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NBA, i risultati della notte: Toronto batte Washington dopo 2 OT, Lakers senza LeBron ancora ko coi Cavs

NBA

I Raptors dilapidano 23 lunghezze di vantaggio, costretti al doppio supplementare dagli Wizards che mettono il naso avanti nel finale, ma cadono sotto i colpi di un super Leonard. Philadelphia soffre più del previsto, ma vince a New York contro i Knicks. Harden ne mette 38, ma sbaglia 16 triple e i Rockets cadono a Orlando. Denver vince con super Jokic, i Lakers perdono in casa contro i Cavs

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Washington Wizards-Toronto Raptors 140-138 2OT

La gara più interessante della prima serata italiana va in scena a Washington, dove i Raptors partono forte e sembrano poter chiudere i conti dopo un quarto d’ora - volati sul +23 grazie a un dominio contro cui l’unico in grado di opporsi è Bradley Beal. Il n°3 degli Wizards guida la rimonta nella ripresa, terminata a ridosso della sirena e decisivo nel portare la gara ai supplementari. Per Beal sono 43 punti (con tanto di canestro che forza il secondo overtime), 15 assist e 11 rimbalzi, secondo giocatore nella storia NBA dopo Oscar Robertson a raccogliere due triple doppie nella stessa stagione da 40-15-10 (che coincidono anche con le uniche della sua carriera). Gli Wizards mettono a segno 19 triple - record di franchigia aggiornato di nuovo dopo le 18 contro Milwaukee di due giorni fa - e sfiorano la doppia tripla doppia con Trevor Ariza, che si ferma a un rimbalzo dal traguardo con 23 punti e dieci assist (uscito per falli dopo una difesa che sembrava legale su Leonard). Un contributo enorme, che porta Washington per la prima volta in vantaggio dopo 55 minuti di gara, grazie a un rarissimo canestro di un impreciso Tomas Satoransky, ma che non riesce poi ad allungare, permettendo a Toronto di rientrare con i liberi e di chiudere i conti con una tripla di Serge Ibaka a 13 secondi dal termine del secondo supplementare. È il colpo di grazia, arrivato dopo un rimbalzo d’attacco e un assist di Kawhi Leonard, che chiude con 41 punti a referto e la solita sensazione di dominio. Al suo fianco il fedele scudiero Pascal Siakam, che ne mette 24 conditi da 19 rimbalzi (nuovo massimo in carriera) e conquista assieme ai Raptors la quinta vittoria consecutiva, quella che permette ai canadesi di restare in vetta alla Eastern Conference. Dall’altra parte invece Otto Porter si ferma sul secondo ferro con l’ennesimo tentativo di regalare altri cinque minuti di partita al pubblico della capitale: un errore che condanna Washington a restare a due gare di distanza in classifica dall’ottavo posto degli Hornets.

New York Knicks-Philadelphia 76ers 105-108

Quello che conta alla fine è il risultato e i Sixers non possono che essere felici di aver portato a casa un successo pesante dal Madison Square Garden. Il 17-2 in apertura di partita però aveva lasciato immaginare un finale diverso, ma i Knicks per la gioia del pubblico pagante hanno continuato a lottare, trascinati dal miglior Kevin Knox della stagione. Per il rookie di New York alla sirena sono 31 punti, nuovo massimo in carriera (in precedenza aveva chiuso due volte a quota 25), a cui si aggiungono i 23 raccolti da Luke Kornet in uscita dalla panchina contro un cliente particolare come Joel Embiid. Il lungo dei Knicks aggiorna il massimo mai realizzato in NBA contro l’avversario che nell’incrocio giocato in precedenza a Philadelphia gli aveva rotto il naso (letteralmente), costringendolo a indossare una maschera anche nel nuovo testa a testa sul parquet. Il lungo dei Sixers nel primo tempo gli assesta un altro colpo involontario (stavolta senza conseguenze) e chiude con 26 punti e otto rimbalzi, raccolti però con modeste percentuali (9/24 dal campo) e tanti errori in un finale in cui pesano come macigni un paio di canestri di un JJ Redick da 22 punti. Cifre importanti anche per Ben Simmons che manca la tripla doppia da 20 punti e 22 rimbalzi per un solo assist, che non hanno impedito però ai Sixers di arrivare al termine della gara con il fiato corto. Un fallo ingenuo sul -4 infatti permette ai Knicks di segnare il primo e poi trovare il rimbalzo d’attacco sull’errore volontario che finisce nelle mani di Emmanuel Mudiay. I tre punti che avrebbero significato overtime però non arrivano, condannando i Knicks all’ottava sconfitta consecutiva in casa e allontanando un successo al Madison Square Garden che manca ormai dal 1 dicembre. Quella di Londra contro gli Wizards sarà la prossima considerata per ragioni di calendario “in casa”: magari l’aria della O2 Arena servirà ai ragazzi di coach Fizdale a sfatare la maledizione.

