I campioni in carica scrivono un'altra pagina della storia NBA: 51 punti nel solo primo quarto, nuovo record della lega. Curry, Thompson e Durant combinano per 90 punti e gli Warriors distruggono i Nuggets, riprendendosi il primo posto nella Western Conference
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Le squadre NBA formate da veterani sono abituate ad affrontare la regular season con regale distacco, in particolare se già sanno che la stagione durerà a lungo fino a primavera inoltrata. Ci sono alcune occasioni, però, che vengono cerchiate sul calendario per “spendere il gettone” e mandare un segnale al resto della lega, come a dire “Non dimenticatevi che i campioni siamo ancora noi”, specialmente in trasferta. Per i Golden State Warriors era già successo a Milwaukee circa un mese fa e si è ripetuto anche questa notte nel loro secondo passaggio stagionale a Denver, dove hanno semplicemente distrutto i Nuggets riprendendosi il primo posto nella Western Conference. E non hanno aspettato neanche un minuto per farlo: i campioni in carica hanno battuto il record NBA per punti nel primo quarto segnandone la bellezza di 51, superando i 50 realizzati dai Phoenix Suns il 10 novembre 1990 sempre contro i Denver Nuggets. Il merito è dei soliti tre, Curry, Thompson e Durant: nella sola frazione iniziale hanno combinato per 10 triple (record di franchigia) segnando 42 dei 51 punti di squadra, con KD perfetto al tiro (7/7 per 17 punti), Thompson da 13 con 3/4 dalla lunga distanza e Curry appena dietro con 12 e 4/6 dall’arco. Da lì in poi è stato tutto in discesa, con il vantaggio che ha toccato anche le 38 lunghezze per una vittoria davvero mai in discussione, che sa tanto di avvertimento a tutte le avversarie della conference: non pensate di esservi liberati di noi. “Dovevamo cominciare bene contro una squadra così in forma” ha spiegato Curry dopo la quinta vittoria consecutiva. “Non ci aspettavamo di metterne 51, ma il modo in cui abbiamo creato quei tiri e la fiducia con cui li abbiamo presi è stato divertente”. Alla fine i Big Three hanno chiuso con 31 punti a testa per gli Splash Brothers e 27 per Durant tutti in meno di 30 minuti di gioco, con Draymond Green che si è fermato a 4 punti, 6 rimbalzi e 13 assist ma con un clamoroso +41 di plus-minus. Numeri da capogiro per l’ennesima serata memorabile di questo quinquennio della squadra della Baia.
La "ripassata" dei campioni ai giovani sfidanti
Segnare 60 punti con il 49% dal campo in un tempo normalmente ti permette di essere avanti nel punteggio, se non quantomeno in partita. I Nuggets invece all’intervallo erano sotto di 19 e non sono più riusciti a rialzarsi, sotterrati dallo show offensivo degli avversari (60% al tiro, 38 assist e 21 triple a segno con sole 10 palle perse e un vantaggio a rimbalzo 50-36). E nonostante prima della scontro tra la prima e la seconda forza della conference entrambe le squadre avessero minimizzato l’importanza della sfida, anche coach Malone aveva dichiarato che “scontrarsi con i migliori ti permette di capire quanta strada hai ancora da fare”. A vedere i risultati, si direbbe molta. Alla fine sono cinque i giocatori in doppia cifra guidati dai 22 di Malik Beasley e i 21 di Jamal Murray, mentre Nikola Jokic ha avuto problemi di falli a inizio gara chiudendo con 17 punti e 8 assist in 23 minuti. Si è interrotta così una striscia di dodici vittorie consecutive in casa per i Nuggets, che ora inseguono gli Warriors di mezza partita al secondo posto nella Western Conference.