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NBA, Golden State-Los Angeles Lakers 101-127: i Lakers travolgono gli Warriors anche senza LeBron

NBA

Il n°23 dei giallo-viola esce a inizio secondo tempo causa infortunio all'inguine, ma gli ospiti mantengono il vantaggio e dominano nel finale grazie a un super Rajon Rondo. Una lezione per Golden State che incassa la quarta sconfitta in casa stagionale con oltre 20 punti di scarto

L'INFORTUNIO ALL'INGUINE DI LEBRON JAMES

IRVING SUPERSTAR: 40 PUNTI E PHILADELPHIA CADE ALL'OVERTIME

HARDEN FORMATO MVP: 41 PUNTI E THUNDER KO

ANTETOKOUNMPO TRASCINA I BUCKS A NEW YORK

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Golden State Warriors-Los Angeles Lakers 101-127

“Come sarebbero questi Lakers senza LeBron James?”, ci siamo chiesti da oltre un paio di mesi vedendo il n°23 dominare in lungo e in largo, cambiando spesso e volentieri il volto della squadra. La risposta è arrivata sul palcoscenico più importante che la regular season possa offrire: contro Golden State a Oakland durante la partita di Natale. Con 7 minuti e 51 secondi ancora da giocare nel terzo quarto, James è stato costretto ad alzare bandiera bianca a causa di un problema all’inguine che lo ha tenuto fuori per il resto del match. Un problema muscolare, un’anomalia per il quasi 34enne dei Lakers che è sempre riuscito a evitare ogni tipo di infortunio. Uscito lui con gli ospiti sul +14, il segnale sembrava chiaro per degli appannati Warriors: è giunto il momento di fare sul serio. No, Golden State non è riuscita ad andare oltre un parziale da 11-0 che aveva inizialmente assecondato la sensazione di molti. Poi però i Lakers hanno dato l’ennesima scossa, ripreso la doppia cifra di margine e soprattutto dato una lezione ai campioni in carica. Merito dell’esperienza di Rajon Rondo, entrato per l’occasione in modalità playoff nell’ultimo quarto d’ora di gara e capace di chiudere con 15 punti, 10 assist e un eloquente +24 di plus/minus. Alla sirena finale sono sette i giocatori in doppia cifra in casa Lakers (compreso James, autore di 17 punti, 13 rimbalzi e cinque assist in 21 minuti di utilizzo), che si godono una vittoria che vale tantissimo a livello di motivazioni. Questa squadra all’occorrenza può fare anche a meno di LeBron, un lusso che fino a oggi i Lakers non pensavano di potersi concedere.

Lakers, tanti protagonisti inattesi

Oltre al già citato Rondo, coach Walton (uno dei grandi ex della sfida) può ritenersi soddisfatto del contributo di molti giocatori, a partire da quello di Ivica Zubac; partito titolare per la terza gara consecutiva (vista la "misteriosa" influenza di JaVale McGee) e dominante sotto canestro. Per lui sono 18 punti, 11 rimbalzi e un paio di stoppate che cambiano l’inerzia del match; il tutto condito con un +25 di plus/minus che la dice lunga sulla sua capacità di incidere. Il miglior realizzatore invece è Kyle Kuzma che chiude con 19 punti, mentre 14 sono quelli raccolti da Brandon Ingram. Ciò di cui bisogna più andare fieri però in casa giallo-viola è la difesa, in grado di tenere a soli 101 punti segnati i campioni in carica, che tirano con il 40% dal campo e soltanto il 25% dall’arco. Una serata imprecisa e poco fortunata, che porta in dote agli Warriors la quarta sconfitta stagionale in casa. L’ennesimo rumoroso ko alla Oracle Arena: dopo Raptors, Bucks e Thunder infatti, anche i Lakers infliggono ai ragazzi di Steve Kerr una sconfitta con oltre 20 punti di scarto. Un segnale anche questo: Golden State può essere messa alle corde.

Warriors, la super partita di Iguodala e poco altro

Gli Warriors trarranno certamente insegnamento da questa battuta d’arresto, chiara nell’idea che i Lakers hanno voluto dare alla sfida: asfissianti in marcatura su Durant, Curry e in parte anche Thompson, con tutti gli altri chiamati a prendersi responsabilità e tiri. L’unico a rispondere presente è stato Andre Iguodala, che aggiorna il suo massimo stagionale a quota 23 punti segnati, con 9/12 al tiro, tre triple e tanta convinzione nelle giocate. Purtroppo per lui gli altri non gli vanno dietro, a partire da un nervoso Draymond Green che chiude in anticipo la gara a causa dei sei falli commessi (la prima volta che gli capita in questa regular season). Alla sirena finale poi sono 21 punti per Durant e 15 per Curry, che combinano per un poco convincente 10/30 dal campo. Davvero troppo poco per mettere in difficoltà una difesa aggressiva come quella dei Lakers. DeMarcus Cousins resta a guardare da bordo campo con indosso un maglione rosso natalizio: lui è una delle scosse che possono arrivare nelle prossime settimane a un gruppo sbadato, appannato e forse già sazio. Gli Warriors restano nettamente i più forti, ma devono ricominciare a dimostrarlo anche in campo.