Il n°13 degli Washington Wizards gioca la miglior partita della sua carriera: chiude con 31 punti e 13 rimbalzi, tirando 14/14 dal campo e ritrovandosi "per caso" al pari dei grandi giocatori della storia NBA
WIZARDS-SUNS, CHE PARTITA: WASHINGTON VINCE AL TERZO SUPPLEMENTARE
Erano 23 anni che non si vedeva una roba simile e con quel cognome c’era da aspettarselo. Sulla maglia c’è scritto 13, ma da domani se potesse Thomas Bryant vorrebbe aggiungere un numero in più per ricordare la sua magica serata. Una partita pazzesca quella vinta dopo tre overtime contro Phoenix, piena zeppa di canestri, record e primati. Il suo però è il più particolare di tutti. Bryant infatti – che non è parente di Kobe – ha chiuso con 31 punti e 13 rimbalzi, mettendo a referto un perfetto 14/14 dal campo. L’ultimo a riuscirci era stato Gary Payton il 4 gennaio 1995 contro Cleveland: “È pazzesco, non capivo quello che stava succedendo: me l’hanno detto i miei compagni che la mia partita stava diventando da record”, racconta ancora incredulo al termine di una gara che tirerà fuori un bel po’ di occasioni in futuro. “Non stavo portando il conto, né avevo idea esatta delle mie statistiche. È stato semplicemente il ritmo della gara a portarmi a quelle cifre, così come venivano. Appena ho capito di essere "caldo", ho preso fiducia e ho capito che non avrei più sbagliato”, racconta soddisfatto anche del 3/3 dalla lunetta, a testimonianza del fatto che ogni volta che ha alzato la mano ha trovato il fondo della retina. Cifre che lo collocano in un club molto ristretto, assieme al già citato Payton, oltre a Bailey Howell, Billy McKinney e all’indimenticato Wilt Chamberlain. Lui è riuscito ben quattro volte a realizzare almeno 14 canestri chiudendo la partita senza neanche un errore, autore di un 15/15 contro i Lakers nel 1967 (con cui raccolse un 14/14 nel 1969 contro Detroit), oltre alle due super partite contro Baltimore. Nel giro di un mese sempre nel 1967 arrivarono prima un 18/18 il 24 febbraio (record ogni epoca), seguito poi da un 16/16 del 19 marzo. Thomas Bryant, dopo questa notte, entra di diritto in questa classifica. “M-V-P, M-V-P”, canticchia Bradley Beal – che ha chiuso in tripla doppia con 40 punti a referto e che ha deciso la sfida contro i Suns – felice della prestazione dell’amico: “È il mio uomo, ha giocato ad altissimo livello”. Sommando anche quanto raccolto nella sfida contro Houston, il conto totale dice 19/20 dal campo, con una striscia aperta di 16 conclusioni. Il sostituto improvvisato di Dwight Howard dunque si sta rivelando una chiave da utilizzare per dare una scossa a una regular season in salita, oltre che uno in grado di finire in una classifica assieme a Chamberlain. Con quel cognome...