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NBA, risultati della notte: Denver batte Toronto nella sfida al vertice Ovest-Est, vincono ancora Pacers e Nets

NBA

Per la seconda volta in stagione i Nuggets battono i Pacers, con un parziale di 23-2 decisivo nel finale. Victor Oladipo e D'Angelo Russell protagonisti nelle vittorie di Indiana e Brooklyn, mentre a Dallas non bastano i 28 di Luka Doncic per aver la meglio su Sacramento

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TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Denver Nuggets-Toronto Raptors 95-86

Denver si trova ancora sotto di 13 nel terzo quarto contro la miglior squadra NBA, ma questo non impedisce alla squadra del Colorado di continuare a crederci: fa bene, perché nel finale di gara si accende Jamal Murray (che segna 15 dei suoi 19 punti nel quarto quarto) e i Nuggets infilano un parziale di 23-2 che gli regala la decima vittoria nelle ultime dodici gare disputate – e il primo posto a Ovest. È dal lontano 1984 che Denver non si ritrova in vetta alla Western Conference a questo punto della stagione, il frutto di un’annata che finora li ha già visti avere la meglio delle grandi squadre di questa lega, come Toronto (battuta già due volte), Golden State e Boston. La squadra di coach Mike Malone supera l’ostacolo dei canadesi nonostante le croniche assenze di Will Barton (dovrebbe però tornare in una settimana-dieci giorni), Isaiah Thomas e Michael Porter Jr., più quelle più recenti di Gary Harris e Paul Millsap. Se Denver è rimaneggiata nel roster, non va tanto meglio ai Raptors, che hanno fuori due membri del quintetto come Kyle Lowry e Pascal Siakam e due riserve chiave come Fred VanVleet e Jonas Valanciunas. Quelli che restano, però, fanno la loro parte, a partire da un Kawhi Leonard che è l’ultimo ad arrendersi, autore di 29 punti e 14 rimbalzi che però non bastano a Toronto per chiudere con una vittoria il giro di trasferte a Ovest (2-2 il bilancio, con vittorie su Clippers e Warriors e sconfitte consecutive a Portland e Denver). Coach Nick Nurse difende la sua superstar e chiede per lui un trattamento più consono al suo status: “Non vedo come un giocatore come lui, che attacca il ferro e genera contatti tutta la partita, possa andare in lunetta solo 4 volte”. In una gara dalle basse percentuali – Denver tira appena sopra il 42%, Toronto non arriva al 40% - a decidere è un quarto quarto in cui gli ospiti non segnano dal campo per i primi 4 minuti abbondanti, chiudendo la frazione decisiva con soli 14 punti segnati e percentuali al tiro disastrose (4/23 dal campo e 1/13 da tre punti). Ai 29 di Leonard risponde dall’altra parte quello che Michael Malone definisce “il nostro franchise player”, Nikola Jokic, che dopo aver chiuso in tripla doppia la prima sfida contro i canadesi confeziona una prestazione da 26 punti e 9 rimbalzi con 11/19 al tiro, guidando i suoi alla terza vittoria consecutiva. 

Brooklyn Nets-Atlanta Hawks 144-127

Che i Brooklyn Nets fossero in un ottimo momento di forma lo sospettavano già in molti, ma i poveri Atlanta Hawks non si aspettavano di ritrovarsi travolti in così poco tempo. Gli ospiti infatti reggono meno di un quarto, schiacciati dal parziale da 42-23 complessivo dopo 12 minuti che chiude permette ai Nets di prendere un discreto margine. Atlanta però risponde nella seconda frazione, segnando ben 43 punti di squadra e riportando lo svantaggio in singola cifra. Una prova d’orgoglio, ma anche un consumo di energie pagato poi dopo l’intervallo lungo, in cui Atlanta non ha mai messo il naso avanti. Brooklyn si gode così il quinto successo consecutivo (non succedeva dal marzo-aprile 2015), raggiunto grazie ai 32 punti di un convincente D’Angelo Russell (decisivo quando gli Hawks si erano riportati sul -2), a cui si aggiungono i 18 di Rondae Hollis-Jefferson, i 16 di Joe Harris e i 15 in uscita dalla panchina di Spencer Dinwiddie. Una gara in cui gli attacchi si sono dimostrati di gran lunga migliori delle difese: Brooklyn chiude con 144 punti e il 55.7% dal campo di squadra, mentre gli Hawks chiudono con 47 canestri di cui 38 assistiti. Una bella prova corale, che non aiuta però Atlanta a schiodarsi dall’ultimo posto a Est.

