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NBA, i risultati della notte: Toronto batte Philadelphia, Westbrook e George da record

NBA

I Raptors partono forte e controllano per oltre 40 minuti la sfida vinta contro i Sixers e un Joel Embiid da 37 punti e 13 rimbalzi. Settima tripla doppia in fila per Russell Westbrook nel successo sui Magic, tutto facile per Boston che passa a Cleveland. Memphis saluta Mike Conley e Marc Gasol battendo Minnesota 

PEGGIOR SCONFITTA DI SEMPRE IN CARRIERA PER LEBRON JAMES

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Philadelphia 76ers-Toronto Raptors 107-119

Kyle Lowry risponde sul campo alle voci di mercato che lo hanno visto protagonista nelle ultime ore e gioca una super partita contro un’avversaria di primo livello come i Sixers. Al posto di pensare a dover fare le valigie, la point guard dei canadesi si è messa come al solito alla guida dei Raptors nel successo esterno a Philadelphia. Per lui sono 20 punti e sei assist; secondo miglior realizzatore di squadra al pari di Serge Ibaka e alle spalle di Kawhi Leonard (24 punti, nonostante un pessimo 3/11 al tiro, compensato però dal 16/17 a cronometro fermo). È Lowry a dare la spinta ai Raptors nel primo quarto, chiuso con 40 punti a referto di squadra e ben oltre la doppia cifra di vantaggio; uno strappo che permette ai canadesi di controllare la gara, nonostante nel quarto periodo, con i Sixers sotto di 18 lunghezze, Joel Embiid segni 12 punti consecutivi per riportare a due possessi di distanza la sua squadra. Per il lungo camerunense sono 37 punti e 13 rimbalzi – la 44^ doppia doppia in regular season, il migliore di tutta la NBA. Non basta però a pareggiare la serie stagionale con Toronto, che chiude sul 3-1 – battuta soltanto il 22 dicembre, quando mancavano sia Leonard che Ibaka. Un bel test in vista dei playoff, in quello che potrebbe essere uno dei possibili incroci dalle semifinali in poi a Est.

Oklahoma City Thunder-Orlando Magic 132-122

Russell Westbrook mette a referto la settima tripla doppia in fila - eguagliata la striscia più lunga della sua carriera, con la 20^ in stagione e la 124^ in carriera - e trascina i suoi Thunder al successo (più sofferto del previsto) contro Orlando. Per il n°0 di OKC sono 16 punti, 15 rimbalzi e 16 assist; ottava volta in carriera che chiude con almeno 15-15-15, a una soltanto di distanza da Wilt Chamberlain che occupa il 2° posto all-time nella storia NBA. È la quarta tripla doppia di questo genere raccolta in regular season (il record è di Oscar Robertson che in una singola stagione arrivò a quota 7), decisiva nell’armare la mano di un Paul George sempre più All-Star e candidato MVP (sì, c’è James Harden che fa gara a parte). L’ex Pacers realizza 39 punti con sei triple e un semi-perfetto 15/16 a cronometro fermo: la quinta gara consecutiva oltre quota 35, la striscia più lunga della storia sia dei Sonics che quella più recente dei Thunder. Con questo sono 13 gare con almeno 35 punti realizzati in stagione, raggiunto Steph Curry al secondo posto in NBA (sì, al primo c’è il Barba con 30 gare di questo tipo, irraggiungibile). Per OKC, reduci dal ko contro Boston, è l’ottavo successo nelle ultime nove gare, con i Thunder sempre più terza forza a Ovest.

Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 96-103

Successo – come facilmente pronosticabile – dei Celtics in trasferta a Cleveland, senza Kyrie Irving (che da quando è andato via, si è concesso un giro alla Quicken Loans Arena all’esordio con la maglia biancoverde, per poi non presentarsi più in Ohio nell’anno e mezzo seguente) e alla prima di Gordon Hayward su un parquet su cui ha lasciato pessimi ricordi e soprattutto buona parte della sua carriera e delle sue ambizioni. A Cleveland infatti l’ex Jazz si fece male nella sfida d’esordio dell’anno passato: “L’ho raccontato a telefono a mia moglie, ero un po’ ansioso mentre pensavo a dove sarei tornato: ragionare su tutto quello che è cambiato nella mia vita dopo quella gara mi fa impressione. Sono felice di avercela fatta, di essere tornato”. Per Hayward sono 18 punti, con 9/14 al tiro, sei rimbalzi e cinque assist in uscita dalla panchina, mentre il migliore in casa Celtics è Jayson Tatum – autore di 25 punti, con un perfetto 12/12 ai liberi. Una vittoria sofferta, con Cleveland a un solo possesso di distanza anche negli ultimi tre minuti, quando un paio di giocate del n°0 di Boston hanno chiuso i conti. Per i Cavaliers note liete da Collin Sexton, autore di 27 punti, tutti arrivati però nei primi tre quarti. Alla fine sarebbe servito il colpo di grazia, l’ultimo acuto, che però non c’è stato.