Orlando Magic-Houston Rockets 116-109

In un colpo solo James Harden è riuscito a registrare due record della storia NBA, uno molto positivo e uno molto negativo. Con l’ennesima prestazione da 38 punti, il Barba ha registrato la sua 16^ partita consecutiva sopra quota 30, pareggiando la striscia di Kobe Bryant nel 2002/03; per farlo però ha anche tirato 1/17 dalla lunga distanza, anche questo un record pareggiato per una singola partita NBA (Damon Stoudemire chiuse con 5/21). Harden ha subito per tre volte fallo su un tiro da tre punti raccogliendo grosso del suo bottino dalla lunetta (15/16), ma questa volta la sua mostruosa prestazione offensiva non è bastata ai Rockets per arrivare al successo. I padroni di casa, trascinati dai 22 punti a testa di Nikola Vucevic e Aaron Gordon, hanno chiuso la gara con un parziale di 14-4 negli ultimi quattro minuti, rimontando 7 punti di svantaggio e sorpassando gli avversari pur essendo alla seconda gara di un back-to-back casalingo. “Il problema è che non possiamo sperare che Harden faccia il supereroe ogni sera” ha detto Mike D’Antoni. “Abbiamo bisogno di contributi anche dagli altri. Siamo entrati in campo senza concentrazione in difesa e questo si è poi visto anche in attacco: abbiamo giocato male”. Ai texani non sono serviti i 25 punti di Austin Rivers e i 17+10 di Clint Capela per evitare la terza sconfitta nelle ultime cinque dopo averne vinte undici su dodici.

Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 116-113

Sarà pure un caso, ma quando Nikola Jokic incontra il suo ex compagno-rivale Jusuf Nurkic sembra sempre mettere una marcia in più. Questa notte però ha davvero esagerato, rifilando 40 punti ai Portland Trail Blazers (a un punto dal suo massimo in carriera) e sfiorando la tripla doppia con 10 rimbalzi e 8 assist, ricevendo i cori di “MVP! MVP!” dai suoi tifosi. “Durante il riscaldamento non eravamo abbastanza concentrati, perciò ho cercato di alzare il livello di energia” ha spiegato poi il centro serbo: verrebbe da dire che se i risultati sono questi, forse i suoi compagni dovrebbero proprio non farlo il riscaldamento. La sua prestazione mostruosa ha regalato ai Nuggets la dodicesima vittoria consecutiva in casa, interrompendo contemporaneamente la striscia di quattro successi in fila dei Blazers. Agli ospiti non sono bastati i 26 punti di Damian Lillard e i 18 di C.J. McCollum, mentre il grande ex Nurkic è stato tenuto a 12+8 con 5/14 al tiro in soli 25 minuti, complici i soliti problemi di falli. Uno di questi ha provocato un taglio sul labbro a Jamal Murray, uscito dal campo nel terzo quarto ma rientrato per chiudere regolarmente una gara decisa negli ultimi 70 secondi, nei quali a fare la differenza sono stati quattro punti di Jokic e un suo canestro a 30 secondi dalla fine. L’ultimo tentativo di Lillard sulla sirena, infatti, ha mancato il bersaglio, dando ai Nuggets il successo che permette loro di mantenersi in testa alla Western Conference prima della super sfida di martedì notte contro Golden State.

Los Angeles Lakers-Cleveland Cavaliers 95-101

I Lakers senza LeBron non riescono a battere neanche i Cavs senza LeBron. È questo il riassunto della gara andata in scena allo Staples Center, in quello che è probabilmente il punto più basso delle dieci partite disputate dai gialloviola senza la loro stella. Gli avversari di serata, infatti, erano reduci da dodici sconfitte consecutive (la striscia più lunga dell’intera stagione NBA), ma questo non ha impedito loro di vendicare la sconfitta subita un paio di mesi fa al primo ritorno di James nell’Ohio. Merito dei 20 punti di Cedi Osman e dei 17 di Collin Sexton, ma anche dei contributi di Tristan Thompson (15+14) e Ale Burks (17+13) mostrando tutti i limiti al tiro degli avversari. I Lakers hanno chiuso infatti con 7/34 dalla lunga distanza e non sono riusciti a sopperire andando in campo aperto, visto che sono stati solamente 11 i punti realizzati in contropiede. I 29 punti con 9 rimbalzi di Kyle Kuzma e i 22 di Brandon Ingram non sono serviti per impedire la settima sconfitta su dieci senza James, senza mai portarsi avanti nel punteggio dopo le battute iniziali e toccando anche il -15 nel corso del primo quarto. Urge che il Re torni, e anche in fretta visto che l’aggancio all’ottavo posto degli Utah Jazz con il record di 23-21 è ormai cosa fatta.