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NBA, Siakam: primo buzzer beater della carriera, vincono Philadelphia e Denver

NBA

I Raptors tornano a vincere dopo il ko contro Boston grazie al canestro sulla sirena del giovane camerunense. Dura lezione dei Sixers ai Pacers sul loro campo, tutto facile per Denver e Charlotte contro Bulls e Kings

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TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Toronto Raptors-Phoenix Suns 109-107

Bel modo di reagire a una sconfitta come quella incassata al TD Garden di Boston solo 24 ore prima: anche se con più fatica del previsto, Toronto ha la meglio sui Phoenix Suns e deve ringraziare la giocata alla sirena di un eroe inatteso: Pascal Siakam. “Ci aspettavamo che l’ultimo tiro lo prendesse Kyle Lowry”, ha candidamente ammesso l’allenatore dei Suns, Igor Kokoskov. Invece è stato il n°43 dal Camerun a decidere la gara con una penetrazione mancina di grande eleganza ed efficacia, i due punti più importanti di una gara chiusa in doppia doppia, a 10 più 12 rimbalzi, e anche il primo buzzer beater della sua giovane carriera (solo il quarto in 15 stagioni per i Raptors). Nel nono back-to-back della loro stagione (ne rimangono altri tre da qui alla fine), i Ratpors confermano la loro capacità di essere competitivi anche su serate consecutive e soprattutto senza il loro leader Kawhi Leonard, finora sempre tenuto a riposo in questo tipo di doppi impegni. La gara contro Phoenix non ha fatto eccezione, e allora i canadesi hanno dovuto trovare punti e contributi alternativi: Serge Ibaka ha chiuso con 22 punti e 11/19 dal campo, 16 punti li ha aggiunti Lowry, che ha tirato male (solo 4/15) ma ha contributo con 8 assist e 9 rimbalzi, e 15 li ha messi a referto anche Fred VanVleet, in quintetto proprio al posto di Leonard. A Phoenix non è bastata la gara da 30 punti e 8 assist di Devin Booker e la doppia doppia di Deandre Ayton, che segna 15 punti e sfiora il suo massimo in carriera a rimbalzi (18) fermandosi a quota 17. Tira malissimo dal campo (3/15) ma va molto in lunetta Kelly Oubre Jr., che contribuisce con 18 punti dalla panchina, da dove si alza anche Josh Jackson che però resta in campo solo 19 minuti prima di essere espulso. Ai Suns resta un po’ l’amaro in bocca per aver sfiorato l’impresa di battere una delle migliori squadre NBA e per il modo in cui la sconfitta è arrivata, subendo il 17° buzzer beater delle ultime 15 stagioni, un primato NBA a cui la squadra dell’Arizona rinuncerebbe volentieri. Sesta vittoria nelle ultime sette (e ottava consecutiva davanti al proprio pubblico) per Toronto, che vuole riprendersi la vetta della Eastern Conference ceduta per il momento a Milwaukee.

Indiana Pacers-Philadelphia 76ers 96-120

“Questa sconfitta deve darci una bella svegliata”. Le parole sono di Victor Oladipo, leader degli Indiana Pacers andati pesantemente ko in casa contro Philadelphia, squadra che ora li insidia da vicinissimo per il terzo posto nella Eastern Confercence (i Sixers hanno vinto 2 dei 3 scontri diretti). Il risultato finale dice già tutto, ma punteggio a parte l’altro dato che spicca sono i 38 assist distribuiti dalla squadra di coach Brown, segnale di un attacco in salute che ha 22 punti, 13 rimbalzi e 8 assist da Joel Embiid e altri 8 con 27 punti da Jimmy Butler, in una serata in cui la squadra ospite ha tirato complessivamente con un ottimo 53% dal campo. Per i Sixers si è trattato della 17^ gara stagionale con almeno 30 assist, e la percentuale di passaggi smarcanti distribuita da Ben Simmons e compagni (8 quelli del n°25, con anche altrettanti rimbalzi oltre a 11 punti) è la migliore della lega. In casa Pacers il migliore di serata è l’ex Sixers Thaddeus Young con 27 punti ma la squadra di coach McMillan paga la brutta serata della coppia di guardie titolari, Darren Collison (6 punti) e Victor Oladipo (15), che combinano per 9/30 al tiro. Ne aggiunge 13 dalla panchina Tyreke Evans e va in doppia cifra a rimbalzo (12) Myles Turner alla seconda gara dal suo rientro dall’infortunio.

Denver Nuggets-Chicago Bulls 135-105

Il 2019 dei Chicago Bulls non è iniziato sotto i migliori auspici: sono nove le sconfitte in fila della squadra dell’Illinois, ancora senza successi nel nuovo anno, e a Denver è arrivata la quinta sconfitta esterna in un viaggio lontano da casa assolutamente da dimenticare, in cui l’unica nota positiva sono i 27 punti di un Lauri Markkanen che fa di tutto per non far precipitare oltre modo la situazione (ce ne sono anche 15 in 18 minuti dalla panchina di un redivivo Jabari Parker, a lungo messo fuori rotazioni da coach Boylen e ora alla seconda prestazione positiva in fila, dopo i 18 punti segnati ai Lakers). In una gara che i padroni di casa arrivano a condurre anche di 40 punti, Jamal Murray segna 22 dei suoi 25 nel terzo quarto, mentre Nikola Jokic, tra cori di “M-V-P, M-V-P” del suo pubblico di casa, sfiora la solita tripla doppia – 18 punti, 11 assist, 8 rimbalzi – pur tirando solo 6/18 dal campo. I Nuggets mandano tutto il quintetto in doppia cifra con anche 14 punti dalla panchina da Gary Harris e 12 da Trey Lyles, in una serata in cui tirano oltre il 52% dal campo e il 50% da tre punti.

Charlotte Hornets-Sacramento Kings 114-95

Gli Hornets hanno un All-Star e ogni tanto fa davvero comodo potersi affidare a lui per tirare il fiato: 23 punti di Kemba Walker, che supera quota 11.000 in carriera, e guida Charlotte a un importante successo contro una squadra a tutti gli effetti da playoff. La svolta nel match arriva nel secondo quarto, quando i padroni di casa stringono le maglie difensive e soprattutto trovano con enorme continuità il fondo della retina: 43-25 di parziale e gara in controllo per tutta la ripresa. Alla sirena finale sono sette giocatori in doppia cifra, quattro dei quali entrati a gara in corso (tra cui anche Tony Parker da 14 punti e sei assist), decisivo in una sfida che tiene saldamente Charlotte all’ottavo posto e dunque in zona playoff. I Kings invece devono imparare a vincere sfide del genere se vogliono provare a insidiare le tante squadre che a Ovest vanno a caccia di un posto al sole.