NBA Christmas Day, cinque partite per dodici ore di basket su Sky: la preview delle gare di Natale
NBAIl momento più bello della regular season NBA è arrivato: cinque partite per dodici ore consecutive di grande palla canestro, da New York a Salt Lake City passando per Houston, Boston e Oakland. La presentazione di tutte le partite di Natale per farsi trovare preparati all'NBA Christmas Day
Sin dal 1947 la partita di Natale è un appuntamento fisso del calendario NBA. Le migliori squadre, i migliori giocatori uno contro l’altro, le rivincite delle precedenti Finals, le grandi rivalità rinnovate sotto l’albero: c’è un po’ di tutto nella storia del Christmas Day arrivato alla 70esima edizione, con una sola festività saltata nel 1998 causa lockout. Essere scelti per giocare in quelle partite significa avere uno status ben preciso e riconosciuto all’interno della lega, che sia tecnico o di marketing. E le critiche che sono arrivate in epoca recente da parte di alcuni protagonisti - su tutti Stan Van Gundy, ma anche LeBron James si era lamentato di dover passare le feste lontano da casa - non hanno scalfito la solennità del Christmas Day dell’NBA, unica lega americana a giocare in questo giorno.
Per prepararvi al meglio in vista di dodici ore consecutive di NBA, abbiamo cercato di identificare i temi più interessanti di ciascuna delle cinque partite che comporranno la lunga giornata del Natale, tutte da seguire in diretta su Sky Sport NBA.
Ore 18.00: Milwaukee Bucks @ New York Knicks
Per quanto i New York Knicks possano essere allo sbando, con poco appeal, senza la loro stella (Porzingis ci manchi) e con una squadra mediocre, loro a Natale giocano sempre e pure per primi, aprendo la giornata con il tradizionale matinée. Sarà la 53esima partita natalizia per loro e nessuno ne ha giocate di più, anche perché nessuno ha una cornice come il Madison Square Garden. Avversaria una franchigia che scende in campo il 25 dicembre dopo 41 anni di assenza: impossibile non mostrare alla nazione riunita a tavola le prestazioni del candidato MVP Giannis Antetokounmpo.
Giannis va a New York dove ha fatto il suo esordio in NBA - 30 ottobre 2013, poco meno di 5 minuti in campo, 1 punto e 0 rimbalzi: sono successe un po’ di cose nel frattempo - e dove ha spesso lasciato le briciole agli avversari, segnando anche il primo buzzer beater della carriera. Sulla gara di apertura del Natale c’è una storyline tra le più interessanti della giornata: l’uomo scelto per rappresentare New York nei promo è Tim Hardaway Jr., ma forse sarebbe stato più corretto scegliere Mario Hezonja e non certo per il ruolo che ha in squadra. Fino a un mese fa l’ex Magic si era tolto fin qui una sola, vera soddisfazione contro Antetokounmpo: semifinale del pre-olimpico 2016 a Torino, con la Croazia che batte Grecia e poi pure l’Italia, andando a Rio al posto nostro. Poi, lo scorso 1 dicembre, il fattaccio.
Passi per la schiacciata, passi per averlo guardato dall’alto verso il basso, ma passargli sopra imitando uno gesti più iconici dell’intera storia NBA - Allen Iverson su Tyronn Lue, Gara-1 delle Finals 2001 per i due o tre che non avessero colto - è troppo per Giannino. “La prossima volta gli tirerò un pugno nelle parti basse” ha detto a caldo il greco. “Onestamente, se hai paura, questo non fa per te. New York non è il posto per te, e questa squadra non fa per te" la risposta del croato. Insomma, la tavola è apparecchiata per un grande rematch tra i due, anche se bisognerebbe ricordare che a Natale dovrebbero essere tutti più buoni.
