Il n°11 dei Celtics sottolinea come ingenuamente Curry non abbia valutato le conseguenze delle sue parole: lui ormai ha le spalle larghe e sa bene di dover ragionare più volte prima di aprire bocca: "Chiedo scusa ai professori di scienze, non succederà più"
Kyrie Irving sa bene cosa si prova a finire nell’occhio del ciclone per una frase di troppo, a volte frutto di leggerezza e altre invece figlia di un calcolo ben preciso. Alla fine però la sostanza non cambia: il n°11 dei Celtics ha compreso a sue spese come si possa diventare argomento di dibattito internazionale a causa di un’opinione controcorrente. O di una fesseria, a seconda dei punti di vista. Un processo che innesca in maniera immediata una serie di repliche, rilanci e polemiche che rendono enorme un’opinione spesso raccontata con inconsapevole leggerezza: “C’è un mondo arrabbiato là fuori – racconta Irving - ci sono un sacco di casini fatti dalla politica, tantissime questioni di grandissima importanza per la vita delle persone. Beh, di fronte a questo, Steph Curry dice che non crede al fatto che l’uomo sia andato sulla Luna e subito diventa l’argomento più importante. Il resto scompare. La CNN dimentica le cose importanti per far spazio alle sue parole. Loro dicono che è uno scherzo e che noi siamo soltanto degli atleti. Ma quella notizia continua a circolare sul canale. Sai cosa significa? Che noi siamo effettivamente degli sportivi, ma alcuni non vogliono che restiamo soltanto tali”. Irving ne ha pagato le spese subendo attacchi personali, campagne scientifiche mirate contro le sue parole e attacchi da parte delle scuole in cui insegnanti hanno denunciato l’atteggiamento degli studenti di non voler accettare le teorie presenti sui libri perché “credevano che la Terra fosse piatta come diceva il loro idolo Kyrie”. Un ruolo rilevante all’interno della società, da non sottovalutare e con cui dover fare i conti: “Ho capito che anche se credi in qualcosa, conviene tenere la bocca chiusa. Farne parola solo in maniera intima a chi ti sta intorno, mentre io all’epoca non avevo messo a fuoco bene l’effetto dirompente di una frase simile. Sono diventato il più grande cospirazionista d’America. Chiedo scusa a tutte le professoresse di scienze, non succederà più”.