Solo due partite nella serata del Super Bowl: a Toronto i Raptors hanno vita facile contro gli stanchissimi Clippers reduci da un tremendo back-to-back. A New York i Memphis Grizzlies interrompono la striscia di nove sconfitte in fila in trasferta, infliggendo ai Knicks la 13^ consecutiva nonostante gli esordi dei nuovi acquisti
Toronto Raptors-L.A. Clippers 121-103
Nella NBA si chiamano “schedule loss”, le sconfitte dovute al calendario. Meno di 24 ore dopo aver rimontato 25 punti di svantaggio a Detroit, i Clippers si sono presentati in campo nel matinée di Toronto comprensibilmente privi di energie. La squadra di coach Doc Rivers — che deve ancora fare a meno di Danilo Gallinari, fuori per la sua nona gara consecutiva — ha resistito giusto un quarto prima di crollare nel secondo, concedendo 42 punti agli avversari e finendo sotto anche di 23 nel corso del secondo tempo. Dura cercare di rimettere in piedi la partita sul campo di una delle migliori squadre della NBA, guidata dai 18 punti di Kawhi Leonard e dai 16+12 di Serge Ibaka, oltre ai 15 a testa di Pascal Siakam e Patrick McCaw e i 14 di Delon Wright. In casa Clippers invece sono i 19 punti del canadese Shai Gilgeous Alexander (l’unico ad avere davvero una motivazione extra per fare bene, essendo nato nella vicina Hamilton) a guidare la squadra, con altri cinque giocatori in doppia cifra ma con un pessimo 2/12 da tre punti di squadra. Davvero troppo poco per poter vincere anche contro una squadra che ha dovuto fare a meno di Kyle Lowry (problemi alla schiena), riuscendo comunque a vincere la decima partita nelle ultime undici in casa.
New York Knicks-Memphis Grizzlies 84-96
Se c’è una squadra NBA che sta peggio dei Memphis Grizzlies sono i New York Knicks. Mike Conley e soci, infatti, erano reduci da nove sconfitte consecutive in trasferta, ma sono riusciti ai interromperla infliggendo ai Knicks la loro tredicesima partita persa in fila, nonché la quattordicesima al Madison Square Garden. Neanche il debutto dei neo arrivati Dennis Smith Jr., DeAndre Jordan e Wesley Matthews è servito a invertire una tendenza ormai consolidata verso i bassifondi, senza riuscire a opporsi ai 25 punti con 8 rimbalzi e 7 assist di Conley e ai 24+9 di Gasol, che hanno scavato il solco decisivo con un terzo quarto da 32-21. Ormai ogni partita potrebbe essere l’ultima della coppia che ha fatto la storia dei Grizzlies, con la deadline del mercato ormai distante solo quattro giorni. Adesso ne rimane solamente una, martedì in casa contro Minnesota: se davvero sarà l’ultima dei due insieme, ci sarà bisogno di un saluto speciale da parte del pubblico di Memphis. In casa Knicks invece ci sono solo i 17 punti di Kevin Knox a far sperare in un finale di stagione minimanete interessante, tolti i bersagli preferiti dei tifosi dei Knicks a cui si è aggiunto anche Joakim Noah, fischiato ogni volta che ha toccato il pallone. E un po’ di fischi se li è presi anche coach Fizdale, visto che a un certo punto nel secondo quarto Enes Kanter si è alzato dalla panchina per andare sul cubo dei cambi tra l’ovazione del pubblico, prima che gli allenatori lo richiamassero in panchina visto che volevano mettere in campo qualcun altro.