Memphis Grizzlies-Minnesota Timberwolves 108-106

Mike Conley chiude con 25 punti e nove assist la partita vinta contro Minnesota e forse la sua carriera con la maglia dei Memphis Grizzlies, visto che nelle ultime ore le trattative sul suo conto si sono molto intensificate. Lui sul parquet a dettar legge, Marc Gasol tenuto a “riposo” e ormai alla porta anche lui (la trade con gli Hornets dovrebbe essere quasi conclusa) e spuntato in panchina durante la sfida ai T’wolves, con il pubblico che lo ha accolto con un boatoe gli ha tributato una lunga standing ovation. C’era però anche una gara da vincere e a quello ha pensato in maniera sciagurata per Minnesota il rookie Josh Okogie, che sul 106-106 commette fallo su Justin Holiday a un decimo dal suono della sirena: uno dei tre fratelli della dinastia Holiday non esita a cronometro fermo, 2/2 e partita chiusa, nonostante un Karl-Anthony Towns da 26 punti e 18 rimbalzi. Da segnalare in casa T’wolves la miglior partita delle ultime settimane per Dario Saric, forse la più completa da quando ha lasciato Philadelphia: 22 punti, con 7/11 al tiro e un clamoroso impatto sul match (+29 di plus/minus), non bastano a invertire la rotta ed evitare la quarta sconfitta nelle ultime cinque.

Charlotte Hornets-L.A. Clippers 115-117

“No Danilo Gallinari, no problem”, sembra dire con il suo canestro a quattro secondi dalla sirena un ispirato Tobias Harris, protagonista nel successo in volata a Charlotte. Una vittoria fondamentale per dare forza alle ambizioni playoff dei Clippers, tallonati dai Kings e soprattutto dai Lakers – sprofondati addirittura a tre gare e mezza di distanza dai cugini. Merito del sangue freddo dell’ex Pistons, autore di 34 punti, sette rimbalzi, cinque assist, 6/7 dall’arco e soprattutto del bersaglio che decide la sfida: in penetrazione, dai quattro metri, sulla testa di un incolpevole Kemba Walker che si è ritrovato accoppiato su di lui dopo un cambio su Lou Williams (per lui 31 punti con 23 tiri in uscita dalla panchina). Un contributo a gara in corso dato anche dal solito Montrezl Harrell, che chiude in doppia doppia con 16 e dieci rimbalzi; apporto ben diverso da quello dato dalla panchina degli Hornets, orfana di Tony Parker e con il solo Malik Monk oltre la doppia cifra. Il miglior realizzatore tra i padroni di casa è sempre Kemba Walker (32 punti, cinque triple, nove assist), ma questo davvero non fa più notizia.

New York Knicks-Detroit Pistons 92-105

I Knicks continuano a cambiare uomini, strategia, visione del mercato e degli obiettivi futuri, ma alla fine l’unica cosa che resta sempre uguale sono le sconfitte in campo. Soprattutto al Madison Square Garden, dove i tifosi non esultano dopo la sirena finale da oltre due mesi. Un disastro a livello sportivo, fredda ragioneria e calcolo se si pensa a quanto potrà pesare in ottica futura la prima scelta assoluta al prossimo Draft. Detroit ringrazia e si prende un vittoria al sapore di ossigeno, che porta i Pistons più vicini alla zona playoff. Merito dei 29 punti e otto assist di Blake Griffin, dei 17 con 16 rimbalzi di Andre Drummond e dei 19 a testa di Reggie Jackson e Reggie Bullock – all’ultima gara con Detroit e scambiato con i Lakers mentre si stava facendo la doccia al Madison. È lui il primo colpo dei gialloviola: di certo non Anthony Davis, ma un tiratore funzionale al sistema-LeBron da cui provare a ottenere qualcosa di buono.

Portland Trail Blazers-Miami Heat 108-118

Hassan Whiteside è dominante nella sfida contro Portland, autore di 28 punti e 11 rimbalzi nel successo che interrompe la striscia di tre sconfitte consecutive di Miami. Dwyane Wade aggiunge 22 punti e nove rimbalzi alla causa, permettendo alla squadra della Florida di tenersi stretta l’ottavo posto a Est. Dall'altra parte non bastano ai padroni di casa i 33 punti di CJ McCollum, che chiude con 13/25 al tiro, 7/14 dall'arco, oltre alla doppia doppia da 13 e dieci di Damian Lillard.