NBA Sundays, i Lakers senza LeBron non sanno più vincere: i T'Wolves dominano con Wiggins e Towns
NBAI Lakers ancora privi di LeBron James perdono malamente sul campo dei Minnesota Timberwolves, trascinati dai 28 punti a testa di Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins. Poco da salvare per i gialloviola, arrivati alla quinta sconfitta nelle sei partite disputate senza King James
Doveva arrivare una vittoria, invece è stata una disfatta. I Los Angeles Lakers privi di LeBron James sono stati completamente dominati dai Minnesota Timberwolves, capaci di aprire la gara con un parziale di 13-1 e rimanendo avanti per tutta la partita con oltre dieci punti di vantaggio. E dire che anche i padroni di casa avevano due defezioni importanti come quelle di Robert Covington e Derrick Rose, oltre che essere reduci da un periodo da 5 vittorie e 9 sconfitte nelle precedenti 14. Di difficoltà ne hanno però avute ben poche i Timberwolves, che hanno avuto 28 punti a testa da parte di Andrew Wiggins (25 solo nel primo tempo) e altrettanti da Karl-Anthony Towns, che mantiene viva la sua striscia di sei gare sopra 28 e ci aggiunge anche 18 rimbalzi con 4 stoppate. Alle due stelle della squadra di coach Thibodeau si aggiungono i 15 punti (tutti nel primo tempo) con 11 assist di Jeff Teague e la doppia doppia da 12+11 di Taj Gibson, per quella che è la prima striscia da due vittorie consecutive in casa da un mese a questa parte. Per i Lakers, invece, si tratta della quinta sconfitta nelle sei disputate senza James, ma al di là delle attenuanti generiche — mancavano anche Rajon Rondo e Kyle Kuzma — è stato l’atteggiamento mostrato dalla squadra di Luke Walton a deludere. Gli unici a salvarsi sono stati i veterani come Lance Stephenson (miglior realizzatore dei suoi con 14 punti) e Michael Beasley (11), mentre Brandon Ingram (13 ma con 5/16 al tiro) e Josh Hart (10 con 3/12) sono stati gli unici in doppia cifra in un quintetto in cui spicca lo zero di un tremendo Lonzo Ball. Per loro fortuna si torna in campo subito, anche se l’avversario è di quelli tosti: i Dallas Mavericks di Luka Doncic vantano uno dei migliori record della NBA tra le mura amiche (15-3).
Primo tempo
Partenza shock per i Lakers, che cominciano malissimo prendendosi un parziale di 13-1 nei primi tre minuti e mezzo di partita. I gialloviola sbagliano tutto quello che era possibile sbagliare sia in attacco che in difesa, con Jeff Teague subito a quota 8 al primo timeout chiamato in fretta e furia da coach Walton. Anche dopo il rientro in campo però la musica non cambia, con Karl-Anthony Towns che si iscrive alla partita da tre punti e Andrew Wiggins che manda a segno l'elegante canestro del +19 sul 22-3 che costringe i Lakers a un altro timeout. Serve subire una schiacciata da parte ancora di Wiggins per svegliare un po' gli ospiti, che si scuotono dal torpore grazie a un tuffo di Josh Hart che porta a una schiacciata di Tyson Chandler, provocando il primo minuto di pausa chiamato da coach Tom Thibodeau. I Lakers provano ad affidarsi all'esperienza pazza dei vari Michael Beasley (ex di serata) e Lance Stephenson (altro ex di serata) per rimanere in partita, ma a fine primo quarto sono comunque sotto 35-19.
L'inizio del secondo quarto per i Lakers è persino peggiore di inizio gara, anche se la rottura dura poco dopo aver toccato anche il -20 con un canestro di Dario Saric mentre Wiggins attenta già a quota 20 punti. La partita si accende con la sfida Towns-Beasley che procura un doppio fallo tecnico, ma sono le penetrazioni al ferro di Brandon Ingram a riportare i Lakers a -12 fino al timeout dei T'Wolves. I gialloviola però non si avvicinano più di così, subendo un'altra fiammata di Wiggins che all'intervallo è già a quota 25 punti, portando i suoi alla pausa lunga sul 64-45.
Secondo tempo
Due fiammate di Karl-Anthony Towns inaugurano il secondo tempo e il nuovo massimo vantaggio dei padroni di casa sul +23, che rimane tale nei primi cinque minuti di ripresa bloccando sul nascere qualsiasi tentativo di rimonta dei Lakers. Con l'ingresso di Lance Stephenson e Moritz Wagner e l'utilizzo selvaggio della zona 2-3 i gialloviola si riportano fino al -15, ma i T'Wolves mantengono il pallino del gioco e il vantaggio nel punteggio chiudendo il terzo quarto sul 83-68. La gara, di fatto, non si accende per il resto dell'ultimo quarto, trascinandosi stancamente fino alla sirena finale con i Lakers che svuotano ulteriormente la panchina mentre Thibodeau, fedele al suo personaggio, continua a tenere in campo le sue stelle.