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NBA: Derrick Rose allo scadere decide la sfida contro Phoenix, tutto facile per Indiana

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Alla sua straordinaria stagione di rinascita, il n°25 di Minnesota aggiunge anche il canestro che regala ai suoi il successo contro i Suns, al termine di un secondo tempo da 29 punti. I Pacers travolgono gli Hornets e si tengono stretti il terzo posto a Est

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Minnesota Timberwolves-Phoenix Suns 116-114

Impossibile non iniziare dalla fine, dalla gioia di Derrick Rose e dei suoi compagni; consapevoli di aver affidato il loro destino nelle mani giuste. Quelle di un campione ritrovato come il n°25 dei T’wolves, che ben sapeva quanto la sua squadra avesse bisogno di un successo del genere (le ultime tre sconfitte casalinghe erano state tutte con un solo possesso di scarto). A 30 secondi dalla sirena il primo dei due tiri liberi che gli arbitri gli avevano concesso però ha terminato la sua corsa ben lontano dal fondo della retina. Rose a quel punto scuoteva la testa sconsolato, mentre Taj Gibson – compagno di tante battaglie – gli suggeriva soddisfatto: “Non ti preoccupare, più tardi potrai rifarti”. Mai parole furono più profetiche, visto quanto successo a nove decimi dalla sirena: isolamento in uno contro uno con Mikal Bridges per Rose, che si arresta dai cinque metri in palleggio-arresto-tiro e con il suo jumper brucia la retina e le speranze di successo dei Suns, battuti in 20 delle 24 trasferte totali di questa regular season. Alla sirena finale sono 31 i punti di Rose, 29 dei quali arrivati in un secondo tempo dominato e al termine di un’ideale staffetta in cui a correre forte nella prima metà di gara è stato Karl-Anthony Towns (28 dei suoi 30 punti arrivano prima dell’intervallo lungo). Dall’altra parte invece resta il solito rammarico di una squadra che non riesce a dare continuità ai risultati e che appare ben lontana dall’aver dato un indirizzo preciso a un progetto che naviga a vista da un lustro: alla sirena finale sono 21 punti per TJ Warren – che sbaglia il tentativo alla disperata per vincere il match – e 18 a testa per Kelly Oubre Jr. e Devin Booker. L’unico che festeggia è Jamal Crawford, diventato con questa gara il 22° giocatore della storia NBA ad averne giocate 1300. Un’enormità, per uno dei veterani di culto della Lega.

Indiana Pacers-Charlotte Hornets 120-95

Sì, i Pacers restano di diritto la miglior squadra NBA di cui si parla troppo poco. Indiana conferma il suo cammino da big a Est, battendo in casa con facilità un avversario abbordabile come gli Hornets. “I campioni si vedono soprattutto quando vincono contro le piccole”, si dice spesso per sottolineare la costanza di chi punta al vertice della classifica: be’, in NBA di certo con questi successi puoi pensare di conquistare un posto al sole ai playoff, che in pochi avrebbero pronosticato soltanto poche settimane fa, nonostante l’ottimo cammino dei Pacers della passata stagione. A battere Charlotte ci pensano prima Darren Collison nel primo tempo (19 punti e nove assist per lui alla sirena) e poi Victor Oladipo, che segna 16 dei suoi 21 punti nella ripresa per sigillare un successo mai realmente in discussione dopo la doppia cifra di vantaggio conquistata in un quarto d’ora e mai più mollata dai Pacers. Dall’altra parte invece sono 23 punti per il solito Kemba Walker che continua a predicare nel deserto (e che a giugno magari potrebbe decidere che andare via è la soluzione migliore per dare una svolta alla sua carriera).