Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, i risultati della notte: Sixers, lezione ai Timberwolves. Disastro Thunder contro gli Hawks

NBA

Philadelphia travolge Minnesota: 83 punti nel primo tempo, 21 triple a segno (record di franchigia), +42 finale. Ritorno con sconfitta ad Atlanta per Schroder: OKC perde la quarta gara delle ultime cinque. Tripla doppia di Antetokounmpo nel comodo successo contro Miami, tutto facile per Indiana in casa contro Phoenix. I Lakers battono i Bulls

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

GOLDEN STATE DA RECORD: 51 PUNTI NEL PRIMO QUARTO, DENVER TRAVOLTA

Philadelphia 76ers-Minnesota Timberwolves 149-107

Jimmy Butler ci teneva molto alla sfida contro Minnesota e assieme a lui inevitabilmente anche tutti i Sixers; pronti sin dalla palla a due e determinati a travolgere Minnesota già dai primi possessi. Philadelphia è perfetta, soprattutto in attacco, in una prima metà di gara chiusa con 83 punti a referto (40+43), secondo bottino stagionale in tutta la Lega dopo i 92 segnati dagli Warriors contro i Bulls. Canestri che regalano il successo ai padroni di casa con 24 minuti d’anticipo. I T’wolves infatti non reagiscono e ne incassano 149 totali – il massimo mai raccolto da Philadelphia nei 22 anni di storia del Wells Fargo Center. Una serata da record, come le 21 triple messe a segno di squadra; nuovo primato di franchigia. Manca ancora il tentativo (prima ancora che il bersaglio) dalla lunga distanza di Ben Simmons, che rimpiange certamente di più quell’assist che gli avrebbe permesso di chiudere una tripla doppia da 20 punti e 11 rimbalzi. Miglior realizzatore è Joel Embiid, autore di 31 punti e 13 rimbalzi: se tira 4/6 dall’arco diventa virtualmente immarcabile, come si sono resi conto i vari Towns e Gibson. Butler invece chiude con 19 punti a referto, mentre dall’altra parte sono 11 quelli di Dario Saric – accolto da un’affettuosa standing ovation assieme a Robert Covington (che non è sceso sul parquet, ma non ha rinunciato a godersi l’abbraccio dei suoi ex tifosi). Per garantirsi un’ulteriore alternativa dopo le loro partenze, Philadelphia ha ingaggiato Corey Brewer con un contratto da dieci giorni: la tripla che ha eguagliato il precedente record di franchigia porta la sua firma. Un buon modo per iniziare.

Atlanta Hawks-Oklahoma City Thunder 142-126

24 punti e 11 assist di Trae Young guidano gli Hawks al successo nella complicata sfida contro OKC. Una partita particolare soprattutto per Dennis Schroder, ex di giornata e autore di 21 punti con 15 tiri e diverse sbavature che sembravano scomparse dal suo gioco (sarà l’emozione o la nostalgia del passato). È lui uno dei protagonisti del parziale del terzo quarto, uno dei tanti che hanno caratterizzato una gara fatta di strappi, con Atlanta abile a scappare via nel secondo quarto segnando 45 punti in 12 minuti, riacciuffata poi grazie al 41-27 firmato OKC. Si decide tutto nel finale e in quel momento sul parquet sembra esserci soltanto una squadra: i Thunder vengono spazzati via da un 45-26 perentorio, nonostante i 31 punti raccolti da Russell Westbrook (11 assist, sei rimbalzi, cinque recuperi), a cui si aggiungono i 24 di Paul George (che ruba altri cinque palloni, ben 16 i recuperi di squadra per OKC) e i 21 di un sempre più convincente Jerami Grant. Il risultato però è il quarto ko nelle ultime cinque partite, una battuta d’arresto inattesa – soprattutto contro un avversario alla portata e in una situazione in cui il loro 3° posto sta diventando sempre più assediato dalle squadra che risalgono da dietro.

Milwaukee Bucks-Miami Heat 124-86

Quarta tripla doppia stagionale e sostanziale giornata di riposo per Giannis Antetokounmpo e i suoi Bucks, impegnati per poco più di un quarto d’ora contro gli Heat – travolti in una partita casalinga senza storia sin dalla palla a due. Il candidato MVP greco chiude con 12 punti, dieci rimbalzi e dieci assist in 25 minuti trascorsi sul parquet, uno dei sette giocatori in doppia cifra in casa Bucks. Milwaukee chiude con un rotondo 50% dal campo di squadra, il 43% dall’arco e spazza via una Miami senza grandi motivazioni, che raccoglie 19 punti a testa da Winslow e Whiteside (che ci aggiunge otto rimbalzi) e poco altro. Per Milwaukee è un successo che riporta la squadra del Wisconsin a una sola vittoria di distanza dai Raptors (stesso numero di sconfitte, ma due partite in più per Toronto), mentre Miami - nonostante le evidenti difficoltà e lo sbandamento che ogni tanto porta gli Heat a incassare delle pesanti sconfitte – resta saldamente al sesto posto a Est.

Indiana Pacers-Phoenix Suns 131-97

Nella serata dei blowout, non poteva mancare anche un bello schiaffo in pieno volto ai Phoenix Suns; sempre più ultimi in fondo alla Western Conference e incapaci di rilanciare un progetto già pieno zeppo di talento giovane alla ricerca da tempo della giusta direzione. A prendersi il comodo successo sono i killer più silenziosi della Lega, la miglior squadra tra quelle di cui non si parla quasi mai: gli Indiana Pacers, terza forza a Est e guidati per l’ennesima volta dalla forza del gruppo. Il 38-19 di parziale del primo quarto mette in discesa le cose, che poi i sette giocatori in doppia cifra riescono a mantenere tali. Ci sono 20 punti a testa per Bojan Bogdanovic e Tyreke Evans, 18 per Myles Turner, 15 per Darren Collison, in un gruppo che è riuscito a fare un ulteriore passo in avanti in quanto a maturità. La forza di questi Pacers infatti sta nella non dipendenza da Victor Oladipo, impreciso e autore di soli otto punti con 2/11 al tiro. La squadra gira alla grande anche quando lui non è al massimo della forma: un’ottima notizia in vista di una striscia di gare in casa da vincere a tutti i costi.

Los Angeles Lakers-Chicago Bulls 107-100

I Lakers tornano al successo, superando in casa i Bulls grazie al 14-0 di parziale arrivato in maniera provvidenziale nel quarto periodo e decisivo sulle sorti del match. Una partita combattuta per oltre mezz’ora, in cui i losangelini si sono affidati a un Lonzo Ball da 19 punti, otto rimbalzi e sei assist, oltre ai 17 di Caldwell-Pope e ai 16 a testa di Ingram e Kuzma. Un contributo generale diffuso in una gara in cui Chicago ha dimostrato orgoglio fino alla sirena: sprofondati sul -18, i Bulls si sono rifatti sotto toccando il -5 a 30 secondi dalla conclusione, senza però andare oltre la possibilità di permettere al pubblico di casa di mangiare tacos gratis (il limite erano i 100 punti di Chicago, toccati due secondi prima del termine del match). I Lakers continuano ad avere i soliti atavici problemi dalla lunetta del tiro libero: ben 11 tentativi sbagliati a cronometro fermo, un lusso che puoi permetterti contro i Bulls magari, ma che spesso può costarti caro.