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Durant confessa: “5 ore di video NBA al giorno: da Marbury a King, studio tutti"

NBA

Uno studente del gioco, come si dice spesso. O forse un vero e proprio video-dipendente. Perché la superstar degli Warriors ammette di trascorrere ore e ore davanti alla tv a studiare i campioni di ieri e di oggi ("non solo Kyrie o LeBron, ma anche Trevor Ariza o Zach LaVine")

DURANT: "THREEPEAT E POI LA NOSTRA STATUA FUORI DAL CHASE CENTER"

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L’ammissione arriva quasi divertita dalle parole del diretto interessato: “A chiunque entri in casa mia, faccio vedere degli highlight della carriera di Michael Jordan”, ha raccontato recentemente Kevin Durant. La superstar di Golden State – stando a sentire lui ma anche qualche suo compagno – sta dando un nuovo significato al termine, spesso abusato, di “studente del gioco”. “Sono a casa sua spessissimo – confida Quinn Cook, suo compagno agli Warriors – e non c’è una volta che non lo trovo con le cuffie alle orecchie e gli occhi puntati sulla tv: che siano video, highglight, partite intere, guarda pallacanestro a ogni ora del giorno”. “Fino a 5 ore al giorno – ammette Durant – solitamente appena rientro dall’allenamento mattutino: può essere dalle 2 fino alle 7 di pomeriggio, a volte anche fino alle 8”. La sua curiosità non ha limiti, studia campioni di oggi come stelle di ieri o di domani, giocatori nel suo ruolo o completamente diversi dalle sue caratteristiche. “Voglio sapere tutto, dalla A alla Z, se posso ricavarne anche solo un minimo vantaggio, voglio averlo. Non mi limito ad analizzare ogni clip, ogni possesso, ma studio anche le tendenze dei giocatori, i loro movimenti preferiti, cosa preferiscono fare quando sono in campo”. Una ossessione che Durant non vive come tale, ma come il normale comportamento di chi ama alla folla lo sport e la passione che negli anni è diventata anche la sua professione. “Tra i giocatori di oggi amo guardare Kyrie Irving e LeBron James ma anche Trevor Ariza e Zach LaVine, ad esempio. Quando sono nell’umore giusto, guardo davvero di tutto: Sidney Moncrief [giocatore dei Milwaukee Bucks degli anni ’80, ndr] ad esempio”, racconta. E poi rivela, a sorpresa, un paio di nomi di campioni che non esita a includere tra i suoi preferiti: “Bernard King: il suo palleggio-arresto-e-tiro in sospensione andando a sinistra è qualcosa di irreale. Oppure Stephon Marbury, giocatore fenomenale, capace di trattare il pallone come pochi. Vorrei che la gente lo riscoprisse di più: magari sono giocatori che non hanno avuto la fortuna di vincere un titolo e quindi non sono così popolari, ma chi capisce davvero di pallacanestro sa benissimo il loro valore”.