Indiana Pacers-New York Knicks 110-99

La settima vittoria in fila di Indiana – che proietta i Pacers vicinissimi ai Bucks per il secondo posto nella Eastern Conference – arriva grazie alla super prestazione di Victor Oladipo, sempre più a suo agio in campo dopo aver saltato 11 partite in fila per via di un infortunio al ginocchio destro: la guardia di Indiana chiude infatti con 26 punti, 8 rimbalzi, 7 assist e 5 recuperi una gara che i padroni di casa provano a vincere già nel primo tempo (quando vanno sopra di 10) ma che poi decidono solo con un parziale di 7-0 a nove minuti dalla fine, che spezza l’equilibrio della gara sull’81-81. Insieme a Oladipo si mette in mostra un Myles Turner che segna 24 punti, cattura 6 rimbalzi e distribuisce 2 stoppate, una delle quali nega il canestro del possibile -4 a Emmanuel Mudiay, spegnendo così ogni velleità di rimonta dei newyorchesi. I Knicks fanno registrare la ventesima doppia doppia stagionale di Enes Kanter a quota 20 punti con 15 rimbalzi, spalleggiato dai 19 di Tim Hardaway Jr. e dai 18 di Mudiay, in doppia cifra in 12 delle ultime 16 gare, dimostrazione di aver ritrovato una fiducia e una continuità di rendimento che fa ben sperare i blu-arancio. Pur in una stagione che continua a vederli nelle parti basse della Eastern Conference (9-22 il record, davanti solo a Chicago, Cleveland e Atlanta) e usciti ko da 8 delle ultime 10 gare disputate.

Dallas Mavericks-Sacramento Kings 113-120

Dopo 11 vittorie casalinghe consecutive, la striscia dei Dallas Mavs si interrompe davanti alla serata magica della coppia di guardie dei Kings De’Aaron Fox-Buddy Hield, che segnano 28 punti a testa mantenendo sempre davanti i californiani per tutto il secondo tempo. Tutti il quintetto di Sacramento chiude in doppia cifra (15 a testa per la coppia europea Bjelica-Bogdanovic, 12 con 8 rimbalzi per Willie Cauley-Stein) anche se la panchina – in assenza di Marvin Bagley III, il cui problema al ginocchio verrà rivalutato non prima di 10/14 giorni – contribuisce con solo 22 punti, contro i 37 della second unit di Dallas, che paga però l’assenza di J.J. Barea. Senza il portoricano – e senza anche Dennis Smith Jr. (“Il suo recupero dall’infortunio al polso procede più lentamente di quanto avremmo sperato”, dice coach Carlisle) Luka Doncic fa gli straordinari e manda a referto la sua seconda miglior prestazione stagionale, chiusa con 28 punti, 9 assist e 6 rimbalzi, con un ottimo 9/16 al tiro. Dallas però tira sotto il 42% dal campo e solo 9/35 da tre, condannandosi così alla sconfitta nonostante i 15 punti di Harrison Barnes e i 23 rimbalzi (di cui 10 offensivi) di DeAndre Jordan. 

New Orleans Pelicans-Miami Heat 96-102

Alla fine sono tutti in piedi a urlare “D-Wade! D-Wade!”, un’ovazione per l’ultima esibizione del n°3 degli Heat in Louisiana; uno dei posti da cui tutto è partito nella carriera del capitano di Miami. A New Orleans infatti giocò una storica partita al college, la prima che lo ha fatto conoscere al grande pubblico con la maglia di Marquette. Una vita fa per un campione di quasi 37 anni che la prossima primavera abbandonerà il basket giocato. Una celebrazione meritata grazie ai 19 punti messi a referto, con tanto di conclusioni semi-impossibili realizzate contro Anthony Davis. Non è lui il miglior realizzatore in casa Heat, visto che Josh Richardson chiude con 22 punti; gli stessi raccolti da Jrue Holiday dall’altra parte che resta sul parquet 41 minuti e le prova tutte pur di non continuare in questo tira e molla fatto di vittoria-sconfitta-vittoria-sconfitta. Davis è come al solito eccezionale e mette a referto 27 punti, 12 rimbalzi, sette assist, tre recuperi e tre stoppate, tirando 10/19 dal campo, 2/3 dall’arco e facendo tutto con totale leggerezza. Un campione di primissimo livello, un candidato MVP, che davvero meriterebbe di trovare un modo per mettere in risalto prestazioni del genere.