Il rookie dell'anno del 2018 non è un ospite gradito a Salt Lake City, dove il pubblico è tutto schierato dalla parte di Mitchell: "La nostra non è stata una fot**ta corsa al premio: avete visto quanti voti ho preso?", sottolinea Simmons
La corsa al premio di rookie dell’anno della passata stagione non è ancora finita nel dimenticatoio in casa Jazz. Anzi, a guardare alla reazione del pubblico di Salt Lake City, la delusione è più viva che mai, così come la calorosa accoglienza riservata a Ben Simmons. Bersaglio dei fischi, il n°25 dei Sixers ha risposta come meglio non poteva: tripla doppia (13 punti, 12 rimbalzi e 14 assist) con tanto di vittoria facile per Philadelphia su un campo complicato. Con questo successo, il conto sale a 4-0 in suo favore negli incroci in carriera contro Donovan Mitchell, il giocatore che lo scorso aprile “non vedeva come possibile rivale nella corsa al premio di rookie dell’anno”: “Amo le situazioni in cui il pubblico mi accoglie con cori e fischi e poi riesco in risposta a scendere in campo a prendermi una vittoria con 20 punti di margine. Non c’è davvero nulla di meglio”. A Mitchell non era bastato chiudere la stagione come miglior realizzatore di una squadra da playoff (il primo rookie a riuscirci negli ultimi 13 anni, dopo Carmelo Anthony), protagonista di una campagna pubblicitaria con Adidas che metteva in discussione il fatto che Simmons potesse essere considerato un rookie - visto che era rimasto seduto per tutta la prima stagione, dopo la chiamata al Draft 2016. A chi continua a parlare di dualismo, di testa a testa, Simmons ha risposto per le rime: “Davvero parlate di corsa? Non è stata una fot**ta gara tra noi, avete visto i voti?”. Il giocatore dei Sixers ha ricevuto infatti indicazione come primo posto in ben 90 casi su 101 votanti totali, un exploit difficile da mettere in discussione.