Kyrie Irving segna 20 dei suoi 38 punti nel solo terzo quarto, spingendo i Celtics al successo contro i Memphis Grizzlies. D'Angelo Russel fa ancora meglio mettendone 40, propiziando la rimonta da -21 dei Brooklyn Nets a Orlando. Successo importante in ottica playoff per Detroit contro Miami, tutto facile per Utah contro Cleveland
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Boston Celtics-Memphis Grizzlies 122-116
È oramai diventato chiaro per tutti che i Boston Celtics sono la squadra di Kyrie Irving. Dopo i 27 punti con 18 assist realizzati contro Toronto, la point guard dei biancoverdi ha concesso il bis segnandone 38 contro i Memphis Grizzlies, di cui 20 in un terzo quarto fondamentale per cancellare il 38-23 subito nella seconda frazione di gioco. Irving, che ha distribuito anche 11 assist, ha poi segnato gli ultimi 8 punti della sua gara nell’ultimo quarto, tra cui la tripla del +8 a 1:22 dalla fine che ha definitivamente chiuso i giochi. Per coach Brad Stevens ci sono anche 20 punti di Marcus Smart e 18 di Al Horford oltre che le doppie cifre di Jaylen Brown (12) e Terry Rozier (10) dalla panchina. Serata difficile invece per Jayson Tatum (2 punti con 0/6 al tiro) e Gordon Hayward (8 con 2/7), merito anche dei Grizzlies che non hanno mai mollato. Con sei giocatori in doppia cifra guidati dai 26 di Mike Conley e i 23 di Jaren Jackson Jr., gli ospiti hanno tenuto botta fino alla fine grazie anche a un ottimo 45% dalla lunga distanza (16/35), ma alla fine si sono dovuti arrendere perdendo la decima partita nelle ultime undici, nonché la quarta in fila che li condanna sempre di più al penultimo posto nella Western Conference. I playoff accarezzati a inizio anno (dopo un mese di regular season erano 12-5, ora 19-26) sono ormai un pallido ricordo, e non è un caso che Conley e Marc Gasol siano andati a parlare con il proprietario Robert Pera.
Orlando Magic-Brooklyn Nets 115-117
La Eastern Conference potrebbe aver trovato la sua sesta forza, e sono i Brooklyn Nets. La squadra di Kenny Atkinson sta continuando a macinare vittorie in fila, trovando successi anche laddove normalmente dovrebbero arrivare solo sconfitte. Perché se ti ritrovi sotto di 21 punti in trasferta contro una squadra che comunque si sta giocando i playoff, è probabile che torni a casa con una sconfitta; ma non per questi Nets, che dopo una partita vissuta tutta in svantaggio si sono riportati avanti a 27.1 secondi dalla fine con una tripla di D’Angelo Russell. È lui il giocatore-copertina di questa squadra, capace di pareggiare il suo massimo in carriera da 40 punti (di cui 19 consecutivi, nuovo record per questa stagione) grazie a uno straordinario 8/12 dalla lunga distanza, all’interno di un ottimo 18/46 per gli ospiti. Insieme a lui ci sono anche i 20 di Spencer Dinwiddie dalla panchina (18 nel solo secondo tempo) e altri tre giocatori in doppia cifra, utili per conquistare la 16^ vittoria nelle ultime 21 partite. Per i Magic invece si tratta dell’ennesima rimonta subita, a cui Evan Fournier non è riuscito a opporsi sbagliando il tiro che avrebbe portato la partita al supplementare. Per i padroni di casa il migliore è stato Aaron Gordon con 23 punti e Nikola Vucevic con 16+17, ma non sono bastati per impedire la sesta sconfitta nelle ultime otto.
Detroit Pistons-Miami Heat 98-93
Era da inizio dicembre che i Detroit Pistons non vincevano due partite in fila. E in casa contro i Miami Heat hanno rischiato che non succedesse, sprecando un vantaggio di 16 lunghezze accumulato nel primo tempo prima di ritrovare solidità nell’ultimo, trascinati dalla tripla doppia sfiorata da Blake Griffin (32 punti, 11 rimbalzi e 9 assist) e da 8 dei 22 punti di Luke Kennard nella frazione finale. Loro due insieme ai 19 punti di Reggie Bullock hanno sopperito all’assenza di Andre Drummond, uscito dopo appena 7 minuti per un colpo al naso che verrà rivalutato nei prossimi giorni. Per gli Heat, invece, fa spavento il 5/19 (26%) realizzato non dalla linea del tiro da tre, ma da quella dei liberi, con Hassan Whiteside che ha sbagliato tutti gli 8 tentativi in lunetta. Con un handicap del genere neanche un Dwyane Wade da 20 punti (celebrato dal pubblico di Detroit alla sua ultima in Michigan) e le doppie cifre di Tyler Johnson, Justise Winslow e Rodney McGruder sono riuscite a impedire una sconfitta contro una diretta concorrente per un posto ai playoff, visto che le squadre sono separate solo da una partita e mezza.
Utah Jazz-Cleveland Cavaliers 115-99
Non fatevi ingannare dai "soli" 16 punti di distanza tra le squadre a fine partita: tra Jazz e Cavaliers non c’è mai stata gara, con gli ospiti che hanno segnato solo 60 punti nei primi tre quarti tirando con il 31% dal campo. Il vantaggio dei padroni di casa ha raggiunto anche le 38 lunghezze prima di lasciarsi andare nell’ultimo quarto (perso 22-39) rendendo lo scarto più accettabile per i Cavs, che hanno mandato comunque sei giocatori in doppia cifra guidati dai 15+10 di Ante Zizic e i 15 di Collin Sexton. Sono invece cinque quelli dei Jazz, tra cui il migliore è stato Donovan Mitchell con 24 seguito dalle doppie doppie di Rudy Gobert (19+15), Royce O’Neale (16+11) e Derrick Favors (12+10), per una squadra che dopo un inizio difficile ora punta chiaramente a uno dei primi otto posti della Western Conference, salendo al settimo gradino scavalcando gli L.A. Clippers.
Portland Trail Blazers-New Orleans Pelicans 128-112
A vedere in che condizioni si ritrovano Blazers e Pelicans, si fa fatica a credere che lo scorso anno ai playoff a uscire vincenti dalla serie (peraltro per 4-0) furono i secondi. Portland è ancora saldamente al terzo posto della Western Conference, approfittando del crollo improvviso degli Oklahoma City Thunder e della partenza a rilento degli Houston Rockets, mentre i Pelicans proprio non riescono a risalire dai bassifondi della classifica, rimanendo sempre a quattro partite di distanza dall’ottavo posto. La sfida in Oregon ha rispecchiato i valori di classifica, con i Blazers capaci di scappare via a metà secondo quarto senza più voltarsi indietro per il resto della gara, mandando tutto il quintetto in doppia cifra con 24 punti per Damian Lillard, 20 per C.J. McCollum e 15 a testa per Jusuf Nurkic (anche 12 rimbalzi) e Al-Farouq Aminu, oltre che i 12 di Maurice Harkless, a cui si aggiungono i 20 tutti esclusivamente in un assurdo secondo quarto di Jake Layman. Decisamente troppo per i Pelicans, che non hanno mai dato l’impressione di poter rimontare nonostante un Anthony Davis da 27 punti (ma soli 7 rimbalzi), i 20 di Jrue Holiday e i 19 di Julius Randle, con 17 per E’Twaun Moore e 13 dalla panchina di Nikola Mirotic. Se la squadra di Alvin Gentry vuole tornare ai playoff (e, ancor più importante, convincere Davis a rimanere), non c’è davvero più tempo da perdere.