopo l’intervallo lungo però, sembra tutto risolto: coach Walton ha deciso di ripartire con lui in quintetto, salvo poi toglierlo pochi secondi dopo vista l’incapacità di superare un fastidio evidentemente più grave del previsto. E poi, data la compromessa situazione di punteggio, meglio non rischiare inutilmente.