OKC-Philadelphia non è mai stata una partita come le altre, soprattutto negli ultimi anni infuocati dal testa a testa tra il n°0 dei Thunder e il lungo camerunense dei Sixers. Un duro fallo di Embiid ha scatenato Westbrook, caduto poi nella provocazione, ma uscito vincente (e arrabbiato) dal parquet
Joel Embiid e Russell Westbrook non si sono mai amati, non è una novità. Ma la lunga serie di scontri tra i due si è arricchita dell’ennesima puntata dopo la partita (come al solito divertente) tra Philadelphia e OKC. Il campo poi ha fatto il resto, con Westbrook uscito per raggiunto limite di falli nel finale e protagonista a 100 secondi dalla sirena di un duro scontro (fisico e a parole) con Embiid. Il n°0 dei Thunder infatti è stato letteralmente travolto durante un'azione in cui era lanciato a canestro - da solo nella metà campo avversaria e pronto a prendersi i due punti che avrebbero portato sul +4 gli ospiti. Un’incertezza iniziale nel controllo del pallone però permette al lungo camerunense di recuperare metri di svantaggio, lasciandogli una piccola chance di fermare o quantomeno rendere più complicato il suo tentativo. Il risultato finale è un disastro (forse voluto): Embiid prova a stoppare una conclusione che non arriva mai, franando addosso a Westbrook con tutti i suoi chili. Il n°0 resta schiacciato e vola sul parquet, risentendo per qualche secondo del colpo, prima di alzarsi di scatto e puntare dritto verso Embiid. La calca di compagni e avversari lo trattiene, mentre urla di tutto anche contro gli arbitri e cerca di ritrovare la lucidità perduta. I due liberi vanno a segno, ma la situazione non ritorna mai del tutto a posto: “È chiaro che stessi cercando di prendere il pallone – commenta con aria da finto innocente il n°21 dei Sixers – lui si è perso il pallone per strada vicino a canestro, ma a quel punto ero già in aria. Non ho idea del perché sia uscito di testa così”. Embiid fa buon viso a cattivo gioco, riuscendo poi a ottenere il risultato sperato: destabilizzare Westbrook. Il n°0 dei Thunder infatti a meno di 15 secondi dalla sirena cade nella finta di tiro dell’avversario, gli molla un colpo e concede ai Sixers i tre liberi che valgono il pareggio. Embiid con la manina fa "ciao, ciao", come Westbrook aveva salutato la fine della gara da tre overtime dello scorso anno. Nonostante il disastroso ingresso di Dennis Schroder negli ultimi istanti di gara, il risultato della partita ha sorriso per l'ennesima volta ai Thunder. La tattica Embiid non ha funzionato fino in fondo.
La risposta di Westbrook e la striscia aperta dei Thunder
A fine partita però il clima resta teso e Westbrook al posto di stemperare la tensione, aggiunge il carico anche ai microfoni con i giornalisti: “Non credo che il suo gesto fosse legato soltanto al tentativo di rallentare la mia corsa. No, c’era qualcosa in più, ma è tutto ok”, sottolinea il diretto interessato a fine partita. E a chi gli chiede se la situazione tra lui e Embiid sia tranquilla replica infastidito: “C**zo, no”, riuscendo con tre sillabe a conquistare tutti i titoli del pos-partita. “Potresti spiegarci questa tua reazione Russell…”, prosegue il reporter, sentendosi rispondere soltanto: “Vai a casa che è meglio”. Embiid invece perde le staffe quando si tratta di commentare il risultato: “Mi brucia parecchio che abbiamo perso per l’ennesima volta contro di loro, ce l’avevamo in pugno. Se ci penso non riesco a crederci: Philadelphia non vince contro OKC da quanto – 10, 11 anni? È un dato ridicolo. Voglio conquistare questo dannato successo. È uno dei tanti motivi che mi fanno rimpiangere questa sfida che sembrava vinta e invece…”. Il dato parla chiaro: 19^ vittoria consecutiva di OKC contro i Thunder, la striscia attiva più lunga contro un singolo avversario in tutta la NBA. Una rivalità che non terminerà certo oggi e che ha già fissato la prossima data dello scontro: il 1 marzo si gioca alla Chesapeake Energy Arena la gara di “ritorno”. Una partita che, viste le premesse, andrà osservata con particolare attenzione.