Ben 63 minuti di gioco, tanti record personali in una sfida che aggiorna il numero massimo di punti totali segnati in una singola gara negli ultimi dieci anni: Washington-Phoenix doveva essere una delle tante, è diventata una partita da ricordare
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Washington Wizards-Phoenix Suns 149-146 3OT
In un’ipotetica scala d’interesse che va da zero a dieci, in una notte NBA che offriva stimoli in ognuna delle sue gare, il testa a testa tra Washington e Phoenix era per ovvie ragioni al di sotto della sufficienza, almeno prima della palla a due. La partita infatti si è rivelata la maggiore attrazione della notte (in NBA non sai mai cosa può succedere), con Washington che vince dopo una maratona di 63 minuti, nonostante l’assenza di John Wall causa febbre e grazie a un ispirato Bradley Beal. Il n°3 sbaglia il potenziale tiro della vittoria sulla sirena del primo overtime, ma poi segna a 40 secondi dalla fine del terzo, mentre Devin Booker prende il suo stesso tiro e si ferma sul ferro al termine del secondo supplementare. Insomma, un vortice di emozioni di cui diventa complicato dare conto nel dettaglio e che aggiorna un bel po’ di record NBA. Il primo è quello relativo al punteggio della sfida: 149-146, totale 295. Da oltre 10 anni non si vedevano tanti canestri in NBA: l’ultima volta che si era andati oltre è stato al termine del match tra Denver Nuggets e Seattle SuperSonics che combinarono per 298 punti dopo due overtime. A Phoenix inoltre tocca un altro primato: segnare 145 punti e non vincere non è una cosa che si vede tutti i giorni. Dal 2008 a oggi non era mai successo, con i Seattle SuperSonics che furono l’ultima squadra che proprio nella partita sopracitata (finita 151-147) realizzarono così tanto in una singola gara poi persa (la penultima giocata in città, prima del trasferimento a Oklahoma City). Per quello lo scontro di questa notte è stato sui generis, non accade spesso di potersi godere una lunga corsa così combattuta: quando il tentativo da tre punti del possibile ennesimo pareggio di T.J. Warren è arrivato a tempo scaduto, ci siamo rimasti male. Sarebbe stato divertente andare ancora più avanti.
I record personali: Bradley Beal e Thomas Bryant
Una partita che resterà per qualche tempo nella memoria di tifosi e appassionati che sono riusciti a seguirla, ma che rimarrà a lungo impressa nei ricordi di Bradley Beal, autore della sua prima tripla doppia in carriera. Il n°3 degli Wizards chiude con 40 punti, 11 rimbalzi e 15 assist (massimo in carriera), approfittando dell’assenza di Wall per dominare la sfida e diventare il settimo giocatore della storia NBA (il quarto negli ultimi 35 anni) a mettere a referto un 40/10/15. Per lui è anche l’ottava sfida oltre quota 40 punti con la maglia degli Wizards; raggiunto Michael Jordan al 6° posto all-time nella storia della franchigia. Insomma, Beal già che c’era ha voluto fare le cose per ricordare la sua prima volta con un boxscore così ricco (soltanto Oscar Robertson è riuscito a raccogliere quattro triple doppie del genere, tutto il resto della Lega che c’è riuscito lo ha fatto una volta soltanto). Lui è certamente il volto di copertina di una sfida in cui Markieff Morris segna 20 punti in uscita dalla panchina, Jeff Green si ferma alla stessa quota partendo da titolare, Trevor Ariza gioca ben 54 minuti ecc. No, l’altro tabellino da record che non passa inosservato è quello di Thomas Bryant, autore di 31 punti (e 13 rimbalzi) tirando con un perfetto 14/14 dal campo. Cifre spaventose, che non si vedevano dal 1995 (firmate Gary Payton con i Sonics) e che lo pongono in un esclusivo club in cui il proprietario è uno e uno soltanto: Wilt Chamberlain. Thomas Bryant come Wilt Chamberlain; ve lo detto che le partite NBA possono sempre riservare delle sorprese.