Ore 21.00: Oklahoma City Thunder @ Houston Rockets
Poteva essere la sfida di Carmelo Anthony al suo recentissimo passato, e invece vi dovete accontentare dell’MVP 2017 in casa dell’MVP 2018, Russell Westbrook che fa visita all’ex compagno James Harden. Ma non c’è solo questo, naturalmente. C’è un test probante per la seconda miglior difesa della lega - i Thunder subiscono solo 102 punti ogni 100 possessi - contro un attacco che nelle ultime tre settimane ha ripreso a girare con miglior profitto rispetto a un titubante inizio di stagione. La prima sfida tra le due è arrivata a due settimane dall’Opening Night e Houston è stata fermata ad 80 punti segnati, peraltro nell’ultima partita di un Anthony autore di un poco scintillante 1/11 dal campo. I Rockets restano una squadra offensivamente di alto livello, soprattutto se l’apporto della panchina rimane solido come nelle ultime dieci gare, e il Barba resta un attacco che cammina ogni volta che scende in campo. Anche senza Chris Paul, che ha sempre il solito problema muscolare ad affliggerlo e a tenerlo fuori dalla sfida.
Molte cose ancora non sono state raddrizzate in casa Houston, a cominciare dalla difesa che a sua volta si troverà davanti a un test significativo. Perché Russell Westbrook sta avendo problemi al tiro, ma sta anche difendendo come non mai e sta viaggiando comunque in tripla doppia di media (20.2 punti, 10.8 rimbalzi e 10.3 assist, non è più una notizia anche se dovrebbe sempre esserlo). Soprattutto, Steven Adams non è mai stato così produttivo e Paul George è tornato un giocatore determinante sui due lati del campo tanto da inserirsi nella corsa per il premio di MVP. Questa sfida può anche essere un antipasto di post-season e, sebbene manchino quattro mesi, gli indizi che ci può dare sono tanti.
Da non sottovalutare la sfida outfit nel pre-partita.
Ore 23.30: Philadelphia 76ers @ Boston Celtics
Riedizione della semifinale di Conference dello scorso maggio, ma con in più Jimmy Butler da una parte e Kyrie Irving e Gordon Hayward dall’altra. E già così basterebbe e avanzerebbe.
La curiosità principale è vedere quanto questi Sixers sono capaci di competere quando il livello si alza e quanto la difesa Celtics sia ancora in grado di limitare Simmons come ha fatto nella serie di playoff dello scorso anno. La prima sfida stagionale è stato un trionfo per Boston, ma del quintetto base di Philly due sono andati via (Dario Saric e Robert Covington) e un altro vive praticamente da separato in casa (Markelle Fultz, atteso però per passare il Natale con i suoi compagni). Ora ci sono i Big Three accompagnati da un supporting cast che ancora deve assestarsi in campo, mentre dall’altra parte mancherà Baynes ma non Horford, rientrato nell’ultima gara contro Charlotte. Coach Stevens non ha ancora trovato la giusta alchimia pur sperimentando diversi quintetti e diverse soluzioni per il ruolo di sesto uomo (Gordon Hayward? Jaylen Brown?), ma si sa che nelle grandi occasioni la spinta del TD Garden sa essere decisiva.
I problemi per i Celtics sono stati (e in parte sono ancora) in attacco, spesso poco fluido e poco corale, mentre la difesa è sempre stata il fiore all’occhiello anche nei momenti più difficili. La vittoria contro gli Hornets è stato un eccellente viatico per la sfida natalizia: arrivare con quattro sconfitte consecutive sul groppone non sarebbe stato ideale. La riunione da 30 e passa minuti dopo il ko interno con i Milwaukee Bucks ha fatto evidentemente effetto e il test con Philadelphia ci dirà se davvero la crisi è finita, vicina a concludersi oppure ancora viva.
Per la prima volta vedremo Joel Embiid, leader del terzo miglior attacco della lega nel mese di dicembre: cosa si inventerà per il suo debutto nelle partite di Natale?
