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NBA, un giocatore degli Warriors attacca: "Gordon Hayward è un peso per Boston in questo momento"

NBA

Un anonimo giocatore dei Golden State Warriors ha definito Gordon Hayward come un peso su entrambi i lati del campo per i Boston Celtics: "Non è se stesso, li sta danneggiando". In metà delle partite disputate non è arrivato alla doppia cifra per punti

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Uno dei grandi temi della stagione dei Boston Celtics è quello del ritorno in campo di Gordon Hayward, e fino a questo momento ci sono stati più bassi che alti. Per quante partite sopra i 30 punti che sembravano poter rappresentare dei punti di svolta (entrambe contro Minnesota, peraltro), ce ne sono state tantissime altre in singola cifra per punti (ben 22, la metà di quelle disputate in questa stagione). L’ultima è stata quella contro Golden State chiusa con soli due punti, seconda peggior prestazione stagionale dopo gli zero del 31 dicembre contro San Antonio. La cosa peggiore è che anche il resto della NBA si sta accorgendo delle difficoltà del numero 20 dei Celtics. A fare particolarmente rumore sono state delle dichiarazioni di un anonimo giocatore dei Golden State Warriors, che al giornalista Jeff Goodman di Stadium ha detto: “Sentite, Gordon Hayward non è se stesso in questo momento. Li sta danneggiando, è un peso su entrambi i lati del campo”.

Il ruolo diverso e il rendimento di squadra quando è in campo

Parole pesanti, ma che non vanno molto distanti dalla verità: i Celtics in questa stagione non stanno avendo il miglior Hayward possibile, come è comprensibile dopo un infortunio della gravità di quello subito lo scorso anno. Rispetto alla sua ultima stagione agli Utah Jazz le medie sono crollate da 21.9 punti a 10.8 e dal 39.8% da tre al 31.7%. Su queste cifre influisce, e molto, anche il ruolo completamente diverso ricoperto da Hayward. Ai Jazz era la stella indiscussa della squadra che si affidava a lui per creare attacco, ai Celtics (per ora) è il leader che deve far girare la second unit, tanto è vero che il suo apporto di rimbalzi e assist è del tutto simile a quello del suo anno da All-Star. Con lui in campo i biancoverdi hanno un Net Rating di +3.4, che di per sé è positivo, ma impallidisce davanti al +10 registrato dai suoi compagni mentre lui non c’è. E la differenza, come detto dall’anonimo giocatore di Golden State, si vede su entrambi i lati del campo: in attacco i Celtics peggiorano da 110.3 a 107.5 quando c’è lui, e in difesa subiscono quasi 4 punti su 100 possessi in meno rispetto a quando c’è (da 104.1 a 100.3). Ovvio che su questi numeri influiscano anche le prestazioni dei suoi compagni (peggio di lui, ad esempio, fanno Terry Rozier e Jaylen Brown, che non a caso condividono con lui il ruolo in uscita dalla panchina), e le giustificazioni abbondano, ma fino a questo momento questa prima metà di stagione non può essere definita come positiva.

Le ripercussioni della brutta stagione di Hayward

È ancora troppo presto per fare ragionamenti a lungo termine, e non c’è alcuna indicazione che i Celtics abbiano intenzione di cambiare qualcosa prima della deadline del mercato (il GM Danny Ainge se ne aspetta una abbastanza “noiosa” per i suoi). Però se Hayward dovesse rimanere questo per tutta la stagione, ci sarebbero dei ragionamenti da dover fare per i prossimi anni: l’ex Utah è a metà del suo accordo quadriennale da 127 milioni di dollari e gliene rimangono altri 69 per la stagione 2019-20 e 2020-21, con l’ultimo anno in player option. Considerando che a fine anno andrà rifirmato Kyrie Irving al massimo salariale, che Al Horford ha la possibilità di uscire dal contratto (ha una player option da 30 milioni, ma ne uscirà solamente per un accordo a lungo termine) e che il momento in cui andranno rifirmati i vari Brown e Tatum non è poi così lontano, il tempo di fare una scelta anche su Hayward sta per arrivare in fretta.