Nella stagione in altalena degli Spurs ci sono tutte le difficoltà del n°18 dei texani, in piena fase ascendente in queste ultime settimane. Dopo un pessimo periodo, Belinelli è tornato a fare quello che gli riesce meglio, per la gioia di San Antonio e di Gregg Popovich
BELINELLI DA RECORD: NESSUNO COME LUI DA TRE PUNTI NELLA STORIA NBA
Gli Spurs nelle ultime tre settimane hanno ritrovato un posto ai playoff (dopo aver toccato il fondo), il sorriso e Marco Belinelli. Dopo le due sconfitte incassate contro Jazz e Lakers a inizio dicembre, San Antonio è ritornata in linea di galleggiamento giocando il miglior basket della sua stagione nelle ultime tre settimane. Il record dice 8-2, secondo soltanto a quello di Nets e Pacers, con un attacco che si conferma il migliore per percentuale di conversione con i piedi oltre l’arco (45% a dicembre, 40% in questa regular season). San Antonio però non produce dalla lunga distanza un volume di punti comparabile con quello delle altre squadre, dato che i texani sono ultimi per numero di tentativi dal campo da lontano (24.3 a gara, contro le 42.4 dei Rockets, ad esempio). Distanze abissali, figlie di una scelta tattica ben precisa: in casa Spurs le triple si “pesano”; una scelta non dettata dall’evidente convenienza statistica, ma soltanto da quella tecnica sul parquet. I maligni ne farebbero una questione di incapacità: a San Antonio sono pochi quelli in grado di dare garanzie quando si tratta di fare canestro da tre punti e con l’arrivo di DeMar DeRozan la situazione si è complicata ancora di più (l’ex-Raptors viaggia in stagione con un pessimo 7/39 dalla lunga distanza). Un attacco che rischia dunque di pestarsi i piedi, di congestionare un’area spesso troppo piena e che ha trovato in Marco Belinelli una delle armi per allargare il parquet. Il n°18 degli Spurs è “tornato a casa” in estate per ricoprire il ruolo di veterano all’interno di uno spogliatoio in profondo cambiamento e al tempo stesso per fare canestro da lontano. Dopo 35 partite, come stanno andando le cose?
Un novembre modesto e poi un super Belinelli nelle ultime 10 gare
In netta ripresa, senza dubbio. Soprattutto se si guarda alla produzione delle ultime settimane, cresciuta insieme a tutto il resto della squadra. Belinelli sfiora i 12 punti di media nelle ultime dieci gare, con una capacità di conversione di primissimo livello: 50% dal campo e 46.7% dall’arco su sei tentativi di media. Quasi il 25% della produzione dalla lunga distanza degli Spurs porta la sua firma: in sostanza le percentuali di squadra sono aumentate perché lui ha (ri)cominciato a far canestro con grande continuità. Nonostante il passaggio a vuoto nella sconfitta contro Houston, Belinelli ha raccolto nelle ultime dieci partite il suo massimo in stagione - 18 punti contro Orlando, oltre ai 17 messi a referto contro Minnesota e Chicago. Un impatto fondamentale, che porta gli Spurs nei 23 minuti trascorsi in campo dall’azzurro oltre i 118 punti di rating offensivo, a fronte di una difesa che sta continuando a migliorare. Alla fine il conto totale dice: 22.7 di Net Rating nelle ultime tre settimane, con il 66.6% di True Shooting, ossia la percentuale di tiro calcolata tenendo conto di quella dall’arco e dalla lunetta. Nelle ultime dieci partite, ogni conclusione di Belinelli porta agli Spurs 1.33 punti. Un bell’affare lasciarlo tirare e dimenticare così un novembre complicato come quello di tutta San Antonio: cinque vittorie e ben dieci sconfitte, tirando con il 34.6% dal campo e il 33.8% dall’arco. Un giocatore incolore e con un’esperienza tale da non lasciarsi abbattere nel momento di difficoltà, ma in grado di invertire la tendenza. Proprio quello che serviva agli Spurs.
Spurs a caccia dell’ennesima stagione da playoff
La partenza di Kawhi Leonard, Tony Parker, Kyle Anderson e Danny Green; l’addio di Manu Ginobili; i nuovi arrivi: sono tante le ragioni per “giustificare” i sali-scendi a livello di resa e risultato da parte di San Antonio, che sembra aver trovato finalmente la quadra. Gli Spurs condannati dal clamoroso tonfo contro i Jazz di inizio dicembre (un -34, arrivato dopo un -39 e un -31), sono ottavi a Ovest, a una partita e mezza di distanza dal quarto posto dei Lakers. In fondo è da oltre un decennio che chi scommette contro Gregg Popovich e i suoi ragazzi puntualmente si ritrovare a dover pagare dazio, proprio come gli scettici che alzano il dito ogni volta che il tiro di Belinelli non trova il fondo della retina per qualche gara. Il n°18 azzurro invece da oltre 11 anni continua a macinare partite, sfide e soprattutto canestri da lontano, diventato a suo modo un talento unico: come già ricordato qui sul nostro sito qualche settimana fa, Belinelli è l’unico giocatore della storia NBA ad aver segnato almeno 50 triple con nove squadre diverse. Un’impresa enorme a pensarci bene: cambiare contesto, città, compagni, playbook, ambiente conta il giusto per Marco, che ogni volta riesce a rimettersi in carreggiata e trovare il modo di fare ciò che più gli interessa ogni volta che scende sul parquet: canestro. Se da tre punti, ancora meglio.