Ore 2.00: Los Angeles Lakers @ Golden State Warriors
La prima volta di LeBron James in maglia Los Angeles Lakers alla Oracle Arena contro i suoi arcirivali dei Golden State Warriors. Si potrebbe pure dire che, di fatto, è la riedizione delle Finals di giugno… Volete altro? Davvero? È il quarto Natale di fila che il Re sfida Golden State, ma stavolta è diverso per mille motivi - a cominciare dal fatto che questi non sono ancora i Lakers che nella mente di LeBron dovrebbero andare alla conquista del trono, a partire dal fatto che al suo fianco gli piacerebbe molto avere Anthony Davis (e a chi non piacerebbe?). Al momento però ci sono i giovincelli Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Brandon Ingram e Josh Hart che si troveranno alla prima vera partita di regular season con un certo “peso”: sarà molto interessante vedere come risponderanno sotto le luci dei riflettori e di sicuro anche LeBron prenderà nota in vista dei playoff.
Davanti però James si troverà davanti non soltanto giocatori che vorranno dare spettacolo perché è Natale e perché sfidano il Re, ma anche una squadra che ha bisogno di un successo convincente in una partita di cartello. Tra problemi variamente assortiti di infortuni e divergenze d’opinione e nonostante una difesa lontanissima dalle migliori - 108.6 di defensive rating, 14esima in tutta l’NBA - la classifica sorride agli Warriors, leader per vittorie nella Western Conference pur avendo una sconfitta in più di Denver. Ma per Steph Curry, Kevin Durant e compagni la gara di Natale è una gara da vincere e possibilmente in grande stile per prendersi il primo posto ad Ovest, anche perché tra le mura amiche hanno perso solo tre volte ma sempre molto male (-23 contro Milwaukee, -28 contro Oklahoma City e -20 contro Toronto).
Nota a margine: è la partita di Natale con i biglietti più costosi di sempre dal 2011. Prezzo medio 1.292 dollari, non proprio un regalo low cost. Altra nota a margine: JaVale McGee, con apposita cerimonia, riceverà prima della partita l’anello per il titolo 2018. Trovate uno con un regalo di Natale migliore del suo.
Ore 4.30: Portland Trail Blazers @ Utah Jazz
Ventuno anni dopo l’ultima volta gli Utah Jazz tornano nel menù natalizio. Quella era la squadra di John Stockton e Karl Malone, questa è la squadra di Donovan Mitchell e Rudy Gobert che così bene ha fatto negli scorsi playoff e meno in questo inizio di stagione. Assenza meno prolungata quella dei Blazers, assenti dal 2010 e reduci da una stagione dolce-amara: splendida regular season, playoff disastrosi.
Tre giorni fa in Oregon i Jazz hanno passeggiato nel secondo tempo, vincendo di 30 con un Ricky Rubio extralusso in attacco - 24 punti con 4/4 da 3 e 8 assist -, con un gran lavoro difensivo e con un eccellente apporto dalla panchina di Kyle Korver e Jae Crowder. Largo successo in uno scontro diretto senza il benché minimo apporto di Donovan Mitchell, che è incappato in una di quelle serate in cui il canestro è un’utopia. Gliene stanno capitando parecchie nel anno da sophomore - qualcuno direbbe che “Il secondo anno è sempre il più difficile nella carriera di un artista” - e anche per questo il rendimento dei Jazz fatica ad essere costante. Però il talento del prodotto di Louisville è tale che è lecito attendersi una prestazione di alto profilo contro i Blazers: la NBA lo ha consacrato tra i giocatori top dandogli la vetrina del Natale, ora non può tirarsi indietro.
A proposito di rendimento poco costante: la stagione di Portland fin qui è andata su un ottovolante tra fragorosi tonfi, tipo quello con Utah, e successi a braccia alzate sul traguardo, come con Toronto. Difficile per coach Stotts inventarsi ogni anno qualcosa di nuovo ed efficace con gli stessi giocatori, ma finché c’è Damian Lillard c’è speranza di post season e di cose belle. Lillard è tra i giocatori più eccitanti della lega, lo sappiamo e lo sanno anche i Mavericks, e come per Mitchell anche da lui ci aspettiamo grandi cose all’alba di Santo Stefano. Aggiungete al cocktail il duello Gobert-Nurkic sotto canestro come piatto gustoso di un menù per il quale vale la pena completare la maratona di dodici ore che ci attende.
Insomma, buon NBA Christmas Day!