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Mercato NBA: Anthony Davis, Lakers e Knicks a caccia del talento dei Pelicans

NBA

Tutti vogliono il n°23 dei Pelicans, che ha iniziato a far trapelare alcune sue preferenze riguarlo la sua prossima destinazione. A New Orleans intanto aspettano il suo ritorno dall'infortunio e sperano di costruire la trade più conveniente per entrambe le parti

TUTTI GLI SCAMBI POSSIBILI PER ANTHONY DAVIS

ANTHONY DAVIS HA CHIESTO AI PELICANS DI ESSERE CEDUTO

LAKERS, E SE IN ESTATE ARRIVASSE ANCHE KLAY THOMPSON?

La notizia che ieri ha sconvolto il mondo NBA la conoscono già tutti: Anthony Davis ha fatto sapere ai Pelicans che la sua intenzione è quella di andare via il prima possibile da New Orleans, logorato dopo anni di sconfitte nonostante le sue prestazioni da record spesso finite nell'ombra. Il n°23 ha comunicato che non firmerà l’estensione da 240 milioni di dollari in cinque anni che la franchigia della Louisiana sarebbe stata in grado di mettere sul piatto tra 12 mesi. Un avviso arrivato con largo anticipo, in modo tale da fare gli interessi suoi (andando via il prima possibile) e dei Pelicans, che adesso hanno il tempo per valutare quale sia l’offerta migliore da poter accettare in cambio del miglior talento mai passato da New Orleans. La comunicazione da parte di Davis ai media è arrivata prima ancora di averlo comunicarlo internamente alla dirigenza, ma nessuno a New Orleans si è detto sorpreso da quello che era ormai uno sviluppo atteso della trattativa. I Pelicans hanno fatto filtrare come l’intenzione sia quella di attendere l’offerta giusta, senza farsi prendere dalla frenesia. D’altro canto però tenere in spogliatoio una star del genere controvoglia all’interno del gruppo potrebbe avere diverse controindicazioni: “Il suo programma resta quello di giocare tutta la stagione con noi – racconta coach Gentry, a margine di un allenamento diventato una caccia all’uomo e all'indiscrezione – il mio ruolo è quello di garantire a questa squadra il raggiungimento del maggior numero di successi. Davis è un professionista, sa bene cosa vuol dire onorare un accordo. Ci metterà tutto l’impegno possibile non appena avrà recuperato dall’infortunio. La sua intenzione, come la nostra, è quella di vincere il più possibile”. Difficile d’altra parte manifestare tranquillità in un giorno molto diverso dall’ordinario: “Ho parlato al gruppo questa mattina e penso che tutti abbiano capito che è soltanto questione di business, che fa parte di questa Lega. Abbiamo fatto un ottimo allenamento, in fondo AD ha ancora un contratto con noi. Appena starà meglio, tornerà sul parquet a darci una mano”.

I Celtics non fanno al caso suo, i Knicks sognano il grande colpo

Difficile però non ascoltare le tantissime voci che sono iniziate a circolare rispetto alla prossima destinazione per il n°23 dei Pelicans. Boston, da molti indicata come una delle più probabili, sembra non essere nelle grazie di Davis (che ricordiamo, non ha voce effettiva in capitolo sulla trattativa, essendo sotto contratto con New Orleans che può scegliere a proprio piacimento dove spedirlo). Complicato però immaginare che una squadra impegni un capitale ingente di talento e scelte per andare a prendere un giocatore in scadenza e con il rischio che 12 mesi dopo faccia di nuovo le valigie. No, la destinazione deve essere “gradita” all’All-Star di New Orleans, altrimenti sarà impossibile chiudere la trattativa. Secondo Davis, Kyrie Irving rischia di non restare in estate a Boston, rendendo meno appetibili i Celtics e pensando magari a un possibile matrimonio con i Knicks. In quel caso New York prenderebbe quota nelle preferenze di Davis, disposta a mettere sul piatto Kristaps Porzingis, Kevin Knox e una potenziale prima scelta al Draft 2019. Nel frattempo però la pista più calda resta quella che porta a Los Angeles fino alla porta d'ingresso di casa Lakers, con Magic che ci ha tenuto a far sapere che nelle prossime ore si metterà in contatto con i Pelicans per cercare un accordo già prima della deadline del 7 febbraio. New Orleans nel suo comunicato ufficiale ha chiesto massima attenzione alla NBA rispetto a possibili (e probabili) tentatividi “tampering”, ossia i contatti diretti da parte delle squadre interessate direttamente con il giocatore (pratica vietata dalle regole NBA). Magic in passato ha già preso diverse multe a causa delle sue parole e mai come questa volta eventualmente vale la pena di rischiare. 

Sul piatto i giovani talenti gialloviola, Lonzo fa sapere che non vuole i Pelicans

Ci sono però alcuni punti di frizione tra le due squadre: New Orleans infatti vorrebbe allungare i tempi arrivando fino all’estate, liberando così Boston dalla “grana” Irving e rendendo i Celtics una squadra appetibile in alternativa ai gialloviola (piena di giovani campioni e scelte da poter offrire in cambio di Davis). Dall’altra parte invece a Los Angeles sognano di chiudere in brevissimo tempo, in maniera tale da rilanciare le ambizioni playoff di un gruppo che il prossimo luglio potrà mettere mano in free-agency a un altro grande giocatore da mettere sotto contratto. In alternativa, se Davis dovesse finire in una destinazione non gradita, ai Lakers toccherà preservare quello spazio salariale per altri 12 mesi per poi metterlo sotto contratto nel 2020 senza impegnare scelte. La voglia di riuscire a completare il grande colpo però ha fatto sì che quei nomi che per Magic era stati tabù in qualsiasi altra trattativa in precedenza, sono finiti subito sul piatto: Kyle Kuzma, Brandon Ingram, Josh Hart e Lonzo Ball sono tutti “sacrificabili”, pur di arrivare a mettere le mani su un campione del genere. Una voce talmente tanto fondata che Lonzo Ball si è sentito in dovere di far sapere che lui preferirebbe a quel punto che la trade coinvolga una terza squadra senza una point guard titolare fissa, potendo competere per un posto da titolare e non dover fare da rincalzo a Jrue Holiday. Rich Paul, l’agente di Davis - che è lo stesso di LeBron - considerato da molti il deus-ex-machina dietro l’operazione, si darà sicuramente da fare nei prossimi giorni: in molti hanno ipotizzato che Davis potrebbe far filtrare pubblicamente la sua intenzione di andare ai Lakers “entro il 2020”, rendendo molto più difficile per le altre squadre avanzare un’offerta. In quel caso i giovani talenti messi sul piatto dai gialloviola inizierebbero ad apparire molto più interessanti agli occhi dei Pelicans, spalle al muro nonostante la situazione contrattuale suggerisca altro. Pur di portare Davis alla corte di LeBron, i Lakers sembrano davvero essere disposti a sacrificare qualsiasi